Avevo detto che la fanfiction con Kanaria protagonista sarebbe stata l'ultima per mancanza d'ispirazione. Beh! Era andata in vacanza, e appena è tornata ho sfornato questa roba qua. Spero d'aver fatto centro ancora una volta.
Titolo: "Le cesoie d'oro"
Data di creazione: 04/01/2009
Nota: La protagonista è Souseiseki e, insieme ad altri due personaggi di
Rozen Maiden, ha mantenuto il nome originale(niente cambio di nomi quindi).
Nota2: Anche Sou è stata umanizzata per necessità.
Nota3:Le citazioni di De André non ci sono stavolta? Ma certo che ci sono!
Trama: Souseiseki è una quindicenne mal vista dagli abitanti del suo villaggio a causa del colore rosso innaturale del suo occhio sinistro. Il risveglio di un mostro la costringerà a combattere per salvarli nonostante si siano sempre comportati male con lei.
Le Cesoie D'Oro
Pioveva e tuonava ininterrottamente quel giorno. In una camera da letto di una splendida villa, una donna stava per dare alla luce la sua prima bambina assistita dal marito. Quando la piccola creatura piangente fu messa tra le braccia della madre si tranquillizzò subito e poco dopo aprì gli occhi per guardare il volto di sua madre. Il marito della donna a quel punto sbiancò.
-Quest’abominio non è mia figlia!- disse.
-Come puoi dire una cosa del genere? Sei impazzito?- disse la moglie.
-Guardala!- gridò lui. -L’occhio destro è verde, ma quello sinistro è di colore rosso. Non esiste un occhio simile in natura. E’ sicuramente uno spirito maligno!- aggiunse.
-Ma per favore!- disse la moglie.
-Non ho alcuna intenzione di farti crescere un mostro simile. Bisogna sopprimerla!- disse lui.
-Non t’azzarderai! E’ tua figlia, ti rendi conto o no?- disse lei con voce strozzata dal pianto.
-Sbagli! E’ un orrore che deve tornare da dove è venuto. Guardie!- gridò lui.
Non appena le due guardie entrarono, l’uomo strappò la bimba dalle braccia della moglie, che era troppo debole per opporsi, e la consegnò a due di loro.
-Sopprimetela il più lontano da qui. La mia villa non deve sporcarsi di sangue impuro!- disse.
-Lasciate la mia bambina! Lasciatela!- gridava lei.
Il marito la zittì con una sberla e le guardie, dopo aver declutito per lo spettacolo a cui avevano assistito, uscirono.
-L’ha data a te, quindi è compito tuo ucciderla.- disse la guardia al collega.
-Se questo è il suo volere…io non posso oppormi...- disse l’altro.
Detto ciò, non appena smise di piovere, uscì dalla villa e s’addentrò nel bosco. Quando fu abbastanza lontano poggiò la bimba, che dormiva, sull’erba, sguainò la spada, l’alzò in alto e si preparò a finirla.
-Mi spiace piccola. Mi spiace davvero!- le disse.
Proprio in quell’istante la piccola aprì gli occhi, guardò la guardia e gli sorrise. La guardia abbassò la spada e s’inginocchiò. La piccola allungò la manina e cominciò a tirargli la lunga barba nera.
-Ahio!- disse, mentre lei rideva divertita dall’espressione buffa che aveva fatto.
“Come si può uccidere un angelo simile solo perché il suo occhio non è normale? E’ inammissibile!” pensò.
Avrebbe voluto tenersela, ma con lei le bocche da sfamare sarebbero diventate quattro e non poteva permetterselo. Ad un tratto avvertì dei passi venire dalla sua parte quindi si nascose in fretta e osservò bene la situazione. Un uomo con un sacchetto bianco sulle spalle era in procinto di uscire dal bosco e vide la bambina sull’erba.
-Che ci fa una neonata in posto simile? Ma guarda tu! Povera piccola. Genitori irresponsabili!- disse l’uomo.
S’avvicinò e la prese in braccio.
-Che bella che sei! Beh. Dato che non ti hanno voluta, e non capisco perché mai, mi prenderò cura di te. Anche mia moglie sarà felicissima.-
Così l’uomo, che era un commerciante di tessuti e aveva perso suo figlio anni fa a causa di una malattia, s’allontanò con la piccina in braccio, mentre la guardia lo osservava nell’ombra sorridendo e sospirando di sollievo.
-Sii felice.- disse a bassa voce.
Quindici anni dopo la bambina, che fu chiamata Souseiseki, crebbe. Aveva capelli corti color amaranto ed indossava una mantellina, sotto la quale uscivano le lunghe maniche della camicia bianca, e pantoloncini corti entrambi blu. Vederla da lontano, a volte, era facile che la scabbiassero per un maschio. Cosa ne fu dei suoi veri genitori mi chiedete? Sua madre fu trovata morta la mattina dopo la sua "esecuzione" straziata dal dolore. Il marito, resosi conto dell'immane stupidata che aveva fatto, si tagliò dai polsi le quattro vene. Torniamo ora a Souseiseki. Crebbe quasi in tranquillità perché tutti i bambini la trattavano male a causa del suo occhio rosso. L’unico bambino che le voleva veramente bene, oltre ai suoi genitori ovviamente, era un ragazzino della sua stessa età di nome Kazuki che la chiamava semplicemente Sou. Purtroppo, però, anche lui veniva beffeggiato per il fatto che la frequentava e quindi erano costretti ad incontrarsi di nascosto per poter parlare e giocare in pace. Quasi ogni giorno, nel suo posto in riva al fiume, Souseiseki lo voleva accanto e lui voleva starle a fianco, per questo era con lei. Quel giorno Souseiseki era piuttosto triste.
-Che hai?- le chiese Kazuki.
-Scusa, è che... dobbiamo sempre vederci di nascosto per colpa della derisione e dell’ignoranza della gente. Questo mi rattrista molto! Perfino i tuoi genitori, soprattutto tuo padre, non vogliono che tu mi frequenti. Non hai paura che ti scopra?-
Kazuki le sorrise e le disse:
-Se mio padre lo sa, m’imbarcherò lontano. Con te ovviamente!-
Souseiseki sorrise e Kazuki cominciò ad accarezzarle il viso e i capelli poi le disse:
-Così va bene. Prendi la tua tristezza in mano e soffiala nel fiume, vesti di foglie il tuo dolore e coprilo di piume.-
-Che bella! Dove l’hai presa?- gli chiese affascinata.
-Non ricordo bene se era la frase di una poesia o di una canzone.- le rispose.
-Comunque è bellissima.- gli disse.
-Beh. Ora, purtroppo, devo andare. Ci vediamo più tardi.- le disse.
-A più tardi!- gli disse sorridendogli.
Uscivano dal bosco sempre separatamente per evitare che la gente, vedendoli, li scherniva e insultava pesantemente. Nel frattempo, nella parte più profonda del bosco, sepolto sottoterra, vi era un piccolo scrigno con il coperchio decorato da una rosa d'oro. Quella rosa era un sigillo che stava pian piano perdendo il suo potere e quindi lentamente si stava spaccando. Una volta rotto completamente, lo scrigno si aprì e da esso uscì un orrenda creatura. Si trattava di una grossa pianta carnivora alta due metri e mezzo dotata di gambe e braccia che erano profili di rami, foglie le mani e spine le dita. Souseiseki era ancora davanti al fiume e sentendo i passi pesanti della creatura si voltò e lo intravide appena.
-Che cos'era?- si chiese.
-Era Derom. Questo significa che il sigillo ha perso il suo potere e ora è di nuovo libero.- disse una voce femminile alle sue spalle.
Quando Souseiseki si voltò aveva davanti a sè una specie di piccola luce verde fluttuante che sembrava una lucciola in pieno giorno.
-Chi... cosa sei?- le chiese Souseiseki.
-Mi chiamo Lempika e sono... ero una maga un tempo.- le rispose lei.
-E che ti è successo?- le chiese.
Lempika cominciò a raccontare:
-Moltissimo tempo fa, ti parlo di secoli ormai, c'era una maga molto potente quanto malvagia e assetata di potere. Per questo suo scopo creò, con la sua magia nera e alcuni incantesimi, Derom. La creatura dimostrò subito la sua malvagità uccidendo la sua padrona e facendo cadere questo mondo nel caos più totale. Molti cercarono di ucciderlo, ma nessuna arma e nessun incantesimo erano efficaci contro di lui. Io ero una discreta e giovane maga appena diciottenne e pensai un modo per sconfiggerlo. Avevo pensato di creare un arma che potesse sconfiggerlo dato che le armi normali non gli facevano effetto. Il crearla, però, richiedeva molto tempo e non potevo lasciarlo distruggere il mio mondo in pace, ti pare?-
-In effetti!- Le rispose Souseiseki.
-Così decisi di siggilarlo. In questo modo, se sarebbe tornato, l’arma sarebbe stata pronta. Il sigillo ha una durata limitata di “solo” due secoli e quindi decisi, una volta completata l’arma, di trasformarmi in questa forma immortale e osservare la situazione. L’unico difetto… è che non posso più tornare me stessa.- concluse Lempika.
-Fantastico! Quindi è tutto inutile! Come pensi di usare quell'arma nello stato in cui sei ora?- disse giustamente Souseiseki.
-Oh, no. Chiunque può usare quest’arma. Anche tu, se vuoi.- le disse lei facendole apparire magicamente l’arma dal nulla.
Erano delle enormi cesoie d’oro.
-Queste magiche cesoie sono in grado di tagliare perfino il diamante che è la cosa più dura del mondo.- le disse fiera.
-Beh, auguri! Io non ho intenzione di aiutare nessuno.- disse Souseiseki con una serietà da gelare il sangue.
-C-come? Non t’importa se tutta la gente del tuo villaggio muore? Vuoi la distruzione del mondo?- le chiese Lempika scioccata.
-Mi hanno solo fatto soffrire! E’ giusto che paghino.- disse lei sempre più seria.
-Non ci credo a quello che sto sentendo! Non c’è proprio nessuno che vorresti salvare?- le chiese Lempika.
-No!- disse lei poco convinta.
-Non m’inganni, sai? Qualcuno c’è! L’ho capito subito! Fregatene degli altri! Salva lui, lei o loro, chiunque siano! Derom non si fermerà davanti a nulla e distruggerà tutto e chiunque si trovasse sul suo cammino… anche te!- cercò di convincerla.
Nel frattempo, Derom era arrivato alle porte del villaggio. Vide davanti a sé Kazuki che camminava dandogli le spalle e alcuni anziani che passeggiavano. Il mostro aprì la sua enorme bocca zannuta dalla quale uscirono molte grosse e lunghe spine avvelenate. Colpì Kazuki alla spalla destra e i vecchi direttamente sulla giugulare. Non appena le sue vittime caddero a terra continuò la sua marcia inarrestabile. Kazuki si rialzò a fatica reggendosi con una mano la spalla ferita e tornò da Souseiseki. Appena la raggiunse, dopo molta fatica, gridò:
-Sou!- e cadde a terra.
-Kazuki!- gridò Souseiseki seguita da Lempika.
-Queste spine sono di Derom. Sono altamente velenose. Mi sorprende che sia ancora vivo!- le disse Lempika dopo aver osservato la ferita.
-Morirà?- chiese Souseiseki con le lacrime agli occhi.
-Ci sono io! Non temere.- le disse Lampika con voce rassicurante.
Dopodichè s’avvicinò alla ferita, s’illuminò intensamente, le spine s’incenerirono e la pelle di Kazuki riacquistò colore.
-Ora è salvo. Lascialo dormire.- le disse Lempika.
Souseiseki gli accarezzò il viso con dolcezza. All’improvviso scattò in piedi.
-I miei genitori!- esclamò.
-Ora hai qualche motivo per combattere.- disse Lempika con la tipica voce di una che sorrideva.
-Andiamo!- disse Souseiseki impugnando le cesoie dorate.
Derom continuava la sua opera di distruzione. Le strade erano colmi di cadaveri, pezzi di arti, pezzi di carne e sangue ovunque. Alcuni guerrieri armati di spade, asce e lance cercarono di fermarlo, ma le armi, a contatto con il suo corpo, si sbriciolavano come pane. Dopo aver ucciso i guerrieri s’accorse di una donna che correva con in braccio un neonato. Allora la colpì con delle spine che spuntarono dalle sue braccia e la colpì ad una gamba. La donna s’inginocchiò dolorante e pregava disperatamente il mostro di non ucciderla. Derom s’avvicinò a lei, splancò la bocca e…
-Adesso basta! Hai finito di fare danni!- gridò Souseiseki mettendosi in mezzo al mostro e alla donna.
-Ora ci penso io, signora. Stia tranquilla.- disse alla donna voltandosi verso di lei.
-Tu! Sei stata tu! Strega! Demonio! Questo demone è dalla tua parte vero? Vuoi ammazzarci tutti! Che tu sia maledetta!- le gridò la donna piangendo.
Souseiseki sospirò.
-Hai visto Lempika? Fai del bene alla gente e ti ripagano in questo modo. E io dovrei lasciarli in vita? Non lo meriterebbero…- disse alla piccola luce che le fluttuava accanto.
Non s'accorse nessuno, che le radici che formano le dita dei piedi di Derom, stavano andando sottoterra e l'agguantarono alle caviglie lasciandola penzoloni. Fortunatamente aveva tenuto ben strette le cesoie in mano e con esse tagliò le radici e si liberò. Il mostro, ferito, cominciò ad urlare disperatamente.
La donna era un po’ dubbiosa da quello che aveva visto, ma quando Derom sparò gli aculei dalla sua bocca verso il suo bambino, in un attimo di rabbia, Souseiseki si gettò davanti ai due e colpì li aculei con le cesoie spezzandoli in due.
-G-grazie! Pe- perdonami ti prego!- le disse la donna stringendo forte il suo piccolo.
-A dopo i ringraziamenti e le scuse! Scappi!- le disse Souseiseki.
Derom lanciò tutti gli aculei di cui diponeva, ma inutilmente. Allora si gettò verso la sua nemica cercando di prenderla con le sue mani-foglie spinate. Souseiseki fu prontissima a riceverlo e gli tranciò il braccio in due. Fece un grande salto, con l’aiuto della magia di Lempika, aprì le cesoie e con esse mozzò la testa del mostro.
Il corpo senza vita di Derom cadde a terra per poi incenerirsi all’istante facendosi dolcemente trasportare dal vento.
-Tutto è finito!- dissero insieme Souseiseki e Lempika.
Gli abitanti sopravvissuti uscirono dalle loro case e la guardarono tutti.
-Me ne vado, me ne vado! Capisco subito quando non sono bene accetta.- disse lei tristemente. Appena si voltò si trovò davanti Kazuki.
-Tu non vai da nessuna parte! Tu resti qui- le disse.
-Kazuki ha ragione!- le gridarono i suoi genitori.
Anche la donna col neonato si unì a loro. Souseki si commosse vedendo tutta la gente che si avvicinava a lei senza il terrore negli occhi e evitarla come se fosse una lebbrosa. Lempika cominciò a volare via senza dire nulla, ma Souseiseki la vide e la fermò.
-Te ne vai senza neanche salutare? Dov'è che andrai?- le chiese.
-Ritorno nel bosco. E' lì che ormai vivo. Addio Sou.- le rispose e volò via.
Da allora Souseiseki e Kazuki vissero, finalmente, felici senza più essere scherniti e senza frequentarsi di nascosto.
Edited by Laplace Demon - 23/10/2009, 10:49