The Twincest Story

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icon7  view post Posted on 10/1/2010, 17:21
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Una volta avevo detto che non sarei MAI riuscito a scrivere una twincest. Beh. Ora invece l'ho fatto. Vediamo un po' come è andata.

Titolo: “The twincest story”
Data di creazione: 2/01/2010
Nota: Perdonate il pessimo titolo, ma non avevo idee per un titolo migliore.
Nota2: Sui e Sou, come accadde nelle mie prime tre storie, sono state umanizzate per necessità.
Nota3: Per come Sou incontra Sui mi sono ispirato ad un vecchio film del 1967 con Sophia Loren(intitolato "C'era Una Volta...") e, sul fatto che Sou è un finto maschio per salvarsi la pelle, all' anime La Principessa Zaffiro(anche un po' a Lady Oscar).
Nota4: Rozen fa la parte del re. Quindi fa sempre la parte del "padre" XD.
Nota5: Chi è particolarmente sensibile può anche non leggere. Lettore/trice avvisato/a, lettore/trice salvato/a
Trama: Il principe Souseiseki è in realtà una ragazza che nasconde la sua femminilità per non essere uccisa a causa di una stupida legge che impedisce alle femmine di governare. Conoscerà, per caso, una contadina di nome Suiseiseki e s'innamoreranno a tal punto da... farlo tante volte.

"The Twincest Story"



Una freccia colpì in pieno una lepre nera che fuggiva. Un ragazzo di 14 anni, armato d’arco, scese da cavallo e s’avvicinò per raccoglierla. Aveva capelli corti a caschetto di color amaranto, indossava un vestito composto da un pantalone alla zuava di colore blu, un bustino nero stringato in vita, una camicetta stile impero con jabot (un ornamento della camicia in tessuto o in pizzo, applicato sul davanti ai due lati dell'abbottonatura, con una leggera arricciatura) e con un polsino a tre bottoni rifinito da merletto, al di sotto del bustino, ed un boulerino blu con manichina tagliata a mantella, il tutto completato con una collaretta allacciata in gola con nastrino in velluto nero. Infine, i suoi occhi avevano una curiosa particolarità: il destro era verde ed il sinistro rosso.
-Colpo da maestro, come al solito, principe Souseiseki.- disse compiaciuto un uomo di circa cinquant’anni con pochi capelli e un lungo pizzetto bianco e vestito di nero accompagnato da un altro uomo un po’ più giovane e vestito uguale.
-Grazie, Ikki. Ecco, prendi.-
-Che fa? Non torna con noi al castello?-
-Non voglio subito rintanarmi dentro quelle quattro mura e soffocarmi. Voglio respirare un po’ d’aria.-
-Come vuole.-
E così i due tornarono al castello, mentre il principe passeggiava per la campagna. C’è da precisare una cosa però: Souseiseki non era affatto un maschio, ma era una ragazza. E il motivo del perché si comportasse, e si vestisse, come un maschio va ricercato nel giorno della sua nascita. Suo padre, il re, desiderava ardentemente un erede. Dopo innumerevoli tentativi il suo desiderio fu esaudito, ma solo in parte perché, anziché essere un maschio, era una femmina. Purtroppo una stupida legge, che non si erano mai degnati di modificare, diceva che l’erede doveva essere maschio e se nasceva una femmina doveva essere uccisa. Il re non se la sentì di eliminare quella creatura ottenuta dopo anni di risultati infruttuosi, così fece credere a tutti, solo l’ostetrica e un altro paio di servitori fedeli e leali sapevano la verità, che la neonata era un maschio mettendole indumenti maschili e facendola giocare con balocchi adatti ad un bimbo. E' così che Souseiseki crebbe come un maschio. E quando a undici anni cominciò a crescerle il seno, le applicarono un particolare busto di seta che glielo appiattiva sempre, anche quando aumentava, e la faceva quindi apparire un maschio in tutto e per tutto. Mentre passeggiava, ad un tratto il cavallo cominciò ad imbizzarrirsi a causa di un serpente che aveva davanti.
-Stai buono. Stai bu…- disse Souseiseki
Non finì la frase perché si ritrovò per terra. Il cavallo fuggì via, mentre Souseiseki si alzò dolorante e guardando il serpente con rabbia lo uccise con una freccia.
-Così impari a spaventare il mio cavallo e a farmi cadere. Se c’è una cosa che odio di più è sporcarmi il vestito.-
Dopo lo sfogo, cominciò a cercare il cavallo. Camminò per un bel po’, finché non vide un cavallo in lontananza che tirava un aratro. A ben guardare sembrava proprio il suo. Era marrone e con una lunghissima criniera bianca. Quando s’avvicinò per guardarlo meglio ebbe la conferma.
-Chi è l’idiota che ti ha messo quest’aratro? Tu non sei fatto per una cosa simile.- gli disse Souseiseki.
-Tieni giù le mani da quel cavallo. E’ mio!- disse una voce femminile alle sue spalle.
Souseiseki si girò e si ritrovò davanti una ragazza di 14 anni dai lunghi capelli castano scuro, sporca e vestita di stracci. Ma quello che più la lasciò a bocca aperta era che possedeva due occhi di diverso colore proprio come lei, ma di ordine inverso: il destro rosso e il sinistro verde.
-Veramente sei in errore. In gravissimo errore. Questo cavallo è mio, non certo tuo. Questo è un furto bello e buono.- le disse Souseiseki.
-Sì, vero? E chi me lo dice che è tuo? L’ho trovato che mangiava le carote dell’orto.-
-Sono io che lo dico. Sono il principe Souseiseki, quindi abbi un po’ più di rispetto cara la mia contadinella stracciona.-
-Ah, ecco. E’ tipico di voi principi essere prepotenti con i poveracci. La cosa, però, non mi tange affatto. E il cavallo resta con me.-
-Te lo scordi.-
La contadina rimase zitta per qualche istante, poi disse:
-Ladro. Ecco cosa sei. Un ladro. Altro che principe.-
Souseiseki si guardò attorno e poi le sorrise in modo beffardo.
-Io non vedo ladri, a parte te.-
E detto questo, liberò il cavallo dall’aratro e ci salì sopra. La contadina le si mise davanti con le braccia allargate.
-Non te andrai così facilmente. Dovrai calpestarmi.-
-Non è detto che non lo faccia, ma so come sistemare questa questione a dir poco grottesca.-
Si tolse un sacchetto che aveva attaccato al fianco destro dei pantaloncini e lo lanciò alla contadina che lo prese al volo. Lei la guardò come a dire “E che è?” e lo aprì. Dentro c’erano molte luccicanti monete d’oro.
-In questo modo è come se te lo avessi pagato, quindi non puoi dirmi assolutamente nulla.- le disse Souseiseki
La contadina le sorrise e gettò a terra con disprezzo il sacchetto.
-Non accetto soldi rubati, ladro.-
-Ma allora insisti?-
E scocciata scese dal cavallo, gli tolse la sella e la mostrò alla contadina.
-Lo vedi cosa c’è ricamato sopra?-
-Sì, ma non capisco.-
-Uff… è una rosa blu. E guarda questo ciondolo. Questa rosa blu è il simbolo della mia famiglia. Quindi io sono il principe.-
-Potresti aver ucciso il principe e rubato quel ciondolo oltre al cavallo.-
-Basta. Parlare con te è inutile. Addio.-
E salì sul cavallo.
-Forse non hai sentito bene… riprenditi questi sporchi soldi.-
E le lanciò il sacchetto che prese al volo.
-Tutti uguali voi villani. Se c’è qualche ricco generoso che vi fa la carità la rifiutate sempre perché non vi accontentate mai. Cenciosi siete e cenciosi morirete.-
-Tutti uguali voi ricchi. Antipatici e prepotenti con i più deboli. Sparisci dalla mia vista. Mi hai fatto perdere pure troppo tempo.-
-Non me lo faccio dire due volte. Ho sopportato pure troppo il tuo aspetto e il tuo tanfo.-
E si allontanò galoppando. Non s’era allontanata poi tanto perché poté sentire le urla di un uomo che inveiva sulla povera contadina.
-Ho visto tutto, maledetta piccola stupida Suiseiseki. Perché non hai preso le monete quando te le ha date? Potevo sfamarmi molto con quello. Stupida!-
E la picchiava con una violenza inaudita e la frustava. Souseiseki sbiancò sentendo che il nome della contadina era molto simile al suo.
-Sei stupida e sfaticata. Che grosso sbaglio che ho fatto. Sei una schiava inetta. Dovrei impiccarti…-
A quella parola si fermò e sorrise compiaciuto per la brillante idea appena avuta.
-La pianti subito, vecchio schifoso.-
L’uomo, che dimostrava settant’anni, ma ne aveva “solo” cinquanta, si voltò verso Souseiseki.
-Oh, il principe vuole farmi la predica? Siamo sicuri che non sia un monaco? Comunque, scommetto che lei fa di peggio ai suoi servitori. Quindi smetta di dire...-
Non finì la frase perché Souseiseki gli diede un fortissimo pugno in bocca che gli fece sputare sangue. Appena cadde a terra, Souseiseki sguainò la spada e la puntò verso l'uomo.
-Lei non sa nulla. Come può dirlo? I miei servitori li tratto sempre bene. Lei invece merita solo di morire.-
L'uomo lesse determinazione in quei due occhi dal colore diverso e sbiancò dalla paura. Fu Suiseiseki ad intervenire.
-Smettila. Non ucciderlo.-
-Perché no? Almeno saresti libera.-
-Non avrei alcun altro posto dove andare.- disse piangendo.
Souseiseki la guardò con aria triste. Poi lanciò il sacchetto di monete al vecchio.
-Li prenda. Ora Suiseiseki viene con me.-
-Che? Non dica stro...-
Souseiseki sguainò di nuovo la spada.
-Prego?-
L'uomo tremò come una foglia, se la fece addosso e non disse più nulla. Souseiseki prese per mano Suiseiseki. Questo la fece arrossire. Se all’inizio provava molta antipatia e disprezzo per lei, ora non ce n’era più traccia. Salirono sul cavallo e si diressero al castello. Suiseiseki si mise, non si sa come mai, a pensare a delle voci che aveva sentito sul conto di Souseiseki. Dicevano che aveva rifiutato di fidanzarsi con molte bellissime ragazze e che provava molto più interesse per i maschi.
-Che terribile spreco.- si ritrovò a dire accorgendosi subito che voleva, in realtà, solo pensarlo.
-Eh? Hai detto qualcosa?-
Lei si sbrigò a cercare una soluzione.
-Ho detto… cosa farò al castello?-
-Il giardiniere che avevamo è morto di crepacuore qualche giorno fa. Sarai tu il suo sostituto.-
-Ho capito. A proposito… grazie.-
-Per cosa?-
-Hai fatto quello che io non ho mai avuto il coraggio di fare. Ti sei perfino ferito la mano per una come me.-
-E’ il minimo che potevo fare. Ti stava trattando troppo male. Le donne e i bambini non si toccano.-
-Ma davvero? Ma se prima avevi detto che m’avresti calpestato col tuo cavallo pur di andartene.-
-Non l’avrei mai fatto davvero. Non sono così bastardo.- le disse molto seriamente.
Suiseiseki rimase zitta per tutto il resto del viaggio e anche Souseiseki.
Quando arrivarono al castello, la servitù rimase sorpresa di vederla in compagnia d’una villana.
-D’ora in poi questa ragazza lavorerà con voi. Sostituirà il vecchio Jiro. Sono stato chiaro?-disse Souseiseki.
-Devi prima parlarne con noi!- dissero in coro il re Rozen e la regina Tenma che giungevano in quel momento.
Rozen era un uomo di circa una trentina d’anni con capelli biondi e occhi verdi, mentre la regina era una donna bellissima dai lunghi capelli amaranto e gli occhi rossi.
-Madre! Padre!- disse Souseiseki.
Appena i due guardarono Suiseiseki rimasero come scioccati, ma non per il suo aspetto da stracciona.
-Incredibile, vero? Ha i miei stessi occhi con la sola differenza che i colori sono invertiti. Ho fatto anch’io la faccia che avete fatto voi.-
-Esatto. E’ incredibile quali strani scherzi possa fare la natura, a volte.- disse la regina.
Suiseiseki tremava come una foglia e non sapeva che dire o che fare, mentre loro la scrutavano dalla testa ai piedi.
-Che dite? Può lavorare per noi? Non dite di no. Non ha un posto dove andare e se ritorna dove stava, di sicuro verrà uccisa. Il suo vecchio padrone è uno schifoso.-
I due sovrani si guardarono, annuirono in sincronia e dissero:
-Lavatela, vestitela e poi spiegatele cosa deve fare.-
Souseiseki sorrise compiaciuta e mise una mano sulla spalla di Suiseiseki.
-Benvenuta tra noi.- le disse con un sorriso.
Suiseiseki sorrise commossa, chinò la testa, s’avvicinò ai sovrani baciando loro le mani e li ringraziò di cuore.
-Prego, figliola. Ora vai!- le dissero i due.
Quando tutti s’allontanarono, la regina non poté far a meno che singhiozzare e piangere, mentre il marito la consolava. I servitori eseguirono gli ordini e dopo averla lavata la vestirono. Le fecero indossare un abito verde scuro in stile campagnolo con gonna a ruota a tre balze con “balayeuse” (un’applicazione di pizzo o tessuto cucito all'orlo delle gonne che scendevano sino a terra, in uso nell'Ottocento), riprese sull’apertura delle maniche, che erano a palloncino con svasatura a partire dal gomito. Nella parte superiore vi era un bustino nero stringato in vita sovrastante una camicetta bianca stile impero con jabot. Il tutto era seminascosto da una collaretta allacciata in gola con nastrino in velluto nero. Infine le misero in testa una bandana unita ad una fascia di stoffa finemente lavorata. Così ben vestita, e bella ripulita, sembrava tutt’altra persona. Non sembrava più la villana di poco tempo prima. Anche Souseiseki e i due sovrani, quando la videro, rimasero molto colpiti. Si mise subito a lavoro e si dimostrò subito molto brava. Giunta la sera, entrò nella stanza preparata apposta per lei, quella del vecchio giardiniere insomma, e si mise ad osservarla. C'era un letto, una scrivania, un armadio pieno di vestiti e alcune camicie da notte e una libreria piena di libri.
“Questa roba non mi serve. Tanto non so leggere né tantomeno scrivere” pensò.
Dopo essersi messa una camicia da notte, s’infilò nel letto. Questo le fece tornare in mente i brutti tempi in cui stava col suo vecchio padrone e la costringeva a dormire per terra. Si asciugò le lacrime che le bagnavano il viso e decise di lasciarsi alle spalle quei tristissimi ricordi. Cominciò a pensare allora a Souseiseki ed arrossì. Questo la sorprese molto, ma soprattutto tornò a piangere.
“Sono una stupida. Dovevo innamorarmi proprio di lui? Non è umanamente possibile che possa funzionare tra noi. E i motivi sono ben due. Lui è un principe, tanto per cominciare, e i principi si sposano con le principesse non certo con le contadine. L’altro motivo sono quelle voci. Quelle odiose voci che dicono che il principe provi attrazione per i maschi e non per le femmine. Questo è ancora più grave e triste del primo. Un così bel ragazzo…”
Smise di pensare a lui e s’addormentò. I giorni passarono e Suiseiseki continuava a lavorare in modo impeccabile. Ogni tanto Souseiseki, prima di andare a caccia o a passeggio, le faceva visita e si sentiva onorata e contenta per questo. Una sera, però, Suiseiseki stranamente non riuscì a dormire. Di solito, non appena posava la testa sul cuscino, crollava in un sonno profondo. Quella sera invece no. Per prendere sonno decise di camminare un po’ per il castello. Volle salire su una delle molte torri del castello e guardare il cielo stellato come faceva ai vecchi tempi quando non riusciva a dormire. Quando arrivò in cima rimase di stucco. C’era Souseiseki che guardava la città. Suiseiseki diventò rossa, il cuore le cominciò a battere con frenesia e stava per alzare i tacchi, se non fosse che le scappò un piccolo starnuto che attirò l’attenzione del principe.
-Suiseiseki! Che ci fai qui?-
-Dovrei farti la stessa domanda, comunque non riuscivo a dormire e ho pensato di guardare il cielo notturno.-
-Ho capito. Anch’io non riesco a dormire e così son venuto qua. Anche a me piace guardare il cielo notturno e la luna.-
Suiseiseki le si avvicinò con un po’ di timore, guardarono insieme il cielo senza dire una parola ed ogni tanto le lanciava una breve occhiata diventando ogni volta rossa.
-Che cos’hai? Sei diventata rossa.-
-Eh? Oh, ehm…-
La frittata era fatta. Ora come si tirava d’impaccio? Decise che quella era un’occasione ottima per sapere se le voci che sentiva erano fondate oppure solo bufale.
-Posso farti una domanda?-
-Dimmi pure.-
-E’ vero che ti piacciono di più i ragazzi che le ragazze? Sii sincero.-
Souseiseki rimase come paralizzata.
-Allora?-
Souseiseki continuava a non rispondere.
-Ho capito. Fa nulla. Tanto, anche se ti piacevano le ragazze, io non avevo speranze. Non sono una principessa, ma solo una misera contadina.-
Suiseiseki si girò con lo sguardo abbassato e triste e stava per andarsene, ma Souseiseki la prese per un braccio, la tirò a sé e la baciò con passione sulla bocca tenendole una mano dietro la nuca. Suiseiseki aveva gli occhi spalancati ed era rigida all’inizio, poi pian piano si sciolse e chiuse gli occhi. A bacio finito Souseiseki parlò:
-Mi sono innamorato di te sin dal primo giorno in cui ti ho vista. Ma ora ascoltami, sto per dirti una cosa che nessun’altro sa a parte tre miei servitori. Con te, sarete quattro.-
Suiseiseki annuì. A quel punto, Souseiseki si tolse la camicia da notte mostrandole il busto di seta. L’altra rimase perplessa da quella visione.
-Devi mantenere il segreto. Promettimelo.-
Lei annuì di nuovo e a quel punto Souseiseki si mise una mano dietro la schiena e si slacciò il busto mostrando un bel seno molto sviluppato per essere quello di una ragazzina di quattordici anni. Suiseiseki rimase senza parole.
-Ora capisci il significato di quelle voci. Ma tu... tu mi hai rapito il cuore. Sei la prima ragazza che c'è riuscita.-
-Ma perché fingi di essere un ragazzo?-
-Una stupida legge dice che solo i maschi possono governare, e se nascono femmine devono essere uccise. Quando io nacqui, i miei genitori non se la sentirono di uccidermi dopo innumerevoli tentativi infruttuosi. Così fecero credere a tutti, tranne appunto all'ostetrica e due servitori fidati, che ero un maschio. E per nascondere ancor di più la mia femminilità portavo quel busto di seta. Capisci, ora?-
-Perfettamente.- le rispose con un sorriso.
-Grazie.- disse abbracciandola.
Suiseiseki, con mano un po' tremolante, cominciò a palparle il seno. Souseiseki ebbe un piccolo brivido e emise un gemito, poi la baciò di nuovo con passione. Si ritrovarono per terra (Sui sopra e Sou sotto) ancora a baciarsi, mentre le mani di Suiseiseki continuavano a "giocare" con i seni di Souseiseki. Dopo essersi limitata a palpare, cominciò a leccarglieli e succhiarle i capezzoli.
-Ah!- esclamò Souseiseki.
Suiseiseki continuò a "pennellare" con la lingua i seni e la pancia, in particolare l'ombelico, di Souseiseki, mentre quest'ultima cominciò a liberare la sua amata dalla camicia da notte e incominciò anche lei a palparle il seno.
-E' meraviglioso... Sui...- disse ansimando.
-S-sì...-
Le due iniziarono a strusciarsi in sincrono perfetto le parti basse. Poi Suiseiseki le sfilò via le mutandine e iniziò ad accarezzarla proprio lì. Altro gemito e la incitò a non fermarsi. Passò, poi, dalle dita alla lingua e lì il piacere raggiunse le vette fino al compimento finale. Mentre Souseiseki riprendeva fiato, Suiseiseki si sfilò le mutandine e si mise in posizione.
-Quando te la senti, io sono pronta!- le disse.
Dopo aver ripreso fiato, Souseiseki eseguì l'ordine, assunsero così la posizione del 69 e cominciarono a leccarsi in sincronia. Arrivate al culmine, conclusero poi il tutto, infine, con un altro bacio e la promessa di ripeterlo ogni volta che riandava loro. E così fecero due o tre sere dopo la loro prima volta. Quella sera Souseiseki entrò silenziosamente nella stanza di Suiseiseki. Vide che dormiva come un angelo e le dispiaceva turbarle il sonno, perciò decise di rimandare. Non appena raggiunse la porta la sentì bisbigliare:
-Dove vai? Non puoi, o vuoi, farlo neanche stasera? Sai che farlo da soli non c'è gusto?-
-Scusa. Pensavo dormissi.-
Questa volta si trovavano in un posto decisamente più comodo del pavimento della torre. Per prima cosa cominciarono a baciarsi, mentre con le mani si liberavano entrambe delle camicie. Quand'erano totalmente nude, Souseiseki iniziò a leccare il seno di Suiseiseki, mentre lei le palpava i glutei per poi solleticarle il foro.
-Ah... AH! Aspetta...- le disse.
Si girò, sollevò il sedere e disse:
-"Dipingi" pure.-
Suiseiseki iniziò a leccarglielo, mentre lei gemeva di continuo e le ripeteva di non fermarsi. Quando si stancò di leccare, la invitò a fare altrettanto con lei. Alla fine, conclusero di nuovo con la posizione del 69. Alla terza sera, le due ragazze, dopo aver finito con i preliminari, che erano ormai diventati i loro esercizi di riscaldamento(baci, palpeggiamenti e solleticazione con dita e lingua nelle parti intime), si abbracciarono, si misero in posizione seduta e cominciarono a strusciarsi. Prima lentamente, poi la velocità aumentava piano piano fino al raggiungimento del massimo piacere. Dopo quella sera ne seguirono altre e altre ancora.
-Ti amo Sou. Resteremo sempre insieme, vero?-
-Assolutamente sì.- le rispose con un sorriso.
Quella frase, però, la fece diventare pensierosa. Il giorno dopo chiese di parlare con i suoi genitori.
-Dicci pure... figlio.- dissero i due.
-Io... so che non sarà facile per voi, ma... mi sono innamorata e vorrei sposarmi quando arriverà il momento.-
-E' una gran cosa. Perché non dovrebbe essere facile per noi? E di chi, se è lecito?-
Souseiseki aspettò un secondo, prima di rispondere, come se stesse prendendo fiato.
-Di Suiseiseki!-
A quel punto i due sovrani sbiancarono e la regina cominciò a piangere.
-Mi spiace, ma non puoi assolutamente sposarla.-
-Perché? Perché è una ragazza e per giunta una semplice contadina? Io la amo. E non m'importa se siamo dello stesso sesso. Non ti facevo così pieno di pregiudizi, padre.-
-Non è per questo. L'amore può avere qualunque forma. E' questa la sua bellezza.-
-E allora quale sarebbe il problema? Nessuno sa che io sono una ragazza. Se mi sposo con lei nessuno avrà nulla da ridire. Un maschio che sposa una femmina. Tutto normale, no? E poi basterà nascondere la sua identità. La spacceremo per una principessa di un casato inesistente.-
La regina, che fino a poco prima non faceva altro che piangere, finalmente intervenne.
-Proprio non vuoi capire?-
-Cosa, madre?-
Ed entrambi i sovrani le risposero:
-Lei è tua sorella gemella!-
Souseiseki sbiancò e si sentì quasi svenire. Cosa riuscì a tenerla in piedi non si sa.
-Mia... sorella... gemella...-
-Sì, tesoro. Dopo innumerevoli tentativi, finalmente rimasi incinta e nasceste voi due. Femmine purtroppo. Decidemmo di tenere te, spacciandoti per un maschietto, e lasciammo tua sorella davanti al cancello di un convento con un foglio dove c'era scritto il suo nome e chiedeva di trattarla bene. Ma evidentemente fu rapita da quello straccione che la trattava come una schiava.-
-Allora è per questo che avete fatto quelle facce quando l'ho portata qui. Non era per il suo aspetto.-
-Proprio così.-
Souseiseki rimase per un po' pensierosa, poi disse:
-Come hai detto tu, padre, l'amore ha molte forme. Anche se è mia sorella, io la amo.-
Anche Rozen rimase un attimo pensieroso, poi disse.
-Sai che così rischi di condannare la nostra famiglia all'estinzione?-
-Sì e mi dispiace, ma...-
I due sovrani sosprirarono e alla fine si decisero.
-E sia. Quando sarai più grande la potrai sposare.-
-Grazie! Grazie infinite!- disse commossa.
Fu così che Suiseiseki si "trasformò" in una principessa di un casato inesistente e visse per sempre insieme alla sua amata sorella.
 
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Souseiseki
view post Posted on 10/1/2010, 21:00




Sei un bravissimo scrittore, quando ho visto il titolo saltellavo per la gioia *muor
Ma, se devo essere sincerasincerasincera... ho saltato tutte le parti hot ç/////////ç Non dirmi perchè appena leggevo solo l'inizio frase arrossivo rabbrividivo e dovevo saltare la scena omg D: Non mi credevo così debole e___e *sicuramente per mettersi alla prova leggerà tutta la porte hot e dopo si sentirà male lol
Ma devo rinnovare i miei complimenti, dovresti fare lo scrittore di fiabe *A* Ti ammiro molto >//w//<
 
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view post Posted on 10/1/2010, 22:24
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Eh. L'avevo detto che era troppo HOT e che avrei rischiato grosso

CITAZIONE
dovresti fare lo scrittore di fiabe

image Non lo so... non mi fido molto delle mie capacità :XD:

 
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Souseiseki
view post Posted on 11/1/2010, 07:45




CITAZIONE (Laplace Demon @ 10/1/2010, 22:24)
Eh. L'avevo detto che era troppo HOT e che avrei rischiato grosso

CITAZIONE
dovresti fare lo scrittore di fiabe

image Non lo so... non mi fido molto delle mie capacità :XD:

Non lo immaginavo COSI' hot y__y <-ecco perchè non si fida mai di sè stessa
Comunque laplace, riferendomi all'introduzione... MAI dire MAI x'D

EDIT: Rileggendo il finale della storia, alla parte in cui i genitori rivelano l'identità di Suiseiseki e per poco Sou non sviene, ho pensato a una scena tipo:
"Ma cazzo potevate dirmelo prima che ci andassi a letto!" *muor

Edited by Souseiseki - 11/1/2010, 08:08
 
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view post Posted on 11/1/2010, 12:43
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CITAZIONE
ho pensato a una scena tipo: "Ma cazzo potevate dirmelo prima che ci andassi a letto!"

:XD: :XD: :XD: :XD: Hai perfettamente ragione, ma sai come son fatti i colpi di scena. Devono sempre traumatizzare il protagonista(vedi Guerre Stellari Episodio V ad esempio).
 
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Souseiseki
view post Posted on 11/1/2010, 13:23




CITAZIONE (Laplace Demon @ 11/1/2010, 12:43)
CITAZIONE
ho pensato a una scena tipo: "Ma cazzo potevate dirmelo prima che ci andassi a letto!"

:XD: :XD: :XD: :XD: Hai perfettamente ragione, ma sai come son fatti i colpi di scena. Devono sempre traumatizzare il protagonista(vedi Guerre Stellari Episodio V ad esempio).

Non mi piace guerre stellari xD Beh comunque a me piace troppo farmi le perodie delle cose che leggo, è quasi naturale *muor
Ah e per la cronaca la parte hot l'ho letto per filo e per segno é_è *omg omg
 
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Kirakishou no Kuron
view post Posted on 11/1/2010, 20:58




*QQQQQQQQQQQ*
Non la facevo così audace Sui *___*
Comunque complimenti, come al solito è bellissima *sangue dal naso*

CITAZIONE
L'uomo tremò come una foglia, se la fece addosso e non disse più nulla.

XDDD In questo pezzo rotolavo XD
 
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Suigin Tou
view post Posted on 11/3/2011, 17:53




Di un pò medium,è frutto del Dvd che hai visto quella sera???
Comunque stupenda!
Anche se non ti facevo così maiale.
(XDXDXD Ovviamente scherzo)
 
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view post Posted on 11/3/2011, 19:21
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CITAZIONE (Suigin Tou @ 11/3/2011, 17:53)
Di un pò medium,è frutto del Dvd che hai visto quella sera???
Comunque stupenda!
Anche se non ti facevo così maiale.
(XDXDXD Ovviamente scherzo)

No no nessun dvd. Al massimo qualche video o manga osè XD. Sì... in effetti mi son sorpreso da solo quanto fossi oink oink XD
 
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Suigin Tou
view post Posted on 11/3/2011, 19:22




Ahhh porcellino.....!!!
(Tipo turbotubbies X°D!!)
 
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9 replies since 10/1/2010, 17:21   783 views
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