Side Story - Il Principio

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view post Posted on 2/7/2008, 22:35
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LusHika { 7-3-08 }

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Il Principio.



L'odore forte del liquido rosso rifletteva opacamente la luce del lampione semi-spento. La melodia suonata al pianoforte poche ore prima cessò, come per accogliere in lutto le anime distrutte pochi minuti prima.
Un lutto piuttosto inutile. Le vite spezzate erano quelle di uomini corrotti e sporchi, come la società che macchiava la purezza di un'epoca pulita che si apprestava a svanire pian piano.
Il silenzio regnava sovrano. Nessun lamento prima nè dopo l'accaduto.
Gocce opache ricadevano tra le dite di una splendida bambina dai capelli argentati. Li osservava quasi rapita, ancora shockata.
Non aveva compresa ciò che aveva appena fatto. Ricordava solo i tre uomini ubriachi che puzzavano di alchol, che le si avvicinavano ridacchiando e pronunciando strane parole. Poco fa tremava, ma in quel momento era stranamente calma, come tutto ciò che la circondava.
Poco più in là, il suo baule giaceva isolato. Per fortuna non si era sporcato, o sarebbe stato impossibile pulirlo.
La luna non c'era, quella notte. Forse aveva deciso di nascondersi per la paura, pensò.
Era tutto così silenzioso e calmo da essere irritante. Era come trovarsi nel nulla. La notte oscura, la luna nascosta, le strade deserte, non una luce se non la fiamma del lampione che si apprestava a spegnersi.
Si alzò, titubante. Cercando di non inciampare sui corpi dei tre uomini, oramai addormentati in eterno, si dirisse verso un muretto, proprio quello dove tentò di nascondersi poco prima, per sfuggire alla vista dei tre esseri umani disgustosi.
Si sedette sopra, con non curanza. Gli occhi persi ad osservare lo spargersi lento della macchia rossa sulla strada.
I suoi vestiti erano sporchi. Una goccia di limpido sangue le scorreva sul viso.
Senza nemmeno aver capito come ci era riuscita, cosa aveva fatto. Era ridicolo. Era divertente. Era eccitante.
Ridacchiò. Avevano avuto la lezione che meritavano. Come si erano solo permessi di avvicinarsi alla splendida Ottava Rozen Maiden, sorella gemella della Prima? Era la punizione che meritavano.
Scoppiò in una risata più acuta, così forte che chiunque, nei paraggi, avrebbe potuto sentirla. Ma in quel luogo desolato ognuno si faceva gli affari propri. Nessuno sarebbe andato a controllare.
Attento a non sporcarsi con il sangue sparso per terra, un uomo vestito di nero si avvicinò di soppiatto, fermandosi di fronte alla bambola azzurrina. Rimase a fissare la sua folle risata finchè lei non si calmò e lo fissò.
Quell'uomo non era poi tanto umano. Aveva il volto di un coniglio e occhi rossi come il sangue che scorreva sulla strada.
Il coniglio la fissò di rimando. La bambola acquisì un sorriso spento.
-Tra poco ti fermerai.- disse il coniglio, osservandola con sguardo severo.
-Il mio medium mi ha gettata via?- chiese la ragazza, con lo stesso sguardo vacuo. -che sfortuna, era il mio primo medium...- concluse.
-Corretto. Comunque, almeno i tuoi poteri hanno funzionato bene.- aggiunse, osservando i tre uomini i cui corpi giacevano a terra squarciati e privi di vita. -la tua carica sarebbe dovuta durare mezz'ora, ma siccome hai usato i tuoi poteri, ti fermerai tra pochi minuti.- disse, tornando a fissare la bambola, la quale chinò il capo sulla destra, mostrando un'espressione perplessa.
-per quanto sono stata sveglia?- chiese, curiosa.
-12 minuti esatti.- rispose il coniglio.
-ah, capisco.- disse la bambola, osservando la figura conigliesca. -beh non importa, andrà meglio la prossima volta, no?- chiese, quasi insensbile di fronte alla strage appena compiuta.
-Spero di sì. Ma ti comunico che diventare Alice ti sarà alquanto difficile- disse infine.
-Poco male, questa faccenda di Alice non mi è mai piaciuta, a me interessa solo la mia gemella- disse, prima di lanciarsi in un rumoroso sbadiglio. -gli abiti...come faccio ora?- chiese perplessa.
-Non ti preoccupare, quando aprirai nuovamente gli occhi sarai pulita come 12 minuti fa- disse, abbozzando uno strano sorrisetto.
-ci penserai tu? oppure mio padre?- chiese, soridendo anche lei in segno di sfida.
-mah, chi lo sa.- concluse il coniglio, avvicinandosi lentamente al baule. Lo afferrò e si diresse verso la bambola, che sbadigliò nuovamente.
-beh, allora buona notte!- disse, stendendosi sul muretto, come una bambina con la trepidante voglia di addormentarsi nel suo caldo lettino.
-Buona Notte, Ririnkai.- disse infine il coniglio, avvolgendole un panno sul suo corpicino e prendendola in braccio.




Fine.
 
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