Rozen Maiden Dangereaux, I commenti QUI

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view post Posted on 4/7/2008, 08:58
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LusHika { 7-3-08 }

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Tutti i nomi, accessori, abiti, poteri, situazioni non esistenti in Rozen Maiden, sono © Kira.Lu.

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Phase 1 - Enju





Lenti e silenziosi passi, un ticchettìo davvero fastidioso.
Erano ormai le 2 di notte.
La luna splendida illuminava la camera al buio, giochi di stelle come gioielli scintillanti attorniavano l'astro sublime che sorrideva in quella amara notte.
Sulla parete cresceva enorme e oscura l'ombra di una bambina seduta davanti alla finestra.
Più che una bambina si poteva azzardare che quella creatura fosse una bambola, sia a causa del suo aspetto minuto ma non infantile sia per i suoi lunghi boccoli di un argento-bluastro. I suoi occhi erano di un viola scuro molto profondo e, stranamente, possedeva un paio di piccole e carine ali bianche sulla schiena. Indossava un abitino azzurro e bianco in stile Lolita, aveva lunghi stivali del medesimo colore e qualche fiocchetto decorato da sonaglini.
Era solita a stare lì immobile a guardare la luna immersa nel profondo blu di quell'universo che a volte non comprendeva, perciò restava seduta a pensare.
"Quando pensa non è mai un buon segno", pensò una ragazzina sull'uscio, incantata ad osservarla senza distogliere lo sguardo. La bambina aveva i capelli corti castani e sul capo portava una fascia, indossava un pigiama lilla decorato con cuoricini e fiocchetti.
Sbadigliò, era tardi per una bambina di 7 anni anni, doveva andare a dormire.
Nuovamente l'alba fece capolino sulla cittadina che pian piano si svegliò. Un ragazzo dai lunghi capelli corvini legati in una coda e dagli intensi occhi verdi si fermò nella stanza dove proprio la sera prima la bambolina osservava il cielo. Ora però non c'era più, la stanza era vuota e silenziosa, così come la casa.
Il giovane sospirò, sapeva ormai bene che la mattina non era mai a casa. Lei si trovava a casa del suo "padre" come lo chiamava lei. Padre... cos'era un padre?
Per Yukito un padre era una figura inutile. Suo padre se n'era andato di casa quando era molto piccolo, solo per lavoro e affari, lasciando la moglie che morì pochi anni dopo in seguito ad una grave malattia. Yukito è dovuto crescere in fretta, prendendosi cura della sorellina più piccola, Sakura. E così, tra capo e collo, gli era finita tra i piedi una bambolina piuttosto pazza. Già dal fatto che non era un bamola normale ma sapeva parlare, pensare e muoversi era una cosa strana per lui. Figuriamoci poi se la bambola in questione avesse un carattere chiuso, freddo, folle... al contempo però rideva, scherzava e spesso saltellava da sola.
Com'era possibile che esistesse qualcosa del genere?

In una vecchia catapecchia, non molto lontana dalla città, un uomo era indaffarato nel costruire qualcosa. Era chiuso nel suo tranquillo lavoro, da solo e in pace, finchè la porta non si spalancò di scatto, facendolo sobbalzare. Dalla porta apparve un altro uomo che indossava un mantello con i bordi decorati da quadrati colorati. Da sotto il mantello si poteva notare il viso di un ragazzo sui 20 anni dai capelli castani che aveva a lato una lunga ciocca di capelli raccolti in una treccina. Aveva una grossa cicatrice sull'occhio sinistro.
L'uomo incappucciato proseguì, fino a trovarsi di fronte il secondo uomo, proprietario della baracca. L'uomo in questione era biondo, con i capelli raccolti in una piccola codina e uno sguardo poco propenso al sorriso. Quest'ultimo scosse il capo, come per non voler accettare la presenza del ragazzo incappucciato in casa sua. Di tutta risposta l'uomo incappucciato resto imperterrito ad osservare il lavoro dell'uomo biondo, senza batter ciglio: era una bambola dall'abito decisamente interessant, aveva lunghi capelli lilla e una benda sull'occhio sinistro con incisa una rosa. L'uomo incappucciato scoppiò a ridere mentre l'uomo biondo si arrabbiò ulteriormente.
-Nessuno ti ha invitato qui, Daxis. Quella è la porta.- affermò con serietà all'uomo incappucciato.
-Oh oh, mastro Enju è furioso perchè la sua bambola ha perso contro le Rozen Maiden??- chiese Daxis divertito da quella situazione.
Enju emise un verso di rabbia e si alzò violentamente, dirigendosi verso un grande scaffale che conteneva oggetti di ogni tipo.
Daxis rise nuovamente, divertito da quella situazione quando ad un certo punto la porta cigolò e apparve un'altra bambola.
La bambola dai lunghi capelli argentei osservò la situazione, incerta se intervenire o meno. Daxis si accorse di lei e la sua espressione mutò rapidamente, divenendo un misto tra incredulità e disgusto. Enju se ne accorse in tempo, per cui si alzò e si avvicinò alla bambola.
-Ririnkai. Cosa fai qui? Va di là e accertati che Kuroryu si svegli presto.- gli ordinò severamente.
La bambolina lo fissò stupita per poi comprendere, facendo un cenno di consenso.
-Certo, Padre.- Così si voltò e raggiunse la cucina.
Daxis osservò ogni passo di quella bambolina finchè ella non svanì oltre l'uscio.
Enju richiuse la porta e si avviò verso il tavolo con del colorante in mano, lo poggiò sul tavolo da lavoro e si accomodò, pronto per ricominciare il lavoro.
-Vattene, Daxis.- sollecitò. Daxis, che stava ancora fissando l'uscio da dove era sparita la bambola, si accorse allora che Enju era tornato al lavoro.
-Che...diavolo hai combinato Enju?- disse preoccupato ma anche disgustato da quella situazione.
-Niente, non sono affari tuoi. Ti ripeto, vattene, ho da fare.- continuò
-Non ti bastavano le tue stupide e inutili bambole?- disse, guardando con disprezzo la bambola cristallina addormentata sul tavolo. Di tutta risposta Enju si alzò e si voltò verso Daxis.
-ALMENO LE MIE SONO BAMBOLE.- urlò furioso.
Daxis si adirò, l'aveva veramente ferito nell'orgoglio e non poteva sopportarlo. Sicuramente Enju poteva davvero essere un bravo costruttore di bambole ma lui faceva del suo meglio, anche se nonostante tutto riusciva a creare solo bambole che se prendevano vita mutavano di aspetto in qualcosa simile a delle ombre.
-Non ti permetto di offendere le mie creazioni!- rispose semplicemente, cercando di calmarsi e di sbollire la rabbia.
-Cre...Creazioni? Quelle insignificanti cose nere? A me sembrano più mostriciattoli usciti da qualche videogioco, caro il mio Daxis. Tu non sei MAI riuscito a creare una bambola decente.- gli disse ridacchiando, prendendolo in giro -Sei sempre stato il più scadente tra noi tre...- continuò.
-E tu sei sempre stato un fallito.- disse, apprezzando l'espressione adirata che assunse Enju a quella affermazione. -Mei fa bambole molto più belle e VIVE delle tue.- continuò ridendo. -Dopotutto era sempre quella che Rozen lodava di più...- concluse.
Ma aveva commesso un grave errore: era come se avesse appena detto una parolaccia. Il nome di Rozen era impronunciabile, Enju lo odiava più di qualunque cosa al mondo. Solo perchè era "Il Maestro", solo perchè se qualcuno ammirava le bambole di Enju farfugliava qualcosa del tipo "sono le bambole dell'allievo di Rozen!". Mai erano ricordate come "Le bambole di Enju".
Il Dollmaker si sedette al suo posto, decidendo di sfogare la sua ira nella riparazione di Barasuishou.
Daxis sorrise, aveva ferito il suo animo ma la vendetta era ancora da mettere in atto.
-Cosa hai intenzione di fare con lei?- chiese divertito.
-In che lingua dovrò ripeterti che devi sparire?- chiese seccato Enju.
-Sta attento. A giocare con le Rozen Maiden ci si scotta!- seguì una risatina, come se avesse fatto un splendida battuta da salotto, ma Enju non rispose. -Anche se la Rozen Maiden in questione non sa chi sia.- aggiunse, cercando di far confessare l'uomo che più che ascoltare le provocazioni di Daxis era impegnato nel dare un lieve tocco di rossore alle labbra della sua bambola perfetta.
-...ti diverti a fingerti suo padre?- decise di chiedere. Ma il risultato era lo stesso, nessuna risposta. -Sta attento, prima o poi ricorderà chi è, non potrai tenerla imprigionata per sempre.- concluse, voltandosi.
Enju si voltò verso l'uomo col mantello, stufato di quel discorso inutile.
-Quando ricorderà, potrò anche disfarmene, tanto non servirebbe più a nulla.- si voltò nuovamente iniziando ad applicare un rossore, stavolta alle guancie.
-tsk... ti ricordo di un coniglio rompicavolo. E' sempre dove non dovrebbe essere.- affermò, aprendo la porta e andandosene via.
Enju muguliò qualcosa ma poi tornò al lavoro quando la porta della cucina si aprì nuovamente.
-Padre... Kuroryu è sveglia e ha già mangiato... posso andare?- chiese Ririnkai con sguardo supplichevole. Ormai era l'ora di pranzo e probabilmente anche lei doveva mangiare.
Enju alzò il capo per controllare l'ora e senza degnarle di uno sguardo le rispose.
-Va. Il tuo compito lo conosci.-
Il suo compito... lo conosceva perfettamente.
Doveva eliminare tutte le Rozen Maiden ma da anni lei faceva solo finta di studiarle portando talvolta al Padre alcune informazioni sui loro nuovi medium.
Le guardava da lontano, le studiava, ormai sapeva tutto di loro: Shinku, la smorfiosa che beve sempre il tè; Hinaichigo, una bambinetta viziata che vuole solo giocare; Souseiseki e Suiseiseki, le inseparabili gemelle giardiniere dei sogni, Suiseiseki era molto irascibile, Souseiseki era invece intelligente, saggia e coraggiosa.
Poi c'era la Rozen Maiden che non preoccupava nessuno essendo un fantasma nonostante l'avesse incontrata varie volte: Kirakishou. Stranamente stava lì, ad osservarla, senza dire niente. Era come se lei sapesse qualcosa sul suo conto che Ririnkai non poteva immaginare.
Poi c'era Kanaria... Kanaria era diversa, era un'amica.
Successe tutto molti anni fa, quando si incontrarono per la prima volta. La bambola azzurra si era persa e incontrò Kanaria che con un sorriso l'aiutò, da quel giorno divennero inseparabili amiche. Nonostante Kanaria sia a conoscenza dell'intento di Ririnkai le era rimasta comunque vicino. Ririnkai cercò di fare il meno possibile per evitare di separarsi da lei, dopotutto nemmeno Enju sapeva che la frequentava.
Poi c'era l'ultima Rozen Maiden... o meglio, la prima: Suigintou.
Ririnkai aveva accuratamente evitato quella bambola, non perchè fosse la più potente ma perchè le assomigliava. Enju le aveva sempre detto che le assomigliava per un solo motivo: aveva cercato di riprodurla ma aveva fallito, così era nata lei, un esperimento fallito nella riprodizione di Suigintou.
A parte Kirakishou e Kanaria, si può affermare che Ririnkai non aveva mai avuto contatti con tutte le altre rimanenti bambole.
Ormai l'ora era tarda e la bambolina uscì dalla baracca, pronta per tornare a casa dove Yukito la stava aspettando.
"Medium. Sei l'unica mia bambola che ne ha bisogno" spiegò Enju. "Anche le Rozen Maiden usano i Medium."
Eppure quell'anello che indossava era così simile a quelli che solo Rozen poteva produrre... perchè nemmeno Barasuishou ne aveva avuto bisogno ma lei sì? Era davvero un'esperimento fallito?

Edited by Kirakishou - 15/4/2011, 10:07
 
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Phase 2 - Kanaria






Yukito si voltò perplesso, constatando che stranamente la bambolina non era ancora tornata. Eppure era ora di pranzo, era molto strano. Ma si sa, quando si parla del diavolo spuntano le corna, infatti Ririnkai spuntò da dentro uno specchio nel salone, e tranquillamente si diresse in cucina per il pranzo.
-Ah eccoti! Hai fatto tardi!- esclamo Yukito arrabbiato, siccome si era preoccupato molto per la usa assenza.
Ririnkai arrivò accanto alla sedia e si issò, iniziando a mangiare senza rivolger parola a Yukito, il quale seccato riprese anche lui a mangiare.
Dopo il pranzo, Ririnkai si chiuse nella sua camera. Lei non poteva stare lontana per molto dal suo Medium. Dipendeva tutto dall'anello con la rosa che indossava, simil a quello delle Rozen Maiden. Esso permetteva di fare un patto con un umano, prelevando la sua energia vitale per poterla usare o più che altro per vivere.
La bambolina si accomodò sul letto pensierosa, quando lo specchio di fronte al letto di illuminò di una forte e accecante luce. Da esso fuoriuscì una bambolina dal vestito giallo e dai capelli raccolti in due codine basse argentate.
La bambolina si avvicinò sorridente a Ririnkai e si sedette sul letto accanto a lei.
-Va tutto bene?- chiese curiosa. Ririnkai sospirò.
-No. Papà mi ha ricordato del compito...è un brutto segno.- rispose con tristezza.
La bambolina dai codini si rattristì alla notizia e iniziò a guardare le sue mani incrociate.
-Di questo passo, se non sconfiggo almeno una Rozen Maiden, potrebbe punirmi...- pensò. La bambolina gialla la fissò esterreffatta. Punirla? perchè mai? E soprattutto come? Quasi a rispondere al suo sguardo interrogativo intervenne Ririnkai.
-Quando le sorelle non rispettano i compiti a loro dovuti, papà le fa male...le brucia.- disse. L'altra bambolina sussultò a sentir quelle parole orribili.
-Come...come può distruggere le sue bambole????- chiese terrorizzata.
-Se sono fallimenti...- disse pensierosa. -Anche io mi sto rivelando un fallimento...però io...- si voltò verso la bambolina gialla.
-Però io voglio bene a Kanaria...- sospirò quasi con rassegnazione al destino che l'avrebbe raggiunta in poco tempo.
Kanaria strinse forte il lenzuolo del letto, mentre una lacrima rigò il suo viso. Bruciare? Ririnkai sarebbe stata bruciata come le sue sorelle? Era una dura verità e accettarla significava accettare la vittoria di Enju.
-Non lo permetterò, kashira!- esclamò d'un tratto, facendo sobbalzare Ririnkai dal suo stato pensieroso.
-Ti porterò da Shinku, lei ti proteggerà, è forte, vedrai!- disse quasi sicura di se stessa.
Ririnkai la osservo a bocca aperta. Farsi proteggere da una Rozen Maiden?? Proprio dalle Rozen Maiden che suo padre tanto odiava e che voleva distruggere?
-Shi....Shinku..? Ma dai che scherzi? E' una cosa assurda, io vi dovrei distruggere per ordine di papà!!- urlò distrutta, sapendo benissimo che non ci sarebbe mai riuscita. -Come puoi...aiutarmi? Perchè ...riponi così tanta fiducia in me?- continuò, chiedendo stranamente a Kanaria che, dapprima ci pensò un pò su, poi le rispose.
-Perchè siamo amiche kashira!- rispose, concludendo quella discussione.
Per Ririnkai era un raggio di sole nella notte oscura. L'amicizia era una cosa che le era proibita. Se suo padre avesse scoperto dell'amicizia con Kanaria non l'avrebbe fatta franca di sicuro. Ma la paura di finire bruciata non era superiore alla prospettiva di avere un'amica con cui parlare e con cui sfogarsi. Per questo nulla le aveva impedito di trovarla, in qualunque era, e di starle accanto.
Kanaria scese giù dal letto.
-Ti va una passeggiata?- chiese con dolcezza. Ririnkai si stiracchiò un pò e scese anche lei dal letto.
-Con piacere! Dove mi porti?- chiese incuriosita.
-Dove spero tu non possa perderti kashira!- esclamò scherzosamente. Ririnkai arrossì lievemente, le ricordò molto il loro primo incontro.

FlashBack

La bambolina con le ali bianche era impegnata ad indagare per bene sulla sesta Rozen Maiden, la viziata e bambina Hinaichigo. Si era appostata fuori dalla villa del suo medium, una bambina che di carattere le assomigliava molto. Dal tetto dove si trovava appollaiata poteva scorgere le due ridere come pazze.
-Che idiote...non c'è che dire...- esclamò Ririnkai, incuriosita da quel comportamento bambinesco.
Scese dal tetto e si diresse nella soffitta di quella villa, dove si trovava un grosso specchio. Vi entrò, arrivando in un N-Field.
Passegiandovi, diretta a casa del suo medium, scriveva sul suo taccuino ciò che aveva appreso quel giorno.
-..."Hinaichigo è solo una mocciosa che vuole giocare e giocare, non credo abbia interesse nell'Alice game. Non pare sia forte, anzi, potrebbe essere sconfitta facilmente prendendola per la gola, siccome pare adori molto le fragole. Tuttavia il suo medium è solo una bambina, per cui eliminarla potrebbe essere un gioco da 'bambini'..."- ma si bloccò ad un tratto, alzando il capo dal taccuino. Si voltò in giro, cercando la strada da cui era arrivata ma non la trovò. Attorno a se vedeva solo strane roccie e alcuni ruscelli. Dove caspita era finita??
-Oh cavolo chu....mi sono persa!!!!- urlò spaventata. Così iniziò a correre, cercando di rifare la strada a ritroso per trovare un punto a lei familiare. Correndo però, urtò violentemente, qualcosa che le stava davanti ma che non l'aveva vista. Quella cosa però gemette per il dolore.
-Ah..oh...oh scusami!!!- disse subito, cercando di capire chi aveva urtato. La cosa che aveva urtato si alzò e si pulì il vestito. Era una bambolina molto carina, dagli abiti gialli e arancioni e con due codine argentate. I suoi limpidi e cristallini occhi verdi, stregarono per un secondo Ririnkai che restò lì a bocca aperta a fissarla. Ma anche per la bambola fu una cosa strana incontrare Ririnkai.
-...va tutto bene, ero io che non dovevo stare così ferma kashira...- disse non distogliendo lo sguardo da Ririnkai.
-Eh gia...- disse Ririnkai imbarazzata -ultimamente gli N-Field sono diventati molto affollati, bisogna muoversi con cautela!- esclamò.
La bambolina gialla la fissò silenziosa per qualche secondo, prima di esplodere in una sonora risata, seguita da Ririnkai.
-Beh, io sono Kanaria, Seconda bambola delle Rozen Maiden!- disse allegramente -e tu chi sei?-
Ririnkai restò in silenzio per qualche secondo. Se era una Rozen Maiden allora avrebbe dovuto ucciderla... però stranamente era così simpatica, le ricordava molto il suo carattere. Per cui evitò di pensarci annuendo e sorridendole.
-Ririnkai, una bambola normale di un costruttore di seconda mano...- mentì, l'identità di Enju non poteva essere scoperta così.
-Ah, bene! Che bello un'amica kashira!- disse. Quel sorriso non poteva essere dimenticato, perchè entrambe lo avevano stampato sul volto.

Fine Flashback

-Allora?- chiese curiosa Ririnkai. Kanaria si avvicinò allo specchio che si illuminò nuovamente.
-Andiamo!- le tese la mano e Ririnkai la afferrò. Entrambe entrarono, ritrovandosi in un luogo strano. Era come se fosse un enorme città però dove le case erano ricoperte da fiori e piante. Così avanzarono, sotto lo sguardo attendo di una bambola dai lunghi capelli rosa.
 
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Phase 3 - Kirakishou





Voltandosi a destra e a sinistra, poteva notare molte abitazioni ormai abbandonate e ricoperte da rovi e piante. Perchè si trovavano lì? Cosa c'era da vedere? Nonostante tutto, Kanaria l'aveva invitata a fare una passeggiata per cui non c'era nulla da preoccuparsi. Uscire un pò le avrebbe fatto bene, dopotutto. Avanzarono tra le ville finchè non giunsero in un piccolo spiazzale, dove si sedettero a chiacchierare.
-Mi sembri nervosa....qualcosa non va, kashira?- chiese Kanaria curiosa, stupita di vederla così assorta nei suoi pensieri.
-E' qui...da un bel pò.- rispose. Kanaria la fissò con sguardo interrogativo.
Ririnkai si voltò dietro, osservando il tetto di una villa. E fù allora che la notò. Una bambola bianca dai lughi e rosei capelli, con l'occhio destro mancante, al suo posto vi era una rosa azzurrina. Kirakishou, la settima Rozen Maiden.
-waaaaaaaa Kira...Kira!!!!- urlò Kanaria spaventata. Ririnkai però le fece cenno di star calma.
-Ssssssssss-star calma???- rispose impaurita. In effetti, Kanaria conosceva Kira grazie a Ririnkai, però non aveva mai interagito davvero con lei e non sapeva se era buona o cattiva. Però le pareva inquietante, anche perchè assomigliava a Bara, o meglio, Barasuishou assomigliava a lei.
Ma Kanaria, stranamente, si calmò, semplicemente perchè si fidava di Ririnkai, anche non capendo perchè. Ririnkai invece si alzò nella direzione di Kira e la osservò seriamente. Dopodichè sorrise, facendo incuriosire Kanaria, per questo suo strano comportamento.
-Come mai mi segui e taci? E' da tempo, molto tempo ormai che fai così.- chiese Ririnkai, ma non si aspettava risposta. Di solito Kira non era poi così taciturna. Come mai con lei si comportava così?
-Avanti, perchè non vieni qui?- chiese ridacchiando l'ottava bambolina. Ma non ottenne risposta alcuna come previsto, per cui si rassegnò a sospirare e a voltarsi nuovamente verso Kanaria.
-Tu mi nascondi qualcosa Kira...- affermò, prima di tirare Kana per una manica e di continuare il tragitto. Kira invece non le seguì ancora, il che stupì molto le due.
-Cosa voleva?- chiese curiosa Kanaria.
-Mah...chissà...- rispose Ririnkai. -sono molti anni che quando la becco mi fissa così senza aprir bocca. Un nervoso...- esclamò poi.
-Ti sta antipatica? A me sembra matta kashira...- disse Kanaria.
-Senti chi parla!- disse Ririnkai ridendo -no comunque, non mi è antipatica. Sono solo curiosa di sapere cosa pensa...-
-Anche io vorrei sapere cosa pensi. A volte sei così immersa nei tuoi pensieri che piangi da sola kashira.- disse Kanaria con sguardo triste. Ririnkai sospirò.
-C'è qualcosa che mi fa male qui, dentro di me. Però non riesco a capire cosa sia.- Disse molto turbata dalle sue emozioni.
Le ragazze camminarono finchè non fuoriuscirono dal N-Field in una casa. Senza nemmeno aver il tempo di parlare, una donna si butto addosso a loro e le strinse come sardine.
-WAAAAAAAAAAAAA CHE SORPRESA RIRIN-CHAN!!!!!- urlò la donna ad una Ririnkai che fra poco moriva strangolata.
-NYAAAAAAA MICCHANNNNN MI UCCIDI COSI'!!!!!!!!!!!!!- urlò Ririnkai agitata.

-Un buon tè è quello che ci vuole!- esclamò il medium di Kanaria, dandole una tazza di tè. Dopo di che prese una bottiglia dal frigorifero e versò del liquido in un bicchiere. -peccato che a te non piacce Ririn-chan!- continuò.
Ririnkai sospirò, il tè era la cosa che più odiava a questo mondo. Non capiva perchè le bambole bevessero solo tè...
-Bah...a me fa schifo..- disse disgustata, guardando Kanaria gustare il suo tè. Intanto Micchan le aveva portato il bicchiere con il liquido scuro. -La coca cola invece è una cosa sublime, celestiale!!!- esclamò sorseggiandola con amore e perdendosi in quel buon liquido frizzantino. Micchan rise.
-Sei così carina Ririn-chan!!!!- esclamò impazzita, iniziando a volteggiare nella stanza senza più controllo.
-Ah! che idea!- esclamò Kana. -Micchan ha preso altri abiti!!!- disse entusiasta.
-ABITI!!! -gli occhi di Ririnkai iniziarono a brillare -vedereeeeeeeeeeeeeeeee-
Micchan aprì dei pacchi pieni di abiti Sweet Lolita e iniziò a stenderli sul tavolo, decidendo l'ordine in cui dovevano essere messi.
Tanti abitini colorati, tante foto e divertimento, in un pomeriggio sereno e limpido.
Un pomeriggio di felicità, la quale poteva essere ottenuta semplicemente con poche cose.
Bastava solo un pò di amore.
Mille pensieri sull'amicizia, sull'amore e su una vita passata nell'ombra, vennero tutti insieme interroti da un sonoro schiaffo.
-Possibile tu sia così inutile, stupida bambola????- le urlò con furia Enju. Ririnkai cadde a terra a causa della potenza del colpo.
-Non hai scoperto ancora nulla di utile sulle Rozen Maiden! Il tuo scopo è sconfiggerle, lo sai, vero?- disse furioso.
Ririnkai si limitò a bisbigliare un "si" che le costa una grande sofferenza.
-NON TI SENTO!- urlò Enju di tutta risposta. Ririnkai alzò il viso distrutto dalla tristezza.
-Si, padre.- disse. enju annuì col capo.
-Bene. E ora sparisci, ho da fare.- disse, prima di tornare al suo lavoro, riparare Barasuishou.
Ririnkai chiuse la porta della saletta. Per terra, nel corridoio, era seduta una bambola dai lunghi capelli castani e lisci.
-ti ha fatto male?- chiese con voce triste.
-non ti riguarda. Tu pensa a studiare.- disse Ririnkai, passandole davanti.
-Per favore...aiutami tu...- chiese con pietà. Ririnkai si voltò perplessa.
-Aiutarti? Cosa c'è da aiutare? Ti ho insegnata a camminare, a vestirti, ti ho fatto vedere cosa significa mangiare, bere, qual'è la differenza tra la notte ed il giorno. Ma la vita devi impararla da sola, Kuroryu.- dopodichè, sotto lo sguardo triste e depresso della sorellina, Ririnkai si diresse nello stanzino, con lo scopo di dormire un pò. Ormai era da molto che non dormiva e aveva paura di consumare tutte le sue energie.
Aprì la porta e si sedette sul lettino a piangere. Lo stanzino era una camera buia con tanti barattoli e scatoli uno sopra l'altro. Era piccolo e aveva un lettino, un mobiletto e uno specchio.
Ririnkai era distesa sul lettino a fissare la sua immagine su quello specchio. Era orribile il suo viso rigato dalle lacrime. I suoi pensieri la trasportavano a quel pomeriggio, quando Micchan disse "come sei carina". Ma era davvero carina? Eppure suo padre non gliel'aveva mai fatto notare. Per lui, Ririnkai era solo una bambola con dei doveri da compiere. Se non li avesse compiuti, sarebbe stata bruciata come tutte le altre. A quella prospettiva, nascose il volto sul cuscino, sconvolta.
Ma fu costretta ad alzarlo nuovamente, siccome un rumore era rimbombato nella stanza. Si guardò attorno ma non c'era nulla, nessuno. Si accostò un pò allo specchio, vicino al letto, per guardarsi da vicino. Ogni volta che lo faceva stava male. Non capiva pechè, ma il vedere la sua imamgine riflessa le procurava un colpo al cuore. Come se le ricordasse qualcuno.
E mentre osservava se stessa, un immagine apparve sulla superfice dello specchio, stupendola. La fissò stupita, Kirakishou, nello specchio che la osservava.
Ririnkai restò a guardarla incredula, senza parlare e senza capire come mai fosse apparsa da lei proprio in quel momento. A quel punto, Kira allungò la mano che fuoriuscì dallo specchio. La spalancò, come per invitarla. Ririnkai fissò prima la mano poi lei.
-Seguimi.- disse. Ririnkai si spaventò. L'aveva sentita per la prima volta parlare. La voce di Kirakishou, era così dolce e incantevole.
L'ottava bambola le prese la mano e si issò. Kira la tirò a se, dentro allo specchio, dove c'era qualcuno ad aspettarla con ansia.
 
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Phase 4 - Laplace





La presa di Kira era molto salda, e spinse molto fortemente la bambolina nell'N-Field.
Ririnkai si trovò di fronte un mondo fatto di cristalli e strane costruzioni. Ne rimase un pò sconcertata, fissò con insistenza quello strano luogo che da un certo punto di vista poteva sembrare quasi un luogo incantato, un paese delle meraviglie. Il tutto finchè Kira non la riportò alla realtà.
-Vieni.- si limitò a dire, e si avviò nella direzione opposta. Ririnkai si gettò al suo inseguimento, perchè "avviarsi" non era il termine esatto. In effetti, Kira stava correndo via...
-Ehi!!! Aspettami, chu!!!- urlò Ririn cercandole di stare appresso anche senza molti risultati. Solo dopo un pò la bianca bambolina si fermò. Ririn la raggiunse e si gettò sulle ginocchia a riprendere fiato, era abbastanza stremata. Si poteva respirare uno strano profumo, l'aria era molto leggera. Il paesaggio invece era cambiato, mostrando un giardino di rose che terminava in una villa. Una splendida villa situata proprio di fronte loro.
-Che posto è questo?- chiese ma quasi senza voler davvero fare quella domanda. Restò a fissare quella villa come se per lei rappresentasse un posto importante. Avanzò lentamente, verso quel luogo che profumava di fiori e amore.
Kira la seguì senza proferir parola, come era brava a fare.
C'era un'immensa scalinata. Gradino dopo gradino, sentì avvicinarsi sempre di più una tristezza all'interno del suo cuore. Un tormento che allo stesso tempo era gioia. Cosa poteva mai essere? Eppure non era mai stata in un luogo del genere, era la prima volta che si trovava in quella villa. Ma la sua vista, il suo dolce profumo di felicità, era come tornare alla vita. Sbocciare come i mille fiori che attorniavano quel luogo paradisiaco che Ririn osservava con tanto stupore e allo stesso tempo, con tanta, tanta malinconia.
Una porta. era ovvio che ce ne fosse una, bisogna pur entrare. Ririn le si avvicinò e la osservò con tristezza, prima di spingerla in dentro, rivelando l'enorme ingresso che sembrava così desolato e tetro. Ma una volta, forse, era splendido come il paesaggio circostante.
Kirakishou la seguiva in silenzio, osservando il luogo e le espressioni della bambolina alata. Lentamente percorsero quel corridoio che sembrava quasi infinito, finchè non giunsero davanti ad una ramificazione con altri corridoi. stranamente, quasi come se fosse a lei conosciuto quel luogo, Ririnkai scelse una via e la seguì, fino a giungere ad una porta. Portò la sua delicata e tremante mano sulla maniglia sferica e premette leggermente al lato, per aprirla. Spinse con dolcezza fino a spalancarla del tutto, rivelando una bella ed ordinata stanza. Vi entrò, sempre seguita dalla bianca bambola.
Vide alcuni scaffali con numerosi pezzi di bambole. Fogli e progetti scarabocchiati in giro per gli scaffali e appesi al muro. Un tavolo da lavoro con dei coloranti e altri pezzi di bambole. Mani, teste, occhi, stoffe per abiti. Sulla destra la forte luce dell'esterno passava attraverso delle grandi vetrate. A sinistra, 7 poltroncine.
Ririnkai si avvicinò alle poltroncine, guardandole con molta tristezza.
-qui....- balbettò ma non aggiunse altro. Kira la studiò curiosa delle sue reazioni. Ririnkai sta piangendo. Restò in silenzio per pochi istanti, finchè, accortasi delle lacrime, non se le asciugò con rapidità, per poi voltarsi verso Kirakishou.
-oh...scusami, che sciocca. Spero di non averti fatto preoccu....- ma si bloccò. dopotutto stava per dire una sciocchezza...-no, nulla, dimentica. Perchè mi hai portata qui?- chiese. Anche se stranamente aveva iniziato a piangere senza nemmeno capire il perchè, aveva del tutto eliminato quel pensiero dalla sua mente e l'unica cosa di cui voleva essere informata era lo scoprire perchè Kira le aveva mostrato quel luogo.
-Da questa parte.- disse Kira sorridendo. Ririn si voltò e la seguì.
Camminò a passo svelto verso la stanza affianco. La porta era già semi aperta, per cui dovette solo spingerla un pò. Dopodichè si fermò e lasciò a Ririnkai l'onore di proseguire.
-Che stanza è?- chiese, proprio prima di entrarvici, ma una volta dentro ebbe la sua risposta. Di fronte a lei c'era un grande pianoforte nero a coda e alcuni spartiti in giro. Gli occhi di Ririn si illuminarono. Lei amava la musica. Si avviò rapidamente verso il pianoforte e si sedette sullo sgabellino. Prese tra le mani gli spartiti, osservandoli con cura e ammirazione.
-Che belle melodie...- esclamò, dato che lei conosceva le note e sapeva distinguerle, poteva immaginare che dolci suoni provenissero da quelle note scarabocchiate sui fogli.
Posò i fogli. L'idea di suonare il pianoforte non le aveva nemmeno sfiorato il cervello, non capendo il perchè. Scese dallo sgabello e allora notò. Stranamente c'era una poltroncina, come quelle presenti nella stanza adiacente, che però si trovava vicino ad una vetrata.
Ririnkai si avvicinò. La fissò incantata, come se quella poltroncina fosse importante. Allora si issò e si sedette, appoggiando il capo allo schienale.
Kirakishou sorrise.
-Bene.- esclamò. Ririnkai non la sentì, più che altro non volle sentire. In quel momento, aveva chiuso gli occhi. Il profumo di rose e miele poteva inebriarla. l'aria sottile e leggera, l'azzurro cielo, la voce dolce di chi ti vuole bene, il sospiro dell'amore, la risata della gioia. Mille sentimenti all'interno di un cuore, in un solo istante. Finchè delle note di una sublime melodia non le entrarono nella mente. Le note, le stesse scritte sopra quegli spartiti scarabocchiati.
Soavemente, una dopo l'altra, le note danzavano in un'armonia speciale. Ririnkai stava sorridendo. Sorrideva come non aveva mai fatto in vita sua e in quel momento tutto il mondo parve un paradiso celestiale. Un paese delle meraviglie dove l'amore era tutto, il tutto era l'amore. Così, senza pensarci su, iniziò a seguire con la voce quelle note, che sembravano volerle sfuggire lontano. Ma in realtà erano più loro a seguire la dolce e angelica voce di Ririnkai, che dopo qualche tenero "lalala" iniziò a intonare una poesia, una melodia che aveva dentro di sè da molto ma di cui non ricordava mai le parole. Si, quella melodia scritta sullo spartito. Perchè su uno spartito in una villa dispersa tra i fiori, nell'N-Field, c'era la melodia che lei ricordava da una vita ma di cui non conosceva le parole? forse quella villa era collegata al suo passato? Perchè era così felice in quel posto? Perchè Kirakishou lo conosceva e per quale motivo l'aveva condotta laggiù?
Ma in quell'istante, quando il paradiso era dentro di lei, non potè fare altro che cantare, così com'era stata creata.

"Svegliata da quei raggi di un arcobaleno nato nel profondo blu del cielo
aprendo gli occhi al mondo oltre questo sogno, tornerò. Così"


Intonò dolcemente, mentre le note seguivano il suo soave canto di gioia. Sorrideva la bambolina, sembrava volesse addormentarsi e non volersi svegliare mai più da quel sogno che l'aveva fatta innamorare.

"inizia nuovamente il ritmo di ogni giorno che sempre ritornerà ancora
cercando le ali nere la mia oscurità che mi rinnega"


Lentamente, ogni parola veniva scandita dentro di lei. Oscurità? Perchè cercare l'oscurità? Dopotutto lei era la purezza, la dolcezza, non aveva bisogno di un'oscurità. Allora perchè cercarla, e perchè l'essere rinnegata dalla stessa?
A quel punto dentro il suo cuore prese spazio un forte dolore, che aumentò in maniera impressionante, costringendola ad aprire gli occhi e a tornare alla realtà. Un dolore di un amore impossibile da ricambiare. Stava nuovamente piangendo e si accorse di sentirsi molto male. Alzò lo sguardo. Seduto sullo sgabellino del pianoforte, a suonarlo, c'era un uomo dalle sembianze di un coniglio bianco. Era lui che stava suonando quelle note fino a poco prima.
Ririnkai lo conosceva, il suo nome era Laplace, il demone di Laplace. Quel coniglio era l'arbitro dell'Alice Game, colui che vegliava sulle Rozen Maiden. Poco tempo prima abitava e lavorava nel negozio di Enju. Non si sa mai cosa abbia in mente, questo aveva sempre detto suo padre di lui.
Laplace si alzò e si avvicinò a Ririnkai.
-Nulla è più doloroso del dolore stesso.- disse. Ririnkai alzò gli occhi al cielo. Erano ben famose le sue "poesi" e i suoi giochi di parola. -E' pericoloso il voler scoprire la propria verità. Ma scoprirla potrebbe renderti più pericolosa.- disse convinto.
Ririnkai abbozzò una smorfia.
-...e allora?- chiese, quasi seccata.
-Non sei curiosa di trovare ciò che stai cercando?- chiese divertito.
-Cerco qualcosa?- chiese Ririnkai ironicamente, anche non sapendo di cosa lui stesse parlando.
-Vuoi sapere chi sei veramente?- Stavolta a parlare fu Kirakishou. Ririnkai la guardò con sguardo interrogativo.
-Chi sono veramente? Ma io so chi sono, sono Ririnkai, una bambola di Enju....- disse non molto convinta.
-Credi davvero di aver vissuto conoscendo te stessa, oppure puoi accettare che ci sia un lato di te che nemmeno tu ricordi?- chiese Laplace in tono poetico, come al solito. Ririnkai iniziò a capirci qualcosa. Si riferiva a quello che stava provando. Cose a lei sconosciute o che riaffioravano in silenzio, ma per lei inspiegabile. Ma cosa doveva significare? Forse lei aveva a che fare con tutto quello?
In quel momento, Kirakishou le si avvicinò, con un inaspettato sorriso alquanto spaventoso.
-E se intonassi la verità del tuo cuore forse riaffiorirà da solo.- continuò Laplace. Ririnkai lo guardò interrogativa. Ad un certo punto, il coniglio tornò a sedersi e tornò a suonare il pianoforte.
Fu più forte di lei. Doveva cantare, quelle note così dolci e confortevoli che da tempo riaffioravano dentro il suo cuore. Se poteva servire a capire un pò di più su di lei, provarci valeva la pena. Per cui cantò, la melodia del suo cuore.

"Svegliata da quei raggi di un arcobaleno nato nel profondo blu del cielo
aprendo gli occhi al mondo oltre questo sogno, tornerò. Così
inizia nuovamente il ritmo di ogni giorno che sempre ritornerà ancora
cercando le ali nere la mia oscurità che mi rinnega

Croci argentate e bianche, sogni e illusioni
lungo la strada che vorrà condurmi alla suprema libertà
cercandola so già così che il cuore mio dovrò annientar

Perciò cantai mia questa lode
che mi fa guardare sempre in avanti
e cercherò sempre quel raggio di luce
Mentre suona il pianoforte
che mi fa da amico e mi da note
di questa Ottava Sinfonia

Intona il violino un silenzioso andante che mi addormenterà tra i fiori
ed il profumo della gioia che mi inebria che sarà
volando dietro nubi e luci troverò il tuo sguardo serio che amo ancor e ancora
cercando quella rosa che ancora sboccia dentro al cuore

Frutti, pietre, angeli, uccelli, fiori e color
un paradiso di luci che nasce in uno specchio magico
chissà se mai potrò per cui portarlo qui per tutti noi

Così ascoltai tua questa poesia
che adesso il destino sta incidendo
dentro me scegliendo la mia strada
Mentre suona l'orchestra di già
che come sorella mi accompagna
con questa Ottava Sinfonia

Croci argentate e bianche, sogni e illusioni
lungo la strada che vorrà condurmi alla suprema libertà
cercandola so già così che il cuore mio dovrò ascoltar

Così ascoltai tua questa poesia
che adesso il destino sta incidendo
dentro me scegliendo la mia strada
Mentre suona l'orchestra di già
che come sorella mi accompagna
con questa Ottava Sinfonia

Perciò cantai mia questa lode
che mi fa guardare sempre in avanti
e cercherò sempre quel raggio di luce
Mentre suona il pianoforte
che mi fa da amico e mi da note
di questa Ottava Sinfonia"

 
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LusHika { 7-3-08 }

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Phase 5 - Kuroryu





-Non è possibile...- esclamò la bambolina mentre camminava a passo svelto su e giù per il corridoio, quella notte.
-Una Rozen Maiden...io?- si voltò ed indietreggiò, non riusciva a smettere di pensare a cosa era appena accaduto. Laplace, il demone che sorveglia le Rozen Maiden, e Kirakishou, la settima bambola, le aveva fatto vedere una realtà che non aveva mai sfiorato la sua immaginazione. Se lei fosse davvero una delle leggendarie Rozen Maiden, una bambola costruita dalle mani del grande e buono mastro Rozen? Ma anche se lo fosse stata, per quale ignoto motivo era a servizio di Enju? Tutti i tasselli dovevano ancora tornare a posto e la bambolina, per ora, icordava solo una cosa, anzi, una persona. La prima bambola, Suigintou, sua sorella gemella.
Erano finalmente tornati dentro di lei gli orribili pebsieri che la tormentavano fino a pochi anni prima, quando aveva ancora tutti i suoi ricordi.
Si sedette a terra, poggiando il capo sulle mani, e tornò a pensare e a meditare sull'accaduto. Ad un certo punto si aprì però la porta, facendo sussultare la bambola. Vi entrò una figura misteriosa, che le si avvicinò di soppiato, abbracciandola senza darle il tempo di capire cosa stessa accadendo.
La figura era una bambola dai capelli corvini, legati in una coda boccolosa laterale. Indossava uno scialle color ambra, come il suo vestitino. La bambola si era letteralmente avvinghiata al braccio di Ririnkai e pareva non volesse lasciarla più, ma a giudicare dall'espressione della bambolina alata non era una novità.
-Ehi ehi, cosa ci fai sveglia a quest'ora?- chiese perplessa Ririn.
-Non riuscivo a dormire, Onee-san...- disse la bambolina corvina, tenendo Ririnkai ben stretta.
-Ma dai, vuoi che ti racconti una storiella?- disse scherzosamente Ririnkai.
-Si, si racconta!!!!- esultò la bambola iniziando a zompettare.
Ririnkai, allora, la prese per la mano e la portò nella cameretta della bambolina, facendola infilare nel suo letto e iniziando a raccontare una storia fatta al momento.
-C'era una volta una bambola splendida che viveva tranquillamente la sua vita...un giorno quella bambola venne rapita da un orco cattivo che la teneva imprigionata in un castello. Ma un giorno un umano decise di andare a salvarla....-
-E vissero felici e contenti...- continuò la bambola corvina, con fare seccato. -Non mi piacciono queste storie...-
Ririnkai sbuffò. Poi si infilò nel letto accanto alla bambolina, che la guardò sconvolta ma anche all'apice della felicità.
-Yami...se scoprissi che non sono tua sorella...come reagiresti?- chiese Ririnkai pensierosa, alla bambolina.
Yami di tutta risposta si traumatizzò. -Ch-ch-che???? Cosa cavolo dici?????- le urlò dietro, mentre Ririn cercava di zittirla. Ma era troppo tardi.
Enju spalancò la porta della camera di Yami e vi trovò anche Ririnkai infilata nel letto.
-....tu....cosa ci fai qui?- chiese, osservadno la bambola alata mentre si affrettava ad uscire dal letto spaventata.
Siccome Yami però non voleva che il Padre le desse la colpa, cercò di spiegarsi.
-Gliel'ho chiesto io, volevo che la Onee-san dormisse con me perchè ho paura!!!- urlò ad Enju che la fissò prima nervoso ma poi con sguardo più addolcito.
Enju prese Ririnkai per un braccio e la trascinò via, sotto le urla incessanti di Yami che continuava a chiedere pietà al Padre.
Di ttta risposta, Enju si fermò e la guardò.
-Piccola mia, ho capito, le darò solo una piccola punizione per aver acconsentito ai tuoi capricci ed essersi comportata così maleducatamente!- spiegò con una dolcezza incredibile, rispetto alla sua solita ira.
Yami annuì con il capo e si recò in camera, lanciando un'occhiata triste alla sorellona, prima di chiudere la porta.
Ririnkai la osservò tristemente, sapeva che Yami per il Padre era tutto. Era una perfetta "sostituta" di Barasuishou, almeno per il momento. E lui puntava su di lei per scnfiggere le Rozen Maiden.
Trascinò Ririnkai in camera sua e la gettò sul letto.
-Padre....- disse con voce tremante Ririnkai, mentre osservava i movimenti di Enju. -Per...favore...-
Enju le si avvicinò brandendo in mano qualcosa che assomigliava ad una frusta.
-Il tuo ruolo è quello di sconfiggere le Rozen Maiden. Altro tuo ruolo è quello di istruire le tue sorelle minori. Ciò che ti ho proibito è di aprire bocca quando non devi. Ciò che ti ho proibito è di cantare. Ciò che ti ho proibito è di avvicinarti più del dovuto a Yami e alla stanza di Barasuishou. COSA non capisci di tutto ciò, Ririnkai?-
-io...mi spiace....non volevo....scusami!!!- disse la bambola, con la voce spezzata ed il vso rigato dalle lacrime.
-Ciò che IO detesto è di essere disubbidito. Ciò che detesto è l'incompetenza. Ciò che detesto sono i falliti. Ciò che detesto è dovermi ripetere. E soprattutto...- disse alzando l'asta. -...ciò che detesto....- Ririnkai si voltò singhiozzando. -SONO LE ROZEN MAIDEN!!!-
Sussultò. La bambolina dai lunghi capelli castani sussultò dal corridoio dove si trovava seduta a terra, dopo essere stata svegliata dal grido del Padre e della sorella minore Yami. Sussultò piangendo, forte. I singhiozzi si potevano sentire fino alla cameretta di Yami, dove la bambola corvina cercava di coprirsi le orecchie con il cuscino.
Nonostante il dolore, Kuroryu si trovava ancora seduta per terra a sentire tutti i rumori provenire da quella stanza. Aveva ormai perso il conto di quanti schiocchi aveva sentito. E ormai il pianto di Ririnkai era diventato come un sottofondo a cui le sue orecchie erano abituate. Non sentiva urli, sapeva che non le era consentito di gridare. Se lo avesse fatto, Enju l'avrebbe colpita più forte.
Era tutto finito, Kuroryu si era buttata in camera sua sul letto a singhiozzare, così come stava facendo Ririnkai in quel momento, nel suo stanzino.
Ormai era l'una e Enju era andato a dormire. Yami dormiva beatamente, Kuroryu s era addormentata col viso ancora bagnato dalle lacrime, Ririnkai era quasi svenuta ma nel suo piccolo dormiva comunque.
Nel cuore della notte, una figura avanzò con passo felpato e si infilò nello stanzino dove dormiva la bambola alata, svegliandola con un colpo.
-Oh caz....- esclamò Ririnkai, quasi morta di infarto -...chi...?-
Kuroryu le si parò davanti cn sguardo serio e con una chiave tra le mani.
-Kuroryu...ma cosa ci fai qui?- disse Ririnkai con la voce ancora molto tremante.
-Ti porto via!- afferrò la mano di Ririnkai e la trascinò fuori la camera.
-Ma via dove... ma cosa intendi...ehi!!!- le urlò dietro Ririn ma ormai veniva trascinata dalla sorellina.
Si fermarono davanti una porta.
-Ti voglio mostrare una cosa!- disse, aprendo la porta di uno scantinato e scendendo lentamente per non cadere, siccome erano al buio.
-Cosa c'è qui?- chiese Ririnkai curiosa.
Scesero tutte le scale fino a giungere nello scantinato. In quella cantina c'era un bel pò di confusione, ma Ririnkai si ricordò subito che era una delle zone da non avvicinarsi assolutamente.
-Kuroryu...non dovremmo essere qui....- disse tristemente. Ma Kuroryu si voltò verso di lei. -Cosa c'è?-
-Guarda tu stessa...- disse, spostandosi davanti alla sua visuale. Di fronte a lei notò solo alcune bambole incomplete una sopra l'altra e qualche barattolo.
-Le bambole incomplete?- chiese Ririnkai, guardando quelle povere bambole ridotte in quello stato, mai portate in vita e ammassate tutte lì sotto.
-uff..- sbuffò Kuroryu, avvicinandosi a lei e prendendendole il viso tra le mani.
-Che f---fai??- chiese Ririnkai mentre Kuroryu guidò il viso su un qualcosa che prima non aveva notato. Dietro le bambole incomplete che avevano attirato l'attenzione di Ririnkai, cera una valigia ricoperta da una corda che la teneva chiusa.
Kuroryu si avvicinò e la tirò verso si sé, appoggiandola a terra. In alto aveva incisa una rosa forse d'oro.
-Questo....- iniziò a parlare Ririnkai ma si bloccò.
-Questo credo sia tuo...- continuò Kuroryu.
-Mio? cosa centro io??- chiese Ririnkai facendo finta di nulla, sapeva benissimo invece che se era una Rozen Maiden come le era stato detto, quel baule le apparteneva.
-Io...- disse Kuroryu fissandola negli occhi. -so che il Padre ti tratta diversamente da noi altre.-
Ririnkai non fiatò e restò a guardarla perplessa.
-e so che sei l'unica alla quale il Padre fa tutto questo male...- continuò osservo Ririnkai sobbalzare e afferrarsi le manichè del vestito, come per stringere qualcosa. -e so che il padre odia le Rozen Maiden....-
-Ok basta capito.- concluse Ririnkai guardando a terra. Kuroryu rimase esterreffetta. -lo so, me l'hanno detto ieri un coniglio e la settima Rozen Maiden.- continuò. Kuroryu la osservò a bocca aperta. -io però non capisco...dopotutto le Rozen Maiden sono sette, poco c'è da dire su questo.- finì pensierosa.
-beh...- cominciò a dire Kuroryu -io per esempio ho sentito parlare molto della Misteriosa Ottava...-
Ririnkai aprì la bocca per lo stupore. -Mi...Misteriosa...Ottava?- chiese stupefatta.
-Eh beh...so che la chiamano Misteriosa perchè non si sa se realmente esiste o meno....- disse pensandoci su.
-E tu credi....che possa essere io?- chiese incerta.
-Non sono l'unica a quanto pare!- esclamò sorridendo.
Ririnkai sbuffò e si voltò. Si diresse velocemente verso la sua camera.
-Ma...Ririnkai!!!!- la seguì velocemente Kuroryu.
-Andiamo a dormire è tardi!- disse sorridendole, svanendo oltre l'uscio e lasciando Kuroryu di stucco.
 
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Phase 6 - Daxis





Quella mattina, sembrava scorrere normale nella vecchia casa. Ririnkai non era presente, siccome si trovava dal suo Medium. Kuroryu stava facendo colazione mentre Yami osservava stranita un uomo in televisione che vendeva videoregistratori.
Un'altra bambola di Enju, con una coda da gatto e due orecchie feline, restava ad osservare la situazione da lontano, con la sua solita indifferenza.
-Yami...- disse Kuroryu, chiamando la sorella minore.
-si? non mi interrompere, questo qui mi sta dicendo che quell'aggeggio può anche registrare le voci con un microfono!!- affermò eccitata la bambola corvina.
-senti...perchè ieri non hai fatto nulla per Ririnkai?- chiese con tristezza. La bambola-gatto scese dal davanzale dove era seduta e si avvicinò per ascoltare la discussione.
-perchè avrei dovuto? Ho chiesto scusa ma il Padre non mi ha ascoltato...credo fosse arrabbiato...- disse ma restò a fissare l'uomo che ora tentava di vendere un lettore DVD con Dolby Surround.
Kuroryu scese dalla sedia dove era seduta per fare colazione e si parò davanti alla televisione.
-Ma che fai??? così non vedo più nulla!!!!- urlò Yami scocciata.
-Oh che peccato, sua altezza reale non vede più l'omino delle vendite, è una tragedia!- recitò ironicamente la bambola dai lunghi capelli castani.
Yami la guardò storto. -Non è colpa mia se sono quella riuscita meglio tra di noi.- disse fissando Kuroryu negli occhi, in chiaro segno di sfida.
-Come, come, prego? Mi sembra che il capolavoro del Padre sia Barasuishou...o sbaglio?- disse Kuroryu con sguardo perplesso.
-BARASUISHOU è MORTA!- annunciò Yami, come se fosse una notizia fresca fresca. Di tutta risposta, la bambola-gatto scoppiò a ridere.
-Sbaglio o il Padre si sta prodigando giorno e notte per ripararla?- chiese curiosa della risposta.
-Anche se la riparasse, ora la migliore sono IO!- disse Yami con una sfacciataggine inimmaginabile.
-Tu sei la numero due, mettitelo nel cervello, cara sorellina. - concluse Kuroryu, voltandosi e facendo per andarsene.
-Io sarò la numero uno, stanne certa!- esclamò, alzandosi e spegnendo la t.v., ormai seccata.
-Ah...vero, ti avevo chiesto come mai hai lasciato che il Padre punisse Ririnkai...- disse, voltandosi verso Yami che la fissò con sguardo incerto. -Ma a questo punto credo sia stato per evitare di esporti al pericolo di perdere il tuo ruolo di preferita del Padre.- concluse, dopo averle lanciato un'occhiata sgradevole, prima di varcare l'uscio e svanire nel corridoio.
La bambola-gatto notò come Yami sfogò la sua rabbia dando un calcio al mobile lì accanto.
-Davvero molto divertente, nya.- disse con voce fioca.
-Tu non rompere.- disse, senza degnarla di uno sguardo.
La bambola felina si infilò dietro Yami e la abbracciò maliziosamente. -per guadagnarti l'ambito titolo dovrai eliminare chi lo detiene, nya.-
Yami si voltò e la fissò. Era abbastanza abituata alle stramberie di quella sorella maggiore.
-Mi stai consigliando di eliminarla...?-
La gattina rise -fa solo in modo che non possa tenere un titolo che spetta a te, nya.- dise accarezzandole il volto.

Ririnkai, intanto, si trovava a casa del suo Medium a bere la sua adorata Coca Cola, che Yukito per fortuna ricordava sempre di darle per farla calmare. Infatti la bambolina era abbastanza nervosa un pò per aver scoperto di essere una probabile Rozen Maiden, un pò per le vicende della scorsa notte.
Mentre sorseggiava la sua bevanda preferita, Yukito entrò nella sua cameretta e si sedette sul letto accanto a lei.
-Sei strana...- chiese osservandola.
-Cosa importa?- chiese. Lo osservò. Yukito era davero molto preoccupato però non poteva farci nulla. Osservò l'anello di rose. Forse le avevano detto la verità o forse no, fatto sta che qualcosa di grosso stava accadendo ed Enju ne era l'artefice.
Ad un certo punto, però, lo specchio di fronte si illuminò.
-N-field? - chiese Yukito osservandolo perplesso.
Ririn sorrise. Probabilmente era Kana che era andata a trovarla. Ma non fu Kanaria a comparire. Fu più che altro una figura dai capelli castani corti, legati lateralmente in una piccola treccina. Un uomo alto, avvolto in un mantello.
Ririnkai obbalzò così come Yukito.
-Tu...stavi parlando con il Padre l'altro giorno!- disse indicandolo. L'uomo la guardò preoccupato.
-...Padre? Ero convinto che Laplace ti avesse informato su chi fosse tuo padre...- disse Daxis osservandola.
Yukito lo guardò male. -Allora lo conosci? Posso stare tranquillo?- chiese a Ririnkai.
La bambolina annuì e chiese a Yukito di uscire. Egli eseguì, seppur titubante, e lasciò la camera.
-...so tutto...ma non sono convinta.- disse Ririnkai, prendendo l'iniziativa di parlare per prima, dopo che furono trascorsi 2 minuti di assoluto silenzio.
-Cosa non ti convince?- chiese Daxis, inginocchiandosi per osservarla bene negli occhi.
-Un pò tutto...perchè Enju mi ha sempre fatto credere di essere sua figlia?- chiese, anche se la risposta era palese.
-Ovviamente per sfruttarti...- rispose Daxis, colmando i dubbi della bambola.
-E come ha fatto a rimuovermi i ricordi?- chiese curiosa.
Daxis sospirò e fece una smorfia. Non poteva dire altro e Ririnkai l'aveva capito.
-Perchè sei qui?- chiese la bambolina.
Daxis tornò a preoccupars, voltandosi verso la bambolina, come se avesse appena ricordato il motivo della sua visita.
-Sono venuto per portarti via, devi scappare immediatamente!- esclamò. Stavolta fu Ririnkai a sospirare.
-Anche Kuroryu voleva farmi scappare ieri...ma non ne ho intenzione alcuna.- dissela bambolina, tornando a sedersi sul letto.
-No, no, non hai capito! Enju è furioso, se ti trova ti ammazza!!!- disse, alzandosi e avvicinandosi alla bambolina.
-cosa...? come? perchè? che ho fatto? Non ho fatto nulla di male!!!- disse, precipitandosi nell'N-Field con l'intento di tornare a casa a vedere cosa stesse succedendo. Per fortuna Daxis la seguì e la bloccò.
-Lasciami!!! non ho fatto nulla non può essere arrabiato con me!!!- urlò.
-Non è colpa tua, Barasuishou è stata distrutta e lui pensa sia opera tua!- urlò Daxis, che finalmente, fece fermare la bambolina.
-Barasuishou....distrutta??? Chi può essere stato????- chiese incredula la bambola.
-Yami.- rispose deciso Daxis.
Ririnkai lo fissò incredula per pochi secondi e poi port lo sguardo in basso. -Se è stata lei non posso discolparmi...-
-Certo che no, lei è la prediletta e tu quella da punire, la scelta è ovvia.- disse Daxis triste.
-Cosa...cosa posso fare ora??- gridò Ririnkai triste.
-Ci penso io, kashira!!!!!- urlò ualcuno dietro di loro. Kanaria, la seconda bambola delle Rozen Maiden, in compagnia di...Kuroryu???
-Ka..Kana! Kuroryu!!! cosa ci fate voi qui??- chiese stupita la bambola, anche se la domanda sarebbe dovuta essere leggermente diversa come "cosa ci fate voi qui insieme?".
-Sono riuscita a inconrarla e le ho raccontato tutto...- disse Kuroryu, lanciando no sguardo a Kanaria che ricambiò.
-Kana è venuta qui per aiutarti.- disse la Rozen Maiden -so come metterti in salvo, kashira!-
Ririnkai si gettò addosso alla Maiden e la abbracciò. Era chiaro che ormai aveva i nervi fin sopra le stelle.
-Ha bisogno di tranquillità. Vedete voi, ve le affido.- disse Daxis, strizzando l'occhiolino, perima di svanire nel nulla dell'N-Field.
-Bene, andate, io torno indietro a cercare....anche inutilmente di calmare il Padre...- disse Kuroryu, andando via.
-E ora?- chiese Ririnkai ormai molto confusa.
-E ora ti porto da Shinku!-
 
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Phase 7 - Shinku





Erano ormai passati parecchi minuti da quando stavano percorrendo quella lunga strada nell'N-Field. Il mondo creato da Daxis era una sorta di labirinto di rose e fiori, molto incantevole ma assolutamente noioso da attraversare tutto.
-Dobbiamo trovare un'uscita...- affermò Ririnkai guardandosi intorno.
-E' per di qua, seguimi kashirah!- esclamò Kanaria che intanto era tutta presa dalla corsa e continuava ad avanzare senza sosta per la strada. Stava letteramente trascinando la bambolina alata per cui Ririnkai non potè far altro che seguirla senza fermarsi, senza preoccupazione alcuna.
-Non capisco...perchè Yami avrà una cosa del genere??- disse Ririnkai tristemente.
-Questa Yami è l'ultima bambola di Enju, vero?- chiese Kanaria
-Si, è la sua prediletta dopo Barasuishou....- continuò
-Ma ovvio, l'avrà distrutta per evitare che potesse risorgere!-dedusse Kana.
-Ma Yami non ci avrebbe mai pensato da sola....- disse Ririn, sempre più incredula, finchè non emise un verso.
-Cosa succede kashirah?- le chiese Kanaria.
-La sorella più stramba...- si limitò a dire.
-C'è un'altra bambola oltre a Kuroryu???- chiese Kanaria che si fermò dallo stupore e fissò Ririnkai negli occhi.
-eh...la gattina mezza pazza...non è proprio una bambola..sinceramente non so cosa sia ma è sempre stata di un carattere impulsivo, folle, sadico...- disse guardando a terra
-Oddio, deve proprio far paura kashirah!!!- esclamò la bambola gialla.
-Un pò, ma è raro anche che parli...non si mai cosa le passi per il cervello...- disse sospirando. -Comunque non dovremmo fermarci, c'è il rischio che Enju mi trovi!- disse, ma poi si portò le mani alla bocca, come se avesse appena detto una parolaccia.
-Che succede Ririn???- chiese Kanaria preoccupata.
-Padre...ho ...chiamato...per nome il Padre...- disse mortificata.
-Oh! beh...un padre del genere...Kana non lo considererebbe padre...però...ti ha pur sempre creata kashirah....- continuò la bambolina, che ignorava del fatto che Ririnkai non era per nulla una bambola di Enju.
-Non preoccuparti....proseguiamo!- esclamò, dandole la mano e sorridendole. Kanaria contraccambiò il sorriso e si avviò verso la fine di quel tunnel di rose e fiori.
Finalmente, dopo qualche altro minuto sbucarono in un vicolo e intravidero una luce a mezz'aria.
-Ci siamo, quella è l'uscita, kashirah!- disse Kana saltando nel buco, seguita a ruota da Ririnkai.

Varcarno la soglia di uno specchio, atterrando in piedi in una stanza buia e polverosa. Attorno c'erano molteplici bambole, casse e libri sparsi per il pavimento. Ririnkai si voltò ad osservare il tutto con come fonte di luce il flebile bagliore dello specchio. Osservò lo specchio. Era finemente decorato e sembrava anche molto antico. Era molto alto, ad altezza uomo, come quello nella sua cameretta.
Kanaria si mosse per prima, con Pizzikato al fianco e Ririnkai che la seguiva da dietro. Spalancò la porta scorrevole di quello strano sgabuzzino e si affacciò in un corridoio. La casa era giapponese, notò dal pavimento in legno. Lo attraversarono giungendo ad un bivio. Alla loro sinistra c'era una porta chiusa. A destra c'era il prolungamento del corridoio che dava all'ingresso. Era ben visibile infatti la porta principale.
-Cosa c'è qui?- chiese indicando la porta chiusa alla sinistra.
-Ah no, quello è solo il bagno kashirah!- disse Kanaria.
-Capisco..- disse prima di dirigersi a grandi passi verso la porta d'ingresso, ma si fermò vedendo alla sua sinistra altre due porte chiuse, dietro le quali si sentivano provenire rumori e chiacchierii.
-La prima è la cucina, l'altra è il soggiorno, ma entrambe le stanze non sollegate dall'interno kashirah- spiegò Kanaria.
Solo in quell'istante Ririnkai aveva notato alla sua destra delle scale che portavano al piano di sopra.
-Cosa c'è su?- chiese.
-Dunque...un bagno, la camera di Jun, quella di Nori...- disse contando le stanze sulla punta delle dita.
-Jun? Nori?- chiese. Ricordava Jun, Sakurada Jun, attuale medium di Shinku e Suiseiseki. Un umano depresso che si era rinchiuso a casa e non usciva più, a acausa di una brutta situazione scolastica. -Capisco.- affermò infine.
-li hai studiati?- chiese Kanaria, che sapeva benissimo qual'era il compito affidatole da Enju. Studiare le Rozen Maiden.
-Abbastanza.- disse infine. si voltò verso la porta che mandava nel soggiorno. -Cosa dirai quando entreremo da lì?-
Kanaria la guardò e poi fissò il pavimento perplessa. -Io...ecco...-
-Non hai avuto modo di preparare un discorso. Improvviseremo dunque.- disse Ririnkai guardandola.
-Beh...credo di si...- disse mortificata.
-Non preoccuparti, andrà bene. Conoscendo Shinku, l'unica cosa da preoccuparsi è solo del mio aspetto.- disse infine.
-A-aspetto?- chiese, ma poi si rese conto di ciò che voleva dire. Lei era un esperimento di Enju nel tentativo di riprodurre Suigintou. Non poteva immaginare che Ririnkai, se davvero fosse stata una Rozen Maiden, ne sarebbe potuta essere stata la gemella.
-Diremo che sei una bambola di Enju...tutto qui kashirah...- concluse Kanaria, fissandola.
-Perfetto, vai prima tu, or dunque.- esclamò.
Kanaria spalancò la porta ed entrò, lasciando fuori Ririnkai.
-Ma cos...?- sbraitò Jun voltandosi verso la bambolina gialla. -E tu cosa diavolo ci fai qui?!- le urlò dietro.
In effetto non sembrava il momento adatto, siccome lui stava litigando animatamente con Suiseiseki, mentre Shinku prendeva il té guardando Kun Kun e Hinaichigo ne stava preparando altre tazze. Nori non c'era, era a scuola ancora.
Kanaria avanzò, siccome Jun era tornato a discutere con Suiseiseki e nessun altro si degnava di guardarla o si era minimamente scomposto al suo ingresso.
-SCUSATE!- disse Kanaria ad alta voce, ma fu una pessima idea. Se Hinaichigo la osservò incuriosita, lo stesso non fu per Shinku che le intimò di far silenzio mentre Jun e Suiseiseki la fulminavano con lo sguardo.
Kanaria, ormai quasi adirata al limite, decise di sfoderare tutto la sua splendida voce nel farsi disperatamente ascoltare.
-SILENZIO HO UN PROBLEMA URGENTE!!!!!!!!!!- urlò.
Hinaichigo tornò a guardarla e la fissò con più curiosità di prima. Jun e Suiseiseki la fissarono stupiti. Shinku si voltò, seppur arrabbiata, per scoltare cosa aveva da dire. E finalmente, avendo visto che tutti ormai avevano rivolto l'attenzione su di lei, si decise a parlare.
-Io....sono in contatto con una bambola costruita da Enju che ...che deve darvi importanti informazioni!- concluse la bambolina gialla che, mentre osservava tutte le sorelle che assieme a Jun la fissavano stupiti e scioccati, apriva la porta del soggiorno rivelando Ririnkai. Hinaichigo sobbalzò nel vederla. Ririnkai alzò lo sguardo e la sua attenzione si diresse su Shinku, che la stava fissando con stupore. Però, quello che stava per dire non sbalordì solo i presenti ma anche Kanaria stessa.
-Io sono Ririnkai, probabile Ottava Bambola delle Rozen Maiden, piacere.- disse, passando con lo sguardo verso tutte le altre.
Shinku scese dal divano, posò la sua tazzina e si avvicinò a lei, sempre osservandola. Lo stesso fece Suiseiseki. Jun la guardò grattandosi il capo.
-Un'altra?!- disse a bassa voce.
Kana fu la prima a parlare.
-Ma Ririn che dici????- disse guardandola.
Ririnkai si voltò verso di lei. -Sai, proprio ieri un uomo con le fattezze da coniglio assieme ad una bambola completamente bianca, sono venuti a prendermi e mi hanno detto quello che vi ho appena detto.- disse.
Kanaria la guardò stupita. -Che...tu...saresti l'ottava bambola delle Rozen Maiden???-
Ririnkai annuì col capo - ho anche scoperto...o ricordato...di essere la gemella di Suigintou.- concluse. Kanaria non poté credere alle sue orecchie.
-Quindi- disse Shinku, una splendida bambola con un vestito rosso, che aveva due lunghe codine d'oro. -se Laplace si è scomodato personalmente devi essere proprio tu la misteriosa Ottava...- finì.
-Ma non era solo una leggenda, desu???- chiese Suiseiseki, una bambola vestita in verde, con un completo molto elegante in stile gotico del 1700 e lunghi capelli castani.
-Un'altra Rozen Maiden na no?- disse incuriosita Hinaichigo che la fissò da sopra il tavolo dove si trovava per fare il té. Jun intanto seguiva il discorso con attenzione.
-A parte ciò - continuò Ririnkai - ieri ho anche scoperto il luogo dove mio Padr...Enju teneva il mio baule...probabilmente dentro dovrebbe trovarsi il mio Nachtgeist (Spirito Artificiale)- disse pensierosa. Kana la guardò con occhi sbrilluccicosi. Lei, Ririnkai, l'amica che aveva da sempre avuto, era in realtà una sua sorellina?!
-Ma non è il momento di parlare di ciò...- disse Ririn scuotendo il capo - il problema è che una mia sorellina, Yami, ha distrutto Barasuishou, che Enju stava tentando di ricostruire.- concluse.
-Enju voleva ricostruire Barasuishou???- esclamò stupido Jun, dando voce allo stupore di Suiseiseki e Shinku che erano rimaste in silenzio scioccate.
-Beh...ora il suo tentativo è andato distrutto...e Enju mi ha ato la colpa anche se io non ero presente...- disse.
-Vuole ammazzarla!!!- disse urlando Kanaria.
-Capisco- affermò Shinku -Cerchi aiuto, quindi?- disse con sguardo dolce. Che strano. Secondo gli studi di Ririnkai, Shinku era abbastanza arrogante e aveva sempre un'aria di superiorità. Non aveva previsto questo suo cambiamento.
-Beh...si...- disse stupita Ririnkai.
-E perchè mai noi dovremmo aiutarti desu???- chiese Suiseiseki arrabbiata.
-Beh...però mi sembra che abbia davvero bisogno di aiuto...- disse Jun, mettendo voce in capitolo.
-Non c'è problema.- disse Shinku chiudendo gli occhi e mantendo quel sorriso che a Ririnkai parve tanto strano. -Dopotutto è una cosa normale aiutare una nostra sorella, no?- disse.
Ririnkai restò a guardarla stranita. Shinku le si avvicinò. -La gemella di Suigintou, eh? L'hai già incontrata?-
A quelle parole Ririnkai ebbe uno scatto e arrossì visibilmente. Kanaria la notò ma non capì cosa le stesse succedendo.
-Suigintou...io ...no...lei...- era visibilmente imbarazzata. Shinku si stupì di quanto avesse vergogna a parlare di Suigintou. Ma per quale motivo? Poi si voltò e guardò Suiseiseki, la quale incrociò il suo sguardo perplesso. In quel momento qualcosa le venne in mente, perchè parve riprendere il discorso con più serietà.
-A quanto sembra ne sei molto affezionata...sarà perchè sei sua gemella?- ciò che Shinku aveva pensato era al rapporto di Suiseiseki con Souseiseki, anche loro gemelle.
A quelle parole Ririnkai cadde in ginocchio. Kanaria la guardò preoccupata.
-Che hai Ririn???? che succede kashirah??????- urlò cercando di rialzarla.
-Capisco- disse Shinku. -E' molto peggio di quanto pensassi...- disse a bassa voce.
-Credo debba riposare...- intervenne Jun con un tempismo eccezzionale -Non ha una buona cera...-
-Certo. Siccome non ha il suo baule può riposare nel mio.- disse Shinku, molto più gentile del solito ma molto preoccupata.
Kanaria l'accompagnò di sopra, nell astanza di Jun, a aiutò Ririnkai ad entrare nel baule che Shinku le aveva gentilmente offerto.
-Ho paura...- disse Ririnkai.
-Non preoccuparti, starai bene!- disse Kanaria, mentre chiudeva il baule, lasciando dentro la bambolina alata, con le sue preoccupazioni, i suoi dolori e i suoi sogni.

-Shinku...cosa succede?- chiese jun alla bambolina con i codini, la quale stava nuovamente sorseggiando da una tazza del té.
-Quella bambola....è innamorata di Suigintou.-
Suiseiseki e Hinaichigo si voltarono, stupite quanto Jun, verso Shinku, che ormai stava fissando il vuoto immersa nei suoi pensieri.
 
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Phase 8 - Suigintou





Faceva freddo. Era una serata buia e alcuni lampioni illuminavano delle stradine vecchie con un panorama pittoresco. Il silenzio della notte era rotto da una leggera armonia di pianoforte, suonata in un locale notturno a pochi passi. In lontananza, lo scalpitio di alcuni cavalli al galoppo seguiti dal rumore frastornante di ruote che giravano. Era una carrozza, diretta chissà dove, che portava chissà quale nobildonna o signore di antichi casati.
Spirava una leggera brezzolina, abbastanza fredda. Il cielo era coperto, le stesse visibili erano poche, ma non mancava la luna che anche lei illuminava come poteva quel luogo ormai deserto. Antiche case e palazzi con luci spente o fioche, sibili bisbigli di ladri o contadini che si aggiravano furtivi nei vicoli. Il miagolio di un gatto a pochi passi, mentre cercava di attirare l'attenzione di qualcuno.
Dopo aver appreso dentro di sè ogni minimo particolare di quel paesaggio, si alzò barcollante da terra una bambina dai lunghi e strani capelli argentei, che nella notte avevano assunto un colore bluastro. Barcollante, come se non fosse in grado di camminare, avanzò lentamente, guardandosi tristemente attorno, cercando la figura di qualcuno, qualsiasi persona, che potesse averla risvegliata. Ma non c'era nessuno.
Continuò ad avanzare silenziosamente, non mancando di osservare se arrivava qualcuno. Tremante, si appoggiò ad un muretto, e ne rimase ferma e abbracciata per qualche minuto, forse interminabile, mentre incominciò a piangere. Si voltò, diretta a pochi passi da lei, dove si era svegliata. C'era una valigia finamente decorata con incisa una rosa sulla sommità. Probabilmente, stava tornando a riprendersela. Mentre camminava, lentamente, perse l'ecquilibrio e cascò a terra, con un sonoro tonfo.
Si udì una voce, poco distante da lì. E dopo la sua, un'altra. Le due voci maschili erano allarmate, si avvicinarono a grandi passi vero quel vicoletto deserto e buio, dove la bambina era caduta ed ora, strisciando, si era avvicinata alla parete per non essere vista, anche se fu inutile, perchè c'era abbastanza luce per notare una bambina, con uno strano colore di capelli, seduta per terra, sola e abbandonata.
Gli uomini la fissarono esterrefatti, la bambina li guardò impauriti. Non capiva cosa stava succedendo, forse non poteva prevederlo.
-Gli umani...sono disgustosi...-
Penserà, un giorno. Ma ora, in quell'istante, non avrebbe potuto far altro avere paura, non comprendendo cosa succedeva attorno a lei, non comprendendo cosa fosse il mondo in cui era nata, non comprendendo cosa fossero gli umani.
E anche gridare non sarebbe servito a nulla, se non a chiamare disperatamente un uomo che non sarebbe apparso.
-Otou-sama, OTOU-SAMA!!!!!!!!-
Era buio pesto, si potevano udire solo il rumore dei respiri e alcune voci in lontananza. Il respiro si fece più affannoso per la paura, portò le mani dinanzi a se per capire dove si trovasse, finchè, spingendo forte in alto, non spalancò di scatto il baule dove stava dormendo.
Ririnkai si guardò intorno. Era una cameretta, con un letto, una scrivania con pc, alcuni scaffali e un armadio. Si issò e richiuse il baule dietro di sé. Lo fissò. Era un baule marrone decorato con ghirigori floreali d'oro, guale a quello presente nello scantinato della casa di Enju. Enju...da quando si era ormai abituata a chiamarlo così? Era già sicura al 100 per cento di essere una Rozen Maiden? Si guardò intorno.
Era curioso vedere quanti pupazzi strani e automobiline erano presenti in quella stanza. Si voltò e notò il computer, si appoggiò alla sedia, tentando di ricordare dove fosse e cosa era accaduto. Ah, giusto, Kanaria l'aveva accompagnata nella casa dove abitava il medium di Shinku, Suiseiseki e Hinaichigo. Si alzò di pochi centimetri da terra, il giusto che ci voleva per arrivare alla maniglia della porta. La spinse e spalancò la porta, uscendo sul corridoio. Percorse le scale che portavano al pian terreno, ritrovandosi, così, fuori il salotto, da dove sentiva provenire le voci delle sorelle e del medium.

Kanaria si trovava seduta per terra a scariabocchiare su un foglio, assieme ad Hinaichigo, non mancando però di ascoltare la conversazione che imperviava tra la quina bambola, comodamente seduta su una sedia a prendere il tè, la terza, seduta a lei di fronte, e Jun, il medium, anch'egli seduto a fissare le due bambole.
-Io non la voglio di certo qui desu!!!! Se è la gemella di Suigintou sarà un guaio desu, potrebbe essere malvagia come lei desu!!!!-
Shinku intanto sorseggiava il suo té, non scomponendosi di fronte quelle insinuazioni.
-Ne sei così sicura, Suiseiseki? Dopotutto non possiamo esserne certi finchè non ci faremo una bella chiacchierata.- disse.
-A me non convince desu!! E se fosse un piano di Suigintou? E se avesse mentito? Magari ha già incontrato Suigintou desu, sarà stato un suo malefico piano per colpirci alle spalle desu!-
-Ehi Ehi calma!- disse Jun, rivolgendosi a Suiseiseki che lofulminò con lo sguardo. -Avanti, che prove avremmo sul fatto che lei sia dalla parte di Suigintou?- chiese Jun perplesso.
Di tutta risposta Kanaria si alzò e si avvicinò al tavolo, dove erano tutti seduti a colloquiare.
-Ririn non ha incontrato Suigintou! Ve lo posso giurare!- disse con uno sguardo talmente puccioso da far intenerire persino Suiseiseki.
-S-Si ma se è come dice Shinku, se Ririnkai si è innamorata di lei, allora potrebbe essere un guaio desu!- disse di tuta risposta la giardiniera.
-Questo non lo nego.- disse Shinku. Jun la osservò perplesso. -Ma Suigintou è orgogliosa...non so se accetterebbe di usare Ririnkai per prendere possesso delle Rozae Mysticae...ma non possiamo nemmeno negare il fatto che per lei potrebbe essere un vantaggio, l'usare Ririnkai contro di noi...-
-Ma no!!!- urlò Kanaria -Ririnkai non si farebbe certo comandare da Suigintou! Insomma, anche se la ama non è detto che le ubbidisca kashirah!-
-Non si sa mai- disse Jun preoccupato. -Dopotutto a me è sembrata molto imbarazzata all'argomento Suigintou...- continuò, prima di appoggiare la mano al mento con fare pensieroso.
-E' davvero un guaio desu, per questo dicevo che non possiamo fidarci di lei desu!- continuò Suiseiseki. Shinku sospirò, Kanaria fissò il pavimento, Jun fissò le bambole restandosene in silenzio.

-Perciò...volete sbarazzarvi di me...?- sussurrò Ririnkai dall'altra parte della porta. Ma un rumore la fece sobbalzare dai suoi pensieri.
La porta di casa si era aperta ed era entrata una ragazza con i codini castani chiari, che portava un paio di occhiali e una divisa scolastica.
-Sono a cas....a...- urlò felicemente, prima di bloccarsi sull'ultima lettera, mentre osservava sorpresa quella bambola mai vista prima, la quale si trovava in lacrime fuori la porta del salone. Resistette all'impulso di afferrarla gridando "Quanto è carina!!!!!!!!" e le si avvicinò con calma, inginocchiandosi per vederla meglio.
-Cos'hai bambolina? Perchè piangi?- disse Nori dolcemente.
Ma la porta del salone si aprì e ne uscì una Hinaichigo sorridente che gridò -Bentornata Nori!- ma si bloccò.
Shinku, Suiseiseki, Kanaria e Jun notarono Ririnkai in lacrime sul ciglio della porta e ne rimasero impietriti.
-...hai sentito tutto?- chiese Shinku con uno sguardo triste.
Ririnkai non rispose, fece l'unica cosa che avrebbe potuto fare, attraversare quel pezzo di corridoio di corsa, spalancando la porta e volando via.
Inutile fu la corsa di Kanaria e le altre che cercarono di starle dietro. La sua innata velocità le aveva ormai già permesso di sparire oltre la loro visuale.

-E' inutile, torniamo dentro che si sta facendo sera.- disse Shinku, un pò triste.
-Per fortuna desu, avevo paura che mi avrebbe attaccata alle spalle e invece è andata via di sua spontanea volontà desu!- disse Suiseiseki, sollevata.
-Oh, dai Suiseiseki-chan, non essere così crudele, a me non è parsa così malvagia!- disse Nori sorridendole. -Avanti, entriamo! Hanamaru Hamburger per tutti!- esclamò sorridente.
Tutte le bambole entrarono saltellando, per la notizia che per cena avrebbero trovato i loro adorati Hambuerger col fiore.
Kanaria invece restò a fissare le stesse che una ad una iniziavano a spuntare, rivelando la notte che si apprestava a scendere.
-Kanaria- disse Shinku, che la fece voltare di scatto per la paura.
-Shi-Shinku!- disse terrorizzata, le era venuto un colpo per lo spavento, ma poi si calmò.
Shinku sorrise. -tornerà, vedrai. Ha un medium, giusto? Quel..Yuuko...Yuukato...-
-Yukito..- la corressa Kanaria.
-Si, giusto. Beh dovrà tornare da lui ogni tanto, no? Per cui non temere, la rivedremo presto.- le disse sorridendo.
-Ma..Suiseiseki..- continuò Kanaria ma si bloccò, fissando l'ingresso dell'abitazione.
-Suiseiseki è solo un pò preoccupata perchè non la conosce, ma a me ha fatto una buona impressione. Non temere.- disse, invitandola ad entrare, perchè ormai faceva freddo.
Kanria sospirò e seguì la sorella minore.

Era calato un pò il fresco, ma Ririn non aveva intenzione di tornare a casa. Sorvolò la città pensierosa. Era da molto che non usciva, di solito si spostava tramite gli N-Field. Volando sopra i tetti, si fermò sopra uno di questi, sedendosi, a cantare.
La sua voce però uscì spezzata, rauca e bassa. Per cui si fermò subito. Portò una mano alla gola, accarezzandosela.
-Ma certo, ora è chiaro...- disse tra sé e sé. Era strano fosse riuscita a cantare quella volta. L'unica spiegazione è che negli N-Fiel la sua voce era normale, chissà come mai. Però nel mondo reale non poteva più cantare. Si abbracciò alle ginocchia, finchè non sentì un canto, provenire da poco distante da lì.
Si issò e segui quella soave voce cantante una dolce melodia. Si trovò nei pressi di un ospedale, dove vide da una finestra una ragazza, probabilmente malata, cantare la canzone stesa su un letto. La ragazza era molto bella ma aveva un colorito pallido.
Ririn si nascose dietro la finestra e la osservò cantare, era davvero molto brava e bella. Quesi iniziò a provare gelosia, non potendo più cantare.
Ma la ragazza si voltò di scatto.
-Signor Angelo! Sei tu?- disse, ma quella che vide non era il suo angelo oscuro. Piuttosto, si stupì, tanto da alzarsi leggermente dal letto.
-Un...bianco...angelo?- disse osservandola. Ririnkai sarebbe voluta scappare via, ma ormai era stata vista.
-Mi...dispiace...di...averti spaventata....- disse.
-Le assomigli molto...chi sei? Sei anche tu una Rozen Maiden?- chiese curiosa, pregandola di avvicinarsi.
-Rozen...Maiden?- come poteva quella ragazza conoscere le Rozen Maiden? Ma poi la sua attenzione fu presa da quel "le assomigli molto".
-Tu...- notò infine il suo anello sul dito della mano sinistra. -il medium...di...Suigintou...- disse, sopresa.
Dopotutto su Suigintou non aveva mai raccolto nessuna informazione, per cui non poteva sapere che avesse un medium.
-Avvicinati!- disse la ragzza sul letto. Ririnkai entrò, presa dalla bellezza e dall'innocenza di quella ragazza. Atterrò sul letto, accanto a lei.
-allora? chi sei?- chiese curiosa.
-io...- nemmeno capì per quale motivo in quel momento si stava presentando, anzichè scappare prima che la sorella fosse tornata.
-Io sono Ririnkai, Ottava Bambola delle Rozen Maiden, sorella gemella di Suigintou.- disse con voce tremante.
La ragazza la osservò un pò stupita. Ottava bambola. Gemella di Suigintou. non immaginava che Suigintou avesse una gemella. Ma poi alzò gli occhi. In quel momento Ririnkai si voltò.
-Ottava bambola? Mia sorella gemella?- disse una bambola splendida con due nere ali, osservandola seria con i suoi occhi rosei.
 
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Phase 9 - Gemelle





-Ottava bambola? Mia sorella gemella?- disse una splendida bambola con ali nere e capelli argentei. Somigliava molto sia nell'aspetto che nell'abito a Ririnkai. O meglio, era Ririnkai a somigliarle molto.
Suigintou osservò la bambola prima di voltarsi.
-Seguimi.- disse con un tono talmente imperativo che Ririnkai non potè sottrarsi all'ordine ricevuto. Megu osservò l'azzurra bambola inchinarsi a mò di saluto e seguire il suo Angelo Nero fuori dalla finestra, nel gelo della notte.
Era ovvio, sicuramente Suigintou non voleva parlare con la bambola davanti alla sua medium, la quale ha sempre tenuto fuori dalle sue questioni personali.
Si fermò su un tetto, a debita distanza dall'ospedale, atterrando delicatamente e voltandosi, aspettando che anche l'altra bambola facesse lo stesso.
-Allora. Sei un'altro divertente scherzo di Enju?- chiese con sguardo misto tra il serio ed il disgustato.
Ririnkai la fissò. Dopotutto aveva vissuto con Enju così tanto tempo e credeva di essere una sua bambola. Tutto finchè un coniglio, accompagnato dalla settima Rozen Maiden, non l'avevano liberata da quelle catene. Ad aiutarli, anche KuroRyu, la quale aveva ritrovato quello che, probabilmente, era il suo baule.
-Ti ho fatto una domanda.- ribatté Suigintou ancora più seria e scocciata di prima.
La bambolina azzurra decise di dirle tutto.
-...credevo di essere una bambola di enju, mi è sempre stato detto così.- accennò, stando attenta a fissare l'interessantissimo suolo del tetto, senza incrociare lo sguardo della sorella. -...anche se lui sembrava mi odiasse senza motivo....- finì.
Suigintou la fissò annoiata.
-...un giorno però...uno strano coniglio mi è venuto a prendere....- continuò. Questa affermazione parve riattirare l'attenzione di Suigintou.
-Laplace no Ma?- chiese curiosa. -Ah, capisco. E' lui l'artefice di questa cavolata.- disse, quasi seccata.
-in realtà non fu solo lui...- continuò -c'era anche la settima Rozen Maiden con lui.- disse quasi borbottandolo, per paura di dire qualcosa di male -è lei che mi è venuta a prendere e mi ha portata dal coniglio...- terminò.
-Ah, certo. Barasuishou.- disse, come se si fosse dimenticata che Barasuishou non era la settima bambola. A rinfrescarle la memoria intervenne Ririnkai.
-Barasuishou?- chiese incerta -cose centra lei? Bara è una bambola di Enju, non è la settima Rozen Maiden....- spiegò ad un tratto. -La settima è Kirakishou...la bambola bianca...- disse pensierosa.
-Kira...kishou?- ripeté Suigintou, oramai curiosa di sentire questa assurda storia. -quindi hai incontrato la vera settima bambola?- chiese, per avere una conferma
Ririnkai ebbe il coraggio di fissarla negli occhi, dopotutto non poteva fissare il suolo o le sue mani per tutto il tempo.
-Si...assieme al coniglio mi ha portata nella villa dove....probabilmente siamo state create...insomma...ho ricordato delle cose che non ricordavo più...degli aspetti del mio passato....qualcosa che Enju mi aveva fatto dimenticare.- concluse, distogliendole lo sguardo e iniziando a fissare la sua ombra proiettata dalla luna sul suolo.
Suigintou rimase per qualche istante in silenzio. Poi scoppiò a ridere. Ririnkai tornò a fissarla, stupita.
Si lasciò scappare un "che cavol..." ma non disse altro. Rimase a fissarla.
In quel momento, Ririnkai, sentì un forte calore dentro di sé. Non riuscì a levarle gli occhi di dosso e allo stesso tempo nella sua mente non fece altro che pensare a lei. Cosa le stava succedendo? Anche se si chiedeva ciò, era conscia di cosa le stava accadendo. Sapeva sin dall'inizio che incontrarla era pericoloso per lei. Il petto le bruciava e sentiva un enorme e anomalo calore dentro di sé, come se stesse bruciando. Era quello il sentimento chiamato amore?
Finalmente, Suigintou, smise di ridere e tornò a fissarla. -davvero, una cosa tanto assurda. Una sorellina .... mia sorella gemella???- continuava a sghignazzare, come se la cosa fosse davvero tanto divertente.
-già, assurdo, vero? Sono l'ultima delle sorelle, eppure sono la tua gemella.- disse, quasi ridacchiando. Tuttavia lo faceva per non piangere. Sapeva che non si sarebbe mai voluta trovare in una situazione del genere. Davanti la persona che più amava in questo mondo, a spiegarle di essere sua sorella gemella.
Ma daltronde sapeva cosa le aspettava. Anche non avendola mai studiata, sapeva benissimo com'era sua sorella. Lo sapeva, dentro di lei, in quello spazietto chiamato cuore.
Suigintou, invece, tornò seria. -gemella, tu? Sei solo una stupida copia e null'altro.- disse disgustata. -non capisco come Otou-sama abbia potuto creare te quando poteva avere me.- terminò.
-Beh....io...- balbettò ma neanche lei sapeva cosa dire. Non però notare però che la sorella aveva cambiato espressione.
-...più ti osservo...- disse -più penso che tu sia solo uno stupido RICICLO- urlò, mandandole contro una forte scarica di piume nere affilate come sottili lame, pronte a colpirla. Per fortuna Ririnkai riuscì ad evitarle tutte, saltando e fluttuando indietro, atterrando sul cornicione del tetto.
-o..Onee-sama! Perchè???- le chiese disperata.
Di tutta risposta Suigintou solidificò le sue piume creando una spada, con la quale tentò di colpire nuovamente la bambolina azzurra, che per puro caso riuscì ad evitare nuovamente.
-avanti, dimostrami che sai fare!- le urlò contro, continuando ad attaccarla senza tregua.
Ma ormai Ririnkai non poteva fare molto. Non aveva poteri, non aveva armi. Le era sempre stato detto che il suo scopo era solo quello di raccogliere informazioni sulle Rozen Maiden. Per cui non aveva alcun potere speciale. Di sicuro era una menzogna di Enju, ma ormai non era in grado di fare nulla.
Cosa poteva mai fare? Probabilmente i suoi poteri riposavano dentro di lei e dentro il suo baule. Era sola con la sua paura e il dolore di essere attaccata senza motivo dalla sorella che più ama, la quale riuscì infine a colpirla violentamente al petto, scaraventandola giù dal tetto.
Ririnkai centrò giusto un giardino, finendo in un cespuglio. Non aveva capito cosa le fosse successo, finché non si ritrovò dolorante a doversi issare, barcollante, sotto lo sguardo sempre più deluso di Suigintou.
-E tu dovresti essere una mia copia? Sei proprio venuta male, direi.- disse schifata.
-non...non ho poteri...ora...- disse con fatica, mentre cercava di mettersi a sedere.
-Lo vedo, sei inutile. Junk.- finì, facendo dissolvere la spada. -Non mi interessa di te, sparisci.- ordinò in fine, prima di ripartire. Ma venne bloccato da un urlo di Ririnkai. Così si voltò, tornando a guardarla.
-Onee-sama....- diss ein lacrime, osservandola con occhi che reclamavano pietà. Suiginto non avrebbe potuto assistere a scena più patetica.
-Suigintou!- disse, infine, con più forza. -io... IO TI AMO!- le urlò.
A quel punto Suigintou la fissò esterreffata. Aveva non solo scoperto di avere un'altra sorella tra i piedi, ma anche che era sua sorella gemella. E adesso aveva inoltre appreso che questa la "amava"? Quella doveva proprio essere la più brutta giornata della sua vita. Ma la sua reazione sconvolse Ririnkai.
Infatti Suigintou scoppiò letteralmente in un'assurda e sadica risata. E in preda a quella risata se ne andò senza più guardare quella creatura patetica che aveva affermato di amarla. Una creatura talmente inutile e patetica da avere le sue stesse fattezza. Nulla di più orribile e disgustoso per la Rozen Maiden più orgogliosa e piena di sé.
E sotto lo sguardo disperato e attonito della piccola bambola azzurra, in lacrime, svanì oltre il cielo, lasciando così da sola quella creatura per lei disgustosa, che scoppiò a piangere in un lungo e disperato pianto di dolore.
 
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Phase 10 - L'odio che nasce dentro il cuore





L’alba fece capolino sulla silenziosa città, che lentamente iniziò il suo risveglio.
Una bambola dai lunghi capelli castani, restò seduta sul suo giaciglio ad osservare il levarsi del sole senza proferir parola. Il suo sguardo fissò sul suo riflesso nel vetro della finestra.
I suoi pensieri la punzecchiavano freneticamente, tanto che dovette passarsi la mano sulla fronte e scuotere il capo per non scervellarsi a quel modo. Tornò in sé quando alcune voci si udirono dalla stanza accanto.
Spinse leggermente la porta, notando l’uomo biondo che ormai conosciamo bene, mentre avanzava nervoso verso la stanza da lavoro, col viso pieno d’ira e odio.
Restò appoggiata alla porta, osservando in silenzio, quasi spaventata dal suo stesso padre.
Una mano le si poggiò sulla spalla, tanto che lei quasi morì d’infarto, voltandosi.
-Che fai sveglia, nyah?- chiese Tsukineko col suo solito sguardo malizioso.
Kuroryu la squadrò ben bene, prima di tornare a controllare i movimenti del padre che, però, si era chiuso nella stanza.
-Da quando Yami ha fatto quel guaio non fa altro che lavorare e lavorare. – disse la bambolina dai lunghi capelli castani. –Ma non mi pare sia ancora furioso con Ririnkai…- affermò con certezza, tornando ad osservare la sorella dalle sembianza semi-feline.
-No, infatti, Nyah.- disse divertita Tsukineko, entrando nella camera di Kuro e sedendosi sul suo letto. –Quello strano uomo con il traccino gli ha detto che è stata opera di Yami, nyah-
-Il signor Daxis ha fatto ciò? Non mi aspettavo..- rimuginò un po’, prima di affacciarsi ad osservare la porta che conduceva alla stanza di Yami.
-Oh, non ti scomodare, Yami non c’è nyah.- disse la gattina, divertita.
-Non c’è?! Ma sono le 6, dove…?- cercò di chiedere, ma le parole non uscirono dalle sue labbra.
-Punita, Nyah. Il Padre è stato molto severo, nyah. – fece una risatina. Kuro la osservò sospettosa. Punita? In modo severo? Cosa poteva esserle successo?
-Che l’ha mandata a fare?- chiese, abbastanza preoccupata della situazione.
-Non so, nyah. So solo che quando è uscita era disperata nyah.- concluse la bambola gatto.
Che mai poteva aver escogitato suo padre per la sua prediletta? Si avvicinò alla finestra e la spalancò, sperando in cuor suo che la bambolina azzurra stesse bene.

Il freddo glaciale dell’inverso la risvegliò, costringendola ad aprire i suoi stanchi occhi, ancora rossi per le lacrime versate quella notte.
Ririnkai si rigirò sull’erba, osservando il cielo lilla e annusando la dolce brezza della mattina, forse un po’ troppo fredda. Sembrava non volersi alzare, forse troppo stanca e abbattuta. A cosa serviva alzarsi, tanto non aveva un posto dove andare. Forse doveva tornare da Yukito ignorando gli avvertimenti di Kuro e Kanaria. Però Yukito era pur sempre il suo Medium.
Aveva solo da poco scoperto di essere una Rozen Maiden, semmai fosse stato vero, non poteva lasciare da solo Yukito. Ma il problema principale era che non poteva nemmeno restare lì, dove gli esseri umani potevamo facilmente individuarla.
Si issò, dolorante, librandosi in volo. Sorvolò la città lentamente, osservando alcuni umani iniziare il proprio lavoro.
A volte avrebbe sperato essere un umano, poter vivere con la propria famiglia e fare nuove esperienze, non dover temere d’essere vista e non dover lottare contro le sue sorelle.
Volando verso la villa di Yukito, sentì una musica provenire da quello che probabilmente era un bar. Curiosa, atterrò su un tetto e restò in ascolto. Era la melodia suonata dolcemente da un pianoforte. Un umano in grado di creare melodie così splendide non poteva essere un umano cattivo. Aveva sempre creduto in questa filosofia, sempre, nonostante le venisse detto il contrario.
Alzò gli occhi, osservando il cielo ormai azzurro. La musica si era fermata, ma la città si era già svegliata. Chiuse gli occhi, cercando di ricordare le parole di quella canzone che aveva impressa nel suo cuore e che aveva cantato nella villa con Laplace no Ma e Kirakishou.
“Svegliata da quei raggi di un arcobaleno nato nel profondo blu del cielo”
Cercò di intonare. Ma nonostante nel suo cuore sentiva quella profonda e angelica voce con la quale aveva cantato quel giorno alla villa, dalle sue labbra fuoriuscì un suono spezzato, rauco, come di una cantante che tentasse di cantare seppur non avendo la voce.
Mentre si era nuovamente accorta di ciò, un’altra figura atterrò dietro di lei, spaventandola e costringendola a voltarsi.
La bambola dai capelli corvini, che li portava raccolti in una coda laterale, le si avvicinò.
-Ti stavo cercando.- affermò Yami, col viso triste.
-…Yami…perché mi cercavi?- chiese preoccupata. Probabilmente Enju l’aveva mandata a cercarla per poterla punire. –si tratta…di Barasuishou, vero?- chiese congiungendo le mani.
-In teoria…no- rispose chinando il capo.
-Ah quindi…no, scusa? Non si tratta di Bara?- chiese Ririnkai, la quale stentava a crederci.
-Tu non centri con lei, sono stata io a fare il disastro.- disse seriamente. –Tu…ti devo solo dire che il Padre non è arrabbiato con te e…devi tornare…insomma…a casa…- disse Yami, osservandola con sguardo pietoso.
-Ma…cosa?- chiese, cercando di rimettere assieme i tasselli di quella strana discussione. Tornare a casa? Ma se Enju non era il suo vero padre, lei era una Rozen Maiden! Dopotutto era quasi sicuro, anche le altre sorelle, tra cui Shinku, avevano affermato della quasi possibile esistenza di un’ottava bambola, per cui era possibile fosse lei.
Mentre cercava di capire come mai le stessero chiedendo di tornare indietro, si ricordò di una cosa che aveva completamente ignorato. Lei era scappata perché Enju credeva che il guaio lo aveva causato lei. Ma lei voleva tornare alla baracca anche da Rozen Maiden. Perciò né Enju, né le altre eccetto Kuroryu sapevano che lei era una Rozen Maiden….
Anzi, Enju lo sapeva, certo, ma non sapeva che Ririnkai avesse ricordato tutto.
Per la prima volta, la bambolina, si sentì padrona della situazione. Poteva prendere quel baule, il suo baule e vendicarsi per tutto quello che era stata costretta a subire, sorprendendo tutti. Un vero attacco a sorpresa. E sapeva che Kuroryu l’avrebbe aiutata, essendole davvero molto amica. Ma cosa andava a pensare? Vendicarsi di Enju? Voleva davvero farlo? Eppure ciò che provava, tutto l’odio, la rabbia, il dolore di quegli anni vissuti come una stupida bambola incapace ed inetta. Tutto ciò poteva essere ricompensato a dovere per colore che avevano causato le sue peggiori sofferenze.
Certo, poteva farlo, lei voleva farlo.
-Si…tornerò, sicuramente!- disse, accennando un sorriso.
Yami la osservò con sguardo stupito. –Tornerai anche se…è…colpa…mia?- chiese.
Ririnkai la fissò. Per quale motivo non sarebbe dovuta tornare dopotutto? Poi comprese che era fuggita perché nei guai a causa di Yami. Dopotutto era lei che aveva messo fuori uso Bara.
-Ma dai, non fa nulla! Non sono arrabbiata con te!- esclamò, sorridendole nuovamente.
A quell’affermazione, Yami le si gettò tra le braccia, lasciando la bambola azzurra esterrefatta.
-Sono felicissima, sorellona! Temevo mi avresti odiata!- le disse, stringendola in lacrime.
Sorellona. Anche Yami la riteneva ancora una bambola di Enju. Nella sua mente pensava a come avesse reagito se avesse scoperto la verità sul suo conto. In quel momento, però, strinse a sé quella che per lei era ancora la sorella minore.

-Quindi, spero vivamente che nulla sia cambiato tra voi due.- domandò col solito sguardo serio, l’artigiano biondo.
Ririnkai annuì, con lo stesso sguardo serio, stavolta però era uno sguardo di sfida. Enju aveva appreso che Yami aveva distrutto Barasuishou per invidia e la sua unica punizione, dopo una sgridata, è stata lo spedirla alla ricerca di Ririnkai. Nel caso in cui fosse invece stata Ririnkai a fare quel gesto, sarebbe stata per lo meno frustata un centinaio di volte. Neanche, non sarebbero bastate.
Kuroryu e Tsukineko, intanto, osservarono la scena da lontano. Kuro era nervosa. Perché era tornata? Era convinta che Ririnkai sarebbe stata al sicuro a casa di Shinku. Era decisa a parlarle per saperne di più non appena fosse scesa la notte.
Quando finalmente Enju ebbe finito con entrambe, a Ririnkai fu imposto di tornare da Yukito quella sera, mentre intanto doveva svolgere le sue solite mansioni.
Kuro scosse il capo, osservando Ririnkai affaccendarsi col bucato. Non poteva parlarle quella notte, perciò doveva farlo prima che andasse via.
Le si avvicinò, fingendo di essere interessata a prendere qualche libro dallo scaffale vicino al balcone dove Ririnkai stava stendendo i panni lavati.
-Non dovresti essere qui. – disse, mentre il suo dito scorreva su alcuni testi di poeti inglesi.
-Non dovresti parlarmi mentre lavoro- disse Ririnkai, mentre toglieva i panni asciutti.
-Non prendermi in giro. Perché sei tornata? Ti credevo al sicuro dalle altre!- disse arrabbiata, levando lo sguardo dai libri e osservando Ririnkai.
-Le altre non hanno bisogno di me ed io non ho bisogno di loro. Sto bene dove sto.- disse la bambolina azzurra, anche lei fermatasi per squadrare Kuroryu.
-Che intenzione hai?- chiese preoccupata.
-Vendicarmi, ovvio.- disse divertita.
-Come? Non hai poteri.- rispose Kuro incrociando le braccia.
Ririnkai rise -C’è un baule che appartiene alla sottoscritta. Devo solo prenderlo!- affermò –e lo farò proprio stanotte.-
 
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LusHika { 7-3-08 }

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Phase 11 - Vendetta





Infilò i panni asciutti in una bacinella, portandola
dentro e posandola sul tavolo. Kuroryu, che aveva scorso la sagoma di Yami attraversare il corridoio, si era rimessa alla ricerca di un testo da leggere, chinandosi su alcuni romanzi con espressione curiosa e indaffarata.
Mentre la bambolina azzurra era intenta a piegae un paio di calzini, la porta si aprì cigolando, rivelando l'inquietante presenza della bambola felina, che vide la scena e sorrise, ghignando malignamente.
Kuroryu, dai romanzi dov'era china, si issò e si voltò per fissarla in faccia.
-Hai bisogno?- chiese seccata.
-Oh nulla, osservavo solo la scenetta nyah, potreste fare le attrici nyah!- disse ridacchiando, voltandosi e svanendo oltre l'uscio.
La bambola dai lungi capelli castani si voltò nervosa verso Ririnkai che non aveva battuto ciglio ed era intenta nel piegare dei fazzoletti.
-Uffi che palle!!!- esclamò all'improvviso, cercando di attirare la sua attenzione, ma non ci riuscì. Si innervosì ulteriormente. Perchè non la guardava? Perchè non le rispondeva? Detestava non essere pensata, detestava venire ignorata, detestava che il suo sguardo era fisso su altro. Ma proprio mentre fremeva di rabbia, la bambola azzurra parlò.
-Yami ha avuto una punizione assurda. Anzi, non è nemmeno una punizione!- esclamò seccata. -Maledetto Enju, me la pagherà...la pagherà per tutto...- disse, tremando, stringendo un lenzuolo azzurro decorato con ricami e motivi zodiacali.
-Già...- bisbigliò Kuroryu, prima di ricordare un particolare. Quella gatta le aveva detto che era stata punita in modo tremendo...eppure non era vero. Forse non era a conoscenza della sua vera punizione. Allora perchè affermarlo con sicurezza? Le aveva mentito? Ma Kuro lo sapeva, non c'era da fidarsi di quella sorella minore. Era una problematica ragazzina a volte assurdamente maliziosa e maligna, per essere solo una bambola. Uscì dai suoi pensieri quando senti la bambola azzurra sospirare.
Kuroryu la osservò e, nonostante fosse una cosa pericolosa perchè poteva esser vista, le si avvicinò. Quando le fu di lato, poté scrutare i suoi occhi pieni di rabbia. Adorava i suoi occhi, erano così limpidi, riflettevano una triste realtà, ma erano così limpidi e profondi come l'oceano, nonostante fossero del colore lilla dell'alba.
Tese la sua mano tremante. Voleva accarezzare quei capelli d'argento come la superfice dell'acqua inondata dai raggi della luna, ma si bloccò. Ririnkai si era voltata a fissarla, osservò prima le sue mani, tese verso di lei e poi il viso. Non capiva.
La bambola castana, allora, la abbracciò, soprendendola.
-Ririn...io ti aiuterò. Non voglio che mio padre ti faccia soffrire ulteriormente. Ho ben visto cosa vuol dire essere odiati e non voglio che tu, innocente, venga punita ancora in modo così cruento solo perchè sei figlia dell'uomo che odia.- disse, stringendola forte a sé, come un tesoro prezioso.
-Kuro...- disse Ririnkai, scostandola da sé. -Non essere stupida, se ci beccano è finita.- affermò.
Kuroryu chinò lo sguardo ed uscì dalla stanza. Mentre usciva, però, si voltò. Osservò l'altra parte del corridoio con interesse, come per cercare quella sfuggente ombra che l'era parso di notare. Ma non c'era nessuno, era solo la sua immaginazione. Si voltò e ritornò sui suoi passi.

-Sai perchè odio il té?- chiese la bambola azzurra, osservando la domestica mentre ne preparava un pò. Yukito era intento a finire una relazione per un compito che lo aspettava il giorno seguente.
-perchè?- chiese curioso, destando lo sguardo dal foglio e osservando la bambola annoiata.
-perchè le bambole lo bevono- rispose, mentre la domestica ne versava un pò nella tazza di Yukito.
-E tu non vuoi essere come loro.- disse, osservando il liquido bollente entrare nella tazzina.
-Esatto. Io sono diversa, io sono io, non sono uguale a nessuno.- affermò, ricordando la risata di Suigintou.
Yukito prese la tazzina e bevve un sorso.
-Io credo che tutti siamo diversi. Altrimenti, sai che monotonia!- aggiunse, ridendo di gusto.
Ririnkai lo guardò con interesse. Yukito smise di ridere e posò il suo sguardo su di lei. Sin da quando era arrivata, aveva notato quegli occhi. Di solito erano di un calmo lilla, come le acqua del mare in una calma giornata di sole. Ma sin da suo ritorno, gli occhi di Ririnkai erano freddi e agitati come le acque di un mare in tempesta.
-Che ti succede?- chiese Yukito, nervoso. -Sta accadendo qualcosa, vero?- aggiunse incuriosito.
-Nulla, non succede proprio nulla.- gli rispose, alzandosi.
-Non voglio aspettarti a lungo, Ririn.- gli urlò dietro Yukito. La bambola si voltò verso il suo Medium, osservandolo stupita.
-Vedi di non tardare. Cerca di non sparire.- posò con fretta la tazzina sul piattino e si alzlò anche lui, prendendo la relazione e dirigendosi verso la sua stanza.
Ririnkai chinò il capo. Era preoccupato per lei, aveva avvertito che stava per succedere qualcosa. Yukito non era stupido. Nonostante si comportasse spesso con freddezza, quella volta era davvero più nervosa e arrabbiata del solito. Sembrava stesse per esplodere. Si, di sicuro Yukito l'aveva notato. Non era stata brava a recitare la parte della brava bambina ma non le dispiaque il fatto che Yukito stesse in pensiero per lei.
Erano ormai le undici. Enju andava spesso a dormire verso l'una, quando impiegava tempo per riparare la sua preziosa bambola, ma siccome Barasuishou non c'era più, almeno per il momento aveva ripreso la normale abitudine di andare a dormire presto. Le bambole dovevano stare a nanna entro le 10. Era il momento di agire.
Entrò nello specchio, varcando un N-Field per raggiungere il suo stanzino. Appena entrata, osservò la stanza al chiarore azzurro emanato dallo specchio. Notò che tutto era in ordine, proprio come l'aveva lasciato. Spinse la maniglia, delicatamente, aprendo la porta.
Osservò il corridoio illuminato dalla luce della luna. Non c'erano rumori, tutto era silenzioso. Sgattaiolò fuori con cautela, salendo le scale per il pian terreno. Osservò il corridoio principale. non v'era alcuna ombra, nemmeno una mosca. Passò con rapidità senza farsi sentire, giungendo alla porta della bambola castana che la stava aspettando. Spinse la maniglia e si affacciò.
Kuro, che si trovava sotto le coperte del suo lettino, si voltò di scatto, sorridendo. Si levò dal letto, inserendo dei cuscini sotto le coperte, poi seguì la bambola azzurra, dirigendosi verso l'altro capo del corridoio, verso il passaggio che portava alla scantinato.Si infilarono di corsa, giungendo nell'antro proibito.
Come l'ultima volta, c'erano tante bambole aggrovigliate una sopra l'altra e una marea di barattoli vuoti. E lì, tra tanti scatoloni e cesti, oltre le bambole sporche e incomplete, doveva esseci un bellissimo baule marrone rifinito con motivi floreali e aristocratici d'oro, con una rosa in cima. Doveva esserci, perchè non c'era.
-ma...cosa?- chiese Kuroryu, osservandosi intorno. Eppure era sempre stato lì, che suo padre l'avesse spostato?
Mentre Ririnkai osservava l'angolino dove doveva trovarsi il baule e poi Kuroryu, preoccupata, sentì qualcosa colpirla alla gola. Nessuna l'aveva presa nè colpita. Era solo una sensazione, un qualcosa cher non riusciva a trattenersi dentro di lei. Qualcosa che le dava un fastidio tremendo, tanto che si portò le mani alla gola, cercando di respirare.
Kuroryu, finalmente, si voltò verso di lei, notando lo strano disagio, cercò di aiutarla, ma non sapeva che avesse.
-Ehi! Ririn! Che hai??? Rispondi!!- urlò, tenendola in piedi, perchè le sue gambe avevano tutta l'aria di voler cedere per lo sforzo.
-Ririn, Ririn!!!- insisteva, preoccupata, disperata.
Ririnkai, che non riusciva a respirare, cercava in tutti i modi di resistere a quel dolore. Lo riconobbe...era una situazione a lei molto familiare, una situazione di pericolo. No, era solo un brutto ricordo. Aveva già provato quel dolore all'inizio. Non importa, sarebbe passato, col tempo non l'avrebbe più avvertito e non sarebbe stata più in grado di fare nulla. Sarebbe diventata una bambola indifesa, priva di qualsiasi potere, perfetta per il suo scopo. Era solo questo che era, una bambola inutile che serviva per ingannare le sue sorelle.
Prese il braccio di Kuroryu e la fissò. Era Kuro, era lì con lei. Vedeva la sua preoccupazione. Si osservò intorno, era nello scantinato. E allora cos'erano quei pensieri, che prima l'aveva assalita? Era certa di averli già percepiti prima d'ora, erano i pensieri di un uomo, divertito, felice, perchè il suo piano andava bene. Sentiva quei pensieri. Si staccò da Kuroryu, ora stava bene in piedi, non temeva di cadere. Kuro la fissò stranita. Il groppo alla gola era sparito, ora sentiva solo un fremito e un nervosismo inquietante. Si voltò intorno, prima di tornare a fissare Kuroryu. Fece un'espressione di rabbia pura, tanto che appena iniziò a parlare, Kuro dovette indietreggiare dalla paura.
-Aventi, parla! Voglio il mio baule! E' inutile che fai finta di non saper nulla, sono sicura che Enju l'ha detto a tutte voi!- urlò con furia. Kuroryu la fissò senza fiato. Non capiva cosa volesse dire, ma nello stesso istante del suo grido, due sagome erano apparse alle loro spalle.
 
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LusHika { 7-3-08 }

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Phase 12 - Tsukineko





Un uomo alto e biondo, con sguardo freddo e distaccato, seguito da una bambola dalle sembianze feline. L'uomo avanzò verso la bambola azzurra, non mancando di osservare la sua bambola castana con lo sguardo disperato e tremante.
-Vai, Kuro. Ci penso io a lei.- ordinò.
Kuro non capiva, cosa voleva dire? Poi osservando lo sguardo furioso della bambola azzurra, decise che la cosa migliore da fare era allontanarsi.
-Hai preso in ostaggio Kuroryu per farti portare fin quaggiu, vero, stupida Rozen Maiden?- chiese disgustato Enju.
Kuro stava per controbattere, non era per nulla vero che era un ostaggio, ma poi si ricordò della sfuriata di Ririnkai. Possibile che avesse detto quelle cose per far credere loro che lei non centrasse nulla? La stava proteggendo.
-Già, siccome volevo il mio baule, speravo che lei mi dicesse dov'era. Ma a quanto pare ho sbagliato bambola.- rispose, posando lo sguardo sulla bambola felina.
Tsukineko fece una risatina. Kuro la osservò. Eppure, quell'assurda gatta, doveva sapere che anche lei era implicata nel piano di Ririnkai. Perchè non avvisava suo padre che era una traditrice? Osservò il suo sguardo cercando una risposta, ma non ne trovò, per cui decise che finchè si fosse stata zitta, sarebbe andato tutto bene.
-Quando hai acquistato i tuoi ricordi? Speravo che sarebbe durato ancora a lungo- osservò, con disprezzo.
Ririnkai rise.
-Non me ne hai dato abbastanza. Anche la voce tornerà, con più fatica, ma tornerà. E tu...non dovresti scherzare col fuoco. Ops, scusa, con l'acqua.- disse. Lo sguardo che fece Enju era indescrivibile. L'odio più puro ribolleva dentro di lui. Quella era un'altra delle creature create dal suo rivale, da quel Rozen, quello che una volta era il suo maestro. Splendide, angeliche, una più bella dell'altra, così come la Shinku che tanto bramava. Ma tuttavia scarti, perchè creati da lui.
-E' una sfida, stupida bambola? Il tuo baule non è qui, non vuoi riaverlo?- chiese, curioso della risposta.
-Non me lo darai. Me lo nascondi bene. Cosa c'è, temi che abbia riaquistato le mie capacità?- chiese, osservandolo negli occhi. Non riusciva ancora a "vedere" bene, ma lo percepiva, leggermente.
-Per dirmi una cosa del genere, allora l'hai riaquistata di certo. La tua furbizia è pari a zero.- osservò vittorioso Enju, voltandosi.
Ririnkai lo fissò. Stava andando via, non aveva voglia di rimanere lì con uno scarto, una copia, una bambola inutile.
-FERMO! COME OSI ANDARE VIA DOPO QUELLO CHE MI HAI FATTO?- urlò con furia omicida. Enju si voltò, anche lui furioso.
-Dovresti ringraziarmi, stupida copia! Io ti ho salvata dalla tua disperazione!- urlò alla bambola, che rimase senza parole. -Anzichè lasciarti cadere nel profondo oblio della tua anima, ti ho salvata dall'inferno che avevi creato, annullandoti i ricordi. Dovresti baciarmi le mani per questo!- disse.
Kuroryu lo fissò spaventata. Non capiva quel discorso, si era persa tempo fa. Salvata? Oblio dell'anima? Ma che diavolo stavano dicendo?
-Ma non essere ridicolo, l'hai fatto solo per profitto personale. Ti faceva comodo una Rozen Maiden sotto il tuo controllo, verme schifoso!- gli disse con odio. Enju tremò dalla rabbia. -Non sono così scema come pensi, hai solo sfruttato le mie debolezze a tuo vantaggio!- Kuroryu la osservò. Quale potevano essere le sue debolezze? -...ed io come una scema ti ho creduto. Mi pento solo di essere stata tanto debole da fidarmi di te...-
Enju oltrepassò Tsukineko, furioso e senza proferir parola.
-pensaci tu.- disse. -Kuro, non c'è bisogno che tu stia qui, vieni- ordinò, svanendo oltre l'uscio.
Kuroryu osservò Ririnkai. Sicuramente voleva che seguisse Enju, doveva tenere il gioco. Ma come avrebbe lottato con Tsukineko se non aveva poteri?
Ririnkai le sorrise. Si stupì. Significa che non doveva preoccuparsi. Allora andò, senza esitare, lasciandole impresso uno sguardo che le ricordò molto Yukito poche ore prima. Sicuramente l'avrebbe aspettata.
-Nya tocca a noi!- la gattina saltellò allegramente dentro la camera, fino a fermarsi davanti alla bambola azzurra.
-sapevo che non eri affidabile, Tsuki.- disse Ririnkai, osservandola con interesse.
Tsukineko rise.
-Perchè non hai avvisato tuo padre che Kuro era coinvolta?- chiese, curiosa di sapere la risposta.
-oh? Non lo sai? non lo vedi?- domandò lei, osservandola come una ebete, con il dito medio premuto sulle bocca.
Ririnkai si morse il labbro inferiore.
-Ah! curioso nyah! non funziona sulle bambole, forse?- disse, ridendo come una scema.
-da che parte stai?- chiese Ririnkai, con un sorriso gelido.
-di qui, di là, chi lo sa? dove mi è comodo nyah!- disse battendo le mani.
-certo che sei una gatta assurda, tu.- disse Ririnkai, che non era abbastanza abituata alle sue stranezze, siccome non finivano mai di sorprenderla.
La gatta scivolò di soppiatto dietro Ririnkai e la abbracciò. La bambola azzurra non aveva percepito un'aria malvagia, sapeva quindi che non era un attacco e non si smosse.
-Che vuoi?- chiese, rimanendo impassibile.
-assurda, nyah?- chiese, sussurrandole all'orecchio. -mai quanto te che hai desiderato di possedere tua sorella gemella.-
Ririnkai rise, arrossendo. Era la verità dopotutto. Lei bramava Suigintou sin dal profondo del suo cuore, la voleva.
-Il tuo, è un amore perverso.- disse la gatta, leccandole il collo con fare malizioso.
-Così come il tuo, del resto.- rispose la bambola azzurra, voltandosi per osservarla negli occhi. Tsukineko la fissò pensierosa.
-Ma io non amo nessuno, nyah.- rispose, confusa.
-Certo, tu ami te stessa, mio caro Narciso.- disse, con sguardo divertito. -ti ami così tanto da nascondere agli altri il tuo vero io e di agire solo per il tuo bene.- concluse.
La gatta sorrise.
-Ovvio, nyah. Mi interessa solo me stessa. Ogni mia azione serve ad ottenere un tornaconto.- disse leccandosi le dita -per questo non voglio combattere nyah. Non mi piace combattere con chi non ha poteri e tu non li hai ancora. Nyah e inoltre, non c'è scopo, per cui non mi interessa.- concluse.
-Non so se ringraziarti oppure piangere- disse ironicamente Ririnkai. -sei proprio strana. Si, siamo strane.- disse infine.
-Il baule.- si ricordò. -dov'è?- chiese.
-non so, il Padre lo ha portato via subito, in qualche N-Field nyah- disse la gattina mentre faceva le fusa -non poteva permettere che lo trovassi così facilmente nyah. Se lo lasciava in casa era pericoloso.- disse.
-Capisco...dovrò trovarmelo da sola.- affermò.
La bambola felina le si gettò addosso nuovamente.
-Mi auguro che tu riesca ad ottenerla.- disse divertita.
-Non voglio avere lei. Sono io che voglio essere posseduta.- disse Ririnkai, senza batter ciglio.
-Si, sei proprio perversa Ririn. Mi piace il tuo modo di pensare, nyah.- esclamò la gatta tutta eccitata.
-Ma dai, non sono perversa. Sono solo....mah, come posso definirmi...innamorata?- chiese curiosa.
-No, nyah, non è mica amore. Tu vuoi essere sua perchè credi di appartenerle, perchè sei la sua gemella nyah. Vuoi essere sottomessa e adori essere trattata male da lei. Si, sei perversa.-
Ririnkai la fissò pensierosa. Adorava essere trattata male da lei? Eppure, quando Suigintou aveva riso, lei si era messa a piangere...però, in quell'istante, capì quanto le era piaciuto. Che cosa strana, perchè ora è soddisfatta, mentre prima aveva pianto? Non le ci volle molto per capire. Ormai i suoi poteri si stavano liberando, così come la sua vera personalità.
-Comunque sia, non la otterrò, stanne certa. ti ringrazio per l'augurio, comunque.- disse, senza pensarci su, mentre scrutava curiosa il soffitto, con la gattina ancora aggrappata addosso.
-Non esserne tanto certa. Tu sei una bambola strana, speciale, a volte ingenua, innocente e pura, stupida, a volte fredda, glaciale, a volte sadica, bramosa di sangue, desiderosa di uccidere. Egoista, prepotente, viziata, orgogliosa, superba, ma anche dolce, simpatica, disponibile. Anche tu hai molti lati inaspettati della tua personalità. La tua voce che ubriaca la gente come un vino di puro piacere, che può svelare i cuori, i ricordi, le emozioni, può illudere, confondere, torturare e alle volte uccidere. I tuoi modi di fare, i tuoi pensieri, le tue espressioni. La tua bellezza, sacra, i capelli chiari come la luna e gli occhi del colore dell'alba, a volte calmi come il mare d'estate e a volte agitati come le onde in tempesta. Tu...sei così sublime, semplice e complessa che fai impazzire le bambole. E si, gli umani, come hai fatto impazzire Yami e Kuroryu, Kanaria, Daxis, Yukito e anche me. Tu sei spietata. non ti rendi conto di ciò che fai. Sei fredda e insensibile. Sei splendida e irraggiungibile. Perchè per te esiste solo la persona che non avrai mai. Quella che a differenza di noi non ti ha aperto le ali. Quella che non si concederà mai. E quando si concederà...la rifiuterai? - finì staccandosi da lei, osservando compiaciuta l'espressione immutata della bambola azzurra. -Si, intendevo proprio questo. Chi è la vera Ririnkai? Quante altre persone vuoi far impazzire?-
-Io vivo soltanto per il mio obiettivo.- disse, voltandosi, diretta verso un'anta di un mobile, che fungeva anche da specchio e che proprio in quel momento si era illuminato.
-nyah?-
-E ti sbagli.- si fermò poco prima di oltrepassare la soglia azzurra dello specchio. -nel momento in cui Suigintou mi accetterà, sarò finalmente unita a lei.- si voltò, svanendo nell'abisso azzurro.
 
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Phase 13 - Missione





Si sedette su una roccia, accanto ad un fiume scintillante che riversava le sue acque chissà dove. Pensierosa, incantata a fissare il suo riflesso su quelle acque cristalline, non si era accorta che una candida figura le si era avvicinata alle spalle.
Sussultò proprio quando si trovava ormai a pochi passi da lei. Sapeva di chi si trattava, ma non le interessava sapere ciò che voleva da lei, la bambola senza un corpo.
La figura dai lunghi capelli rosei, la abbraccio alle spalle e rise leggermente e a bassa voce, in modo che non fosse troppo forte ma che comunque, Ririnkai, potesse sentirla.
Sospirò.
-Cosa c'è, Kira?- chiese, osservando i loro riflessi sulla superficie calma dell'acqua.
-Mi sembri sola e triste, ottava bambola.- disse, oservando anche lei dall'acqua, lo sguardo assorto della piccola bambolina azzurra. -è successo qualcosa?- chiese, con una tenerezza da far rabbrividire.
-il mio baule- disse Ririnkai -l'ha nascosto-.
Fissò per alcuni istanti la rosa azzurra posta sull'occhio destro della settima bambola, prima di ricordarsi una cosa importante. Kirakishou era la padrona degli N-Field, poteva aver visto Enju nascondere il suo baule. Osservando lo sguardo illuminato di Ririn, Kirakishou sorrise ancora di più. Ririn si voltò, in modo da poterla guardare nell'occhio d'oro.
-dov'è?- chiese, mentre la bambolina si sedeva accanto a lei, ma dando la schina al fiume che invece Ririnkai aveva di fronte.
-uhm...dovrei dirtelo?- chiese sghignazzante. Ririnkai non percepiva ostilità, non l'aveva mai percepita. Nonostante non fosse capace di leggere il cuore di una bambola, poteva percepirne i sentimenti. Sapeva che Kira non aveva nulla contro di lei. Per quale motivo, purtroppo, le era sconosciuto. Percepiva il suo desiderio di libertà.
-Posso fare qualcosa per te?- chiese Ririnkai perplessa. Magari, se le avesse fatto un favore, lei l'avrebbe ricambiata.
Kira si porto la mano vicino alla bocca, con un'espressione di stupore mischiata alla gioia di aver raggiunto lo scopo prestabilito.
-C'è una cosa...in effetti...- disse, avvicinando le labbra all'orecchio della ragazza, così che lei potesse sentirla bene.
Ririnkai restò ferma, fissando la sagoma bianca sopra l'acqua.
-Dimmi, ci proverò.- assicurò Ririnkai. Dare per ricevere. Se era per ottenere qualcosa, perchè non aiutarla? Dopotutto non aveva nulla contro di lei e si stava annoiando.
-C'è una persona che voglio trovare ma...- iniziò Kira, bloccandosi per qualche secondo, prima di fare una risatina. Era davvero strana. Impossibile prevedere i suoi movimenti. Di certo, se la capacità di Ririnkai avesse funzionato anche sulle bambole, sarebbe riuscita a capire le sue intenzioni.
Kirakishou si alzò, i suoi capelli mossi e velati di un leggero rosa, scintillarono alla luce di quel sole che brillava in un mondo inesistente, parallelo, ciamato N-Field.
Kira non poteva vivere al di fuori degli N-Field, lei aveva bisogno di un corpo e non lo aveva. Era diversa dalle altre Rozen Maiden. Era pura aura di Roza Mystica, senza un corpo che la racchiudesse. Ora che ci pensava, era come lei. Lo stesso problema di fondo.
La bambola azzurra sentì una stretta al petto. Conosceva quella sensazione di disagio. Un tempo la stava distruggendo. Si ricordò delle parole di Enju di qualche ora prima. Affermava di averla "salvata" dall'oblio, dall'inferno che si era costruita. Ma Ririnkai sapeva benissimo che Enju aveva solo sfruttato la sua debolezza per i suoi biechi scopi. In quello stato, Ririnkai non era capace di distinguere il bene dal male.
Si guardò le mani, le mani sporche, di una bambola che non sarebbe mai più diventata Alice. Una bambola che un tempo si era distrutta a causa delle sue ferite, a causa del suo amore, a causa della sua maledetta capacità di torturare la gente.
Si morse il labbro. Tutto ciò dipendeva dalla sua anima, così come Kirakishou, che essendo troppo libera ha sviluppato una personalità senza limite, senza una linea di distinzione tra il giusto e lo sbagliato. Erano effettivamente uguali. E questo Kira lo aveva capito.
La bambola della neve si avvicinò nuovamente a Ririnkai, poggiandole una mano sulla spalla, osservandola con dolcezza.
-Voglio solo andare dalla persona che amo.- disse. Kira osservò Ririnkai con uno sguardo stranamente tenero, senza ombra di malvagità. Come mai?
-è una sorpresa sapere che ami qualcuno.- disse, voltandosi, per guardarla nell'occhio dorato. Anche Ririnkai rise.
Kira unì le mani come se stesse pregando e osservò il cielo verdino con sguardo sognante.
-L'ho incontrata poco fa, era davvero stupenda!- affermò con ammirazione.
Poi si volse a Ririnkai e sorrise. Le portò una mano sulla guancia e le bisbigliò.
-in effetti, entrambi siamo vittime di un amore maledetto.- recitò, come se stesse cantando una poesia antica.
Ririnkai la osservò, prima di scoppiare a ridere.
-Oh, non dirmi che anche tu!- si portò le mani vicino la bocca. -non ci vorrà mai, sai?- disse con sorriso. Anche Kira rise.
-basta realizzare il nostro scopo.- si fece d'un tratto seria, ma non troppo -la nostra Alice deve sorgere.- concluse.
Ririnkai comprese. E' ciò che provava anche lei. Voleva che la sua amata diventasse Alice, perchè per lei solo Suigintou era degna di questo titolo.
-Chi è che stai cercando?- chiese interessata, pronta per iniziare la ricerca.
Kira attese sorridendo per alcuni secondi prima di rispondere.
E' una fanciulla di splendida bellezza, legata ad una delle nostre sorelle.- disse.
Ririnkai la scrutò perplessa. Legata significava che era la medium? A parte Micchan e Megu non c'erano altre medium femminili. Una volta c'era Tomoe, ma adesso non lo era più. Quale poteva essere la fanciulla splendida?
-Questa fanciulla...- continuò Kira -...discende da una donna che fu legata ad una precisa bambola- disse, cercando alla bambolina di far intuire cosa voleva intendere.
-Capisco. Quindi la discendente di una medium.- disse Ririnkai, cercando di ricordare i passati medium delle sorelle. Le aveva osservate permolti anni, a parte Suigintou, per cui forse ci sarebbe potuta arrivare. Bastava solo un altro piccolo indizio.
-Ah, ultima cosa!- esclamò Kirakishou con una tenera vocina quasi ingenua -è francese e...non era una donna di parola...- disse, quasi dispiaciuta.
Ririnkai la osservò, persa nei suoi pensieri, nei suoi ricordi. La nazionalità le sarebbe stata molto d'aiuto, ma come mai "non era molto di parola"? Forse si riferiva a qualche avvenimento importante?
La sua memoria doveva cercare bene all'interno dei suoi ricordi. Se solo avesse potuto avere l'altra parte dei suoi poteri...entrando nel mare dell'Inconscio sarebbe stato più facile trovare quel ricordo...
Ma lei aveva una buona memoria, non poteva non ricordare.
Ad un tratto, parve capire, ma le serviva una conferma.
-Dimmi, Kira...- iniziò, pensando al modo migliore per chiederglielo -che cibo preferisci?- chiese, osservando la bambola bianca, che allargò ulteriormente il suo già radioso sorriso.
-uhm...adoro le fragoline.- rispose.
Ririnkai fece un cenno col capo.
-Aspettami, credo ci metterò cinque o sei giorni.- disse, poi, voltandosi di spalle ma senza distogliere lo sguardo da lei aggiunse -fidati.-
Kirakishou rise di gusto.
-So che me la porterai, mi fido.- disse convinta, osservando la bambola azzurra distaccarsi dal suolo, dirigendosi verso la sua meta.
 
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Phase 14 - L'inizio





Si affacciò il sole, illuminando la grande metropoli dove c'era un immenso via vai di gente.
Macchine, motociclette, uomini con la loro 24 ore e cappello in testa, avvolti da giacche e indossanti cravatte spesso con colori ridicoli, correvano instancabilmente per i marciapiedi della capitale francese.
Alcuni bambini si rincorrevano nei parchi, giocavano sugli scivoli e si sporcavano di fango, costringendo le loro madri ad urlare nervose per le marachelle compiute.
Nella giungla di auto e veicoli di ogni genere e dimensione, si affacciavano le vetrine di lussuosi negozi grandi quanto palazzi, pieni di clienti e curiosi in giro per fare shopping.
Alcuni cani giocherellavano tra di loro mordendosi affettuosamente, mentre uno o due gatti trotterellavano sui tetti delle ville più lontane dal centro. Alcuni uccellini beccavano briciole di pane per terra, altri si appollaiavano sulla fontanella per dissetarsi.
In quel caos mattutino, seduta su un tetto e godendosi la vista dell'enorme Torre Eiffel che sorvegliava e proteggeva Parigi, c'era la bambola azzurra, distessa a scrutare il cielo, pensierosa.
In quei giorni lontani da casa, si era data da fare per compiere la missione affidatale dalla sorella maggiore, tuttavia non era un compito assai facile, soprattutto dato che non aveva ancora riavuto la maggior parte dei suoi poteri.
Un bambino che stava correndo, inciampò e cadde a terra, scoppiando in un sonoro pianto. Ririnkai venne riportata alla realtà dalle lacrime del fanciullo, così si issò, pulendosi la gonna e stiracchiandosi un pò.
-chu che stanchezza!- esclamò, aggiustandosi i riccioli d'argento.
Scese qualche tegola e riprese la passeggiata sopra i tetti, salutando i gatti che la osservavano curiosi.
-Stando alle mie ricerche, la Fausset dovrebbe essersi trasferita da qualche parte verso la periferia di Parigi. Spero di non aver fatto un buco nell'acqua, chu...- si disse tra sè e sè. Era appena tornata dalla regione della Loira, dove indagava nella città di Saint-Malo su alcuni spostamenti della famiglia Fausset, che aveva vissuto per un breve periodo tra il 1983 e il 1992.
Tuttavia, la casa era stata venduta e si erano nuovamente trasferiti. Ririnkai non immaginava che avrebbe mai visto lo splendore di Parigi, ma non era molto ottimista al pensiero che si trovasse ancora lì.
Erano passate 2 settimane dalla sua partenza e si trovava già sulla buona strada. Sicuramente, pensò, se fosse stata in possesso delle sue complete capacità, l'avrebbe trovata in due giorni massimo. Ma adesso doveva accontentarsi di piccole percezioni e del suo intuito.
Percorrendo le rue de Charenton, a sud-est, arrivò a trovare la lussuosa villa dei Fausset. Decise di scoprire se era ancora abitata dalla famiglia, per cui si appollaiò sul tetto e iniziò a spiare i movimenti degli abitanti al suo interno.
-Mi sembro tanto Kanaria.- disse la bambola, ridacchiando al pensiero e immaginandosi l'amica stesa sul tetto col binocolo, a spiare le altre Rozen Maiden.
Un tonfo la fece tornare alla realtà. Scosse il capo e si sporse per vedere la porta d'ingresso, dove una splendida fanciulla dai lunghi capelli d'oro, recuperava i libri che le erano caduti di mano.
-oh, je suis dèsolè! les livres sont tombés.- disse la fanciulla, chinandosi per prendere i libri sparsi per terra.
Una donna, alta, elegante, sulla quarantina, con i capelli di un castano ramato, si chinò per aiutare la ragazza a prendere i libri.
-Attention, Odile! Tu il regarde qu'ennui...les livres du Monsieur Henri sont très précieux.- sgridò la ragazzina, che si chinò il capo dispiaciuta.
-excuses moi, mère.-
Ririnkai ascoltava tutto con attenzione. Sentiva parlare con accento francese ma le parole le distingueva perfettamente. Era uno dei poteri in possesso alle bambole. Loro potevano capire ogni lingua.
Seguì con lo sguardo la ragazza, che entrò in una macchina nera sotto gli occhi della madre, che attesa la partenza.
-Bingo!- esclamò Ririn. Era proprio lei, Odile Fausset, la ragazza che stava cercando.
Quando era sotto il controllo di Enju, ricordava di aver appreso che una certa Corinne Fausset, medium di Hinaichigo, l'aveva abbandonata nel baule nella casa che stava per vendere. Si era ricordata di quella vicenda e capiva che la ragazza che Kira cercava doveva proprio essere lei.
Non le importava saperne il motivo, sapeva solo che una volta sbrigato il favore, avrebbe ottenuto la sua valigia e avrebbe riavuto il suo Spirito Artificiale.
Si alzò, doveva attendere che Odile tornasse dal luogo in cui era diretta, forse lezioni private di qualcosa, era comune tra la gente di alta società.
Sgattaiolò in un viottolo sul retro, curiosando per le ville. Molte erano davveroantiche, altre abbandonate. Entrò in una villa coperta di rampicanti. I vedtri erano incrinati, l'intonaco era quasi del tutto caduto, il tetto presentava qualche foro e alcune tegole erano ridotte male, spezzate, a volte.
Ririnkai si avventurò nel giardino, ovviamente rovinato e pieno di erbacce, spalancando l'enorme portone d'ingresso che cigolò.
Si trovò in un ingresso sporco e ricoperto di ragnatele e pezzi di intonaco staccatisi dai muri e dal soffitto. Persino il maestoso candelabro era riverso a terra, distrutto. Sui muri v'erano degli spazi quadrati più chiari e poco più su di questi, dei chiodi. Era palese che in quei punti c'erano attaccati dei quadri o dei ritratti. Dinanzi a se notò delle scale dove si avventurò. Raggiunse una stanza con un letto a baldacchino sudicio. Le tende erano strappate e annerite, l'armadio in legno era pieno di polvere e le maniglie erano rotte. C'era un forte odore di sporcizia e ogni tanto, la bambolina, starnutiva per la troppa polvere. Facendo slalom tra le ragnatele con i suoi sgraditi ospiti, i quali Ririnkai odiavo fin troppo, arrivò in un salotto. Il divano era macchiato e il tavolino di cristallo era frantumato. Notò però un riquadro bianco e si avvicinò al tavolino, dando le spalle al divano. C'era un foglio sopra. Era un foglio ingiallito, non come i normali fogli per stampanti o fogli di album. Era un pò ruvido ma non sembrava un foglio di album, soprattutto per com'era ridotto. Ririnkai dedusse doveva trattarsi di qualcosa di molto vecchio, forse risalente anche all'inizio del secolo. Lo osservò. Con una sottile linea nerastra, c'era scritto:
- Il n'est pas ici -.
-Non è qui?- si chiese stupita Ririnkai. Cosa non era qui? Ma soprattutto, chi doveva saperlo? Una figura sfrecciò sotto gli occhi della bambola, che si costrinse a posare il foglio e a voltarsi. Non era passata di fronte a lei, era il potere della bambola che le aveva fatto notare la presenza di qualcuno alle sue spalle. Voltatasi, osservò con perplessità la figura di fronte a lei, due dita più bassa di lei, avvolta in un vestito beige e con meravigliosi boccoli corvini legati in una coda laterale.
-come mi hai trovata?- disse senza riflettere. Era la prima cosa che le era passata per la testa, inoltre davvero era curiosa di sapere come aveva fatto a trovarla.
-Importa?- rispose freddamente la piccola Yami.
Ririnkai la fissò curiosa. Da quando in qua era così fredda con lei?
-Sembra che tu abbia qualcosa che non va.- disse, cercando di scrutare dentro di lei, eppure sapeva che le era impossibile. Il suo potere non funzionava sulle bambole. Era irritante.
-Qualcosa che non va?- ripeté Yami. -Tu hai qualcosa che non va.- disse infine.
-Io sto benissimo.- disse Ririnkai, non comprendendo la frase della bambola.
-Non dopo che ti avrò uccisa.- aggiunse -Ti odio con tutto il cuore, sorellona. Anzi, Ririnkai e basta.-
Ririnkai rimase immobile a fissarla.
 
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Phase 15 - Acque





Ririnkai era davvero perplessa. Come poteva, Yami, che le era così affezzionata, parlare di omicidio? Che cosa poteva esserle successo per spingerla a pensare di ucciderla?
Indietreggiò. Era alquanto spaventata, non sapeva in che modo doveva reagire. Yami si chinò su se stessa e materializzò la sua arma, una lunga falce decorata in legno e oro.
Ririnkai la fissò. Era la prima volta che vedeva da vicino la falce di Yami, in altri casi ne aveva solo sentito parlare, non si era mai scontrata con Yami nè aveva mai visto combatterla.
Scosse il capo tornando coi piedi per terra, decise di puntare sulle parole.
-Che succede, Yami? Perchè mi vuoi attaccare? Ti ho forse fatto torto?- chiese, assumendo un'espressione incredula e pietosa.
-Fatto torto?- urlò Yami, quasi come se avesse detto qualcosa di sbagliato -tu SEI una Rozen Maiden, per questo devi essere distrutta!- concluse, lanciandosi contro Ririn, che prontamente fece un salto di lato, evitando la falciata diretta alla spalla sinistra.
-E da quando mi attacchi? Una volta parlavamo tutte insieme accanto al camino, o l'hai scordato?- disse, notando la rabbia negli occhi della bambola dai capelli corvini.
-SMETTILA! NON SEI PIU' UNA DI NOI, NON LO SEI MAI STATA, CI HAI SOLO INGANNATE!!!- urlò, Ririnkai ebbe quasi paura che qualche umano di passaggio poteva sentire quell'urlo.
-Smettila tu di gridare. Credi che io vi abbia tradite? Non pensi al fatto che sia stato il tuo caro papino a farmi dimenticare tutto e a usarmi contro le mie sorelle?- affermò, tutto d'un fiato.
-Non osare parlare del Padre a quel modo! Non m'importa cos'ha fatto, tu sei una di loro perciò morirai come le altre!- decise, aggiungendo -non avrai favoritismi. ADDIO!- lanciandosi nuovamente per un secondo attacco. Ririnkai evitò, stavolta caprioleggiando all'indietro. Yami roteò nuovamente la falce e le si scagliò contro senza darle tregua, sapeva che era indifesa. E cosa poteva fare Ririnkai se non continuare a caprioleggiare in giro per schivare i colpi? Non aveva i suoi poteri, a stento li ricordava, non poteva difendersi, era inerme. Per la prima volta tremò, dalla paura di morire per mano di Yami, colei che aveva accudito per tutti quei mesi. Perchè proprio lei? L'aveva vista nascere, le aveva insegnato a vivere. Pregò che qualcuno apparisse, fosse Kanaria o Kuroryu, per fermare lo scontro. Ma nessuno sarebbe accorso a salvarla, in una casa disabitata nella periferia di Parigi. Nessuno tranne Kira sapeva che si trovava lì. Yami lo sapeva, perchè?
Non era importante, presto sarebbe morta.
Sentiva lo schianto della falce che strappava l'intonaco del muro come fosse cartapesta, penetrando nel muro e creando delle fratture. Oltre il divano, che non si curò di evitare ma colpì stracciando la stoffa, la bloccò con le spalle al muro, anche se colpì un mobile antico in legno, dimezzandolo.
Ririnkai rotolò per terra, sfiorata dalla morte, e fuggì, seguita da colei che un tempo credeva sorella. Si diresse verso le scale ma Yami fu più veloce e la raggiunse, puntando la falce contro di lei.
-Maledizione Yami, sei proprio intenzionata ad uccidermi??- le chiese, quasi fosse sul punto di piangere -Non ho armi, non ho poteri, come puoi avventarti su una creatura indifesa con tale rabbia?- chiese, sotto lo sguardo furioso della bambola.
-Sta zitta, troia. Questa è una questione di principio. Se sparirai sarà tutto più facile.- disse, con uno sguardo misto tra rabbia e sofferenza. Afferrò la falce con entrambe le mani e sferrò un colpo laterale verso la destra della bambola azzurra che si spostò in tempo per veder venire tagliato un pezzo del vestito, lasciando intravedere una striscia rosea sul suo ventre.
Yami fece una smorfia e caricò un altro colpo, diretto al capo. Ma non la prese. Ririnkai pensò che si stesse trattenendo, non era così sicura di volerla ammazzare?
-Perchè...io ti volevo così bene...- disse in un sussurro però ben udibile e con uno sguardo triste. Yami si bloccò e la guardò. Ririnkai notò il cambiamento, era usccesso qualcosa, aveva detto qualcosa che aveva fatto bloccare l'avversaria. Ora o mai più. Superò le scale e corse con rapidità verso l'ingresso, mentre Yami, che si era ripresa dopo qualche secondo, si era già lanciata al suo inseguimento.
Spalancò la porta e si librò, raggiuengendo il tetto dell'abitazione.
-...che diaovlo sto facendo? Non posso comunque affrontarla!- Si disse la bambola azzurra che non capiva più nulla di quella strana situazione. Ma era troppo tardi, il suo vantaggio era terminato, Yami era di nuovo di fronte a lei, pronta per decapitarla, Ririn dovette roteare su se stessa di lato per poterla evitare per un soffio, alcuni fili di capelli argentati caddero sulle tegole.
Ririnkai continuò a indietreggiare, guardando negli occhi Yami. Era davvero finira? Ormai non poteva più opporre resistenza. Yami sembrava decisa. Provò l'ultima carta che aveva.
Si inginocchiò, sfiorando le tegole rovinate col naso. Yami la fissò sbalordita, non capendo che cosa avesse in mente.
Nonostante la puzza di vecchio e di sporco, cercò di pensare alle parole più adatte. Le ci vollero pochi istanti, prima di tentare il tutto per tutto. Abbassarsi a una cosa simile pur di non morire? Si, dopotutto Ririn non poteva ancora morire. Doveva prima completare la sua missione. Trovare la ragazza per Kira? No, non questo di certo. Avere la persona che amava.
-ti prego Yami, ti imploro di lasciarmi andare almeno per oggi.- Yami si accigliò, non credendo alle sue orecchie. L'ottava Rozen Maiden la stava implorando in ginocchio. -Se vuoi davvero uccidermi, che sia ad armi pari, no? Non vorrai passare per una vigliacca che se la prende con una indifesa, agli occhi di tuo padre?- disse, sperando di ottenere l'effetto desiderato. E qualcosa le disse che Yami ci stava pensando su, perchè sentì solo il suo respiro nervoso e nessun altro movimento. -Anche io vorrei affrontarti al massimo delle mie forze, così, una volta vinto, chiunque delle due potrà ritenersi soddisfatta di aver vinto contro un abile avversario. Cosa ne dici?- chiese. Ora era il momento di alzare il capo e di ascoltare la risposta. Se avesse rifiutato, per Ririnkai sarebbe stata la fine.
Yami parve pensarci per qualche minuto. Aveva incrociato le braccia e la osservava con curiosità, anche se, nei suoi occhi, era velata una profonda tristezza. Più volte, Ririnkai, avrebbe voluto scrutare il suo cuore.
Yami scosse il capo, riprendendo in mano la falce e posizionandosi china in modo da poter spiccare un veloce salto verso l'avversaria, seduta sul tetto di fronte a lei.
Ririnkai spalancò gli occhi. Voleva davvero porre fine a lei in quello stato? Eppure le sembrava di essere stata convincente! Si alzò in tempo, perchè Yami le si era scagliata contro con tutte le sue forze. Mentre indietreggiava, parandosi con le braccia il viso, pur sapendo che era inutile, inciampò e cascò dal tetto dritto in una fontana piena d'acqua della villa adiacente.
Ne uscì subito, inzuppata, trascinandosi sul bordo e sedendosi sull'erba. Era completamente zuppa e questo le avrebbe reso i movimenti più duri. Yami, che era saltata sul capo di un angioletto in piedi al centro della fontana, si stava preparando al colpo finale, sotto gli occhi ormai stanchi di combattere, di Ririnkai.
Spiccò il salto, alzando la falce verso l'alto e urlando.
-NON VOGLIO PIU' SOFFRIRE. SPARISCI!-
Sparisci. Soffrire. Perchè doveva farla soffrire? E ad un tratto tutto le parve chiaro. Lei era una Rozen Maiden, nemica di Enju e delle sue bambole. Yami doveva farsi coraggio e cancellare il passato e i ricordi distruggendo l'unica Rozen Maiden che poteva farle tornare in mente bei momenti passati insieme. Doveva farsi coraggio e andare avanti.
Ririnkai lo aveva capito all'ultimo momento. Chiuse gli occhi, attendendo il suo colpo. Quel momento sembrava un'eternità. Però si rese conto di qualcos altro. Il colpevole, colui che era dietro tutto questo, era Enju, non lei. Lei voleva ancora bene a Yami, a Kuroryu, a Tsukineko. Lei era affezzionata a loro. Lei non le aveva tradite, perchè semplicemente non rammentava il suo passato. Chi le aveva tradite era Enju. Chi l'aveva usata era Enju. Chi ora stava facendo combattere Yami contro di lei, era Enju. Perchè allora doveva morire lei? Era Enju nel torto, Ririnkai aveva ragione. "No, non devo morire", si disse.
Io devo vivere per vendicarmi. Io devo vivere per amore. Io devo vivere e basta.
Aprì gli occhi, sicura di sé, mentre Yami era ormai a un passo dal suo capo. Sentiva l'odore forte della sua paura e l'odore dell'odio e della rabbia. Il tormento, la disperazione.
-Io non morirò.- disse. Yami si stupì ma mantenne il controllo. Il colpo lo avrebbe sferrato comunque. Ririnkai lo sapeva, ma si era calmata. "Sferra pure il tuo colpo, tanto non mi prenderai." pensò. "io."
-Io sono l'ottava bambola delle Rozen Maiden!- urlò, come per farsi forza.
Yami le si avvicinò pericolosamente, tra pochi secondi si sarebbe ritrovata la lama della falce dritta del capo. Ma non fu così. Ririnkai era adirata, per Enju, per ciò che aveva fatto, per Yami che non voleva ascolarla e per Kira che, anzichè darle il suo baule, la mandava a sperdersi in Francia alla ricerca di una maledetta ragazza che non sa nemeno a cosa le serva. "Basta" si sentiva ardere di rabbia "io non sono un giocattolo" strinse i pugni e guardò Yami con odio e disprezzo.
-COME OSATE PRENDERVI GIOCO DI ME?????- urlò, quando Yami le era sopra, ma venne bloccata. Un enorme getto d'acqua l'aveva colpito in pieno stomaco e la stava respingendo.
-C-cosa?!- si chiese Yami, incredula. Come poteva l'acqua uscire dalla fontana per colpirla? Ma soprattutto...l'acqua sembrava avere fattezze di un serpente.
Arretrò, atterrando nuovamente sul capo dell'angelica statua.
Ririnkai si era issata, non era più bagnata. Guardava Yami con occhi spalancati e restò immobile, così come il serpente d'acqua uscito dala fontana. Finchè, inaspettatamente e come se fosse controllata da qualcosa, portò la mano in alto puntando il dito contro Yami, che si mise in posizione di difesa con la falce eretta di fronte a lei in posizione obliqua.
-Vai, Leviathan!- urlò la bambola azzurra, mentre il serpente di mare, con una velocità inaudita, si schiantò contro Yami che cadde rovinosamente oltre la fontana, per alcuni metri.
Si alzò barcollante, non capendo cosa stesse succedendo. Ririnkai sembrava non essere più in sè e sembrava avere qualche collegamento con il serpente uscito dalla fontana. Decise di ritirarsi, il serpente non sembrava essere molto docile e l'idea di allontanarsi dalla fontana non la sfiorò neppure. Era possibile che potesse allungarsi fin che volesse, quindi fontana o meno poteva raggiungerla e non voleva rischiare. Doveva studiare la situazione, per cui si lanciò verso la fontana, aprendo un varco, e ci si gettò dentro, svanendo in un N-Field.
Ririnkai tornò in sè, capendo che Yami era sfuggita e che il Leviathan era tornato acqua. Cerco di capire bene cosa fosse successo, in un primo momento le era parso tutto normale. Poi, capì che aveva usato i poteri dell'acqua per la prima volta dopo tanto tempo.
-Giusto..- si disse -avevo perso la memoria...non ricordavo di Levi...- concluse. Sospirò. Il fatto che in parte la memoria le fosse tornata era consolante. Era in grado nuovamente di controllare l'acqua e ogni fluido e di evocare Leviathan nei luoghi con presenti una massa d'acqua. Tuttavia, il Leviathan apparso dalla fontana era minuscolo, probabilmente dovuto alla poca acqua che c'era.
Sospirò. Doveva tornare alla sua missione.
Si voltò diretta alla residenza dei Fausset, per controllare se la fanciulla era tornata.
 
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