Phase 29 - Yukito
Aprì gli occhi, nel buio del luogo in cui si trovava. Ricordava di essere arrivata chissà come a casa, stremata e di essersi coricata. Allungò il braccio sopra di sé, cercando di toccare qualcosa, sfiorò una superficie piatta e spinse.
Si sollevò, aprendo una fessura dinanzi la faccia della bambolina, che si issò a sedere. Si trovava seduta nel suo baule, mentre il suo spirito artificiale le volava accanto, preoccupata per la salute.
-Sto bene, Melodia.- disse, alzandosi ed uscendo. Mentre chiudeva il suo baule, una voce la richiamò alle spalle.
-Ririnkai...come stai?- chiese Kuroryu, avvicinandosi a lei e osservandola con attenzione. Se fosse cambiata in quel modo, avrebbe preferito che non trovasse mai il suo baule. Eppure, guardandola adesso, il suo sguardo e la sua espressione erano quelli di sempre.
-Buon giorno, Kuro.- disse, voltandosi verso di lei e sorridendo dolcemente, come al solito. -sto bene...oerchè me lo chiedi?- chiese, aggiustandosi il vestito. Era da molto che non riposava nel suo baule, si sentì molto meglio. -ah, parli del baule? ieri ero molto stanca ma oggi sto bene.- disse. Kuro si accigliò.
-ieri eri diversa.- disse, senza smettere di fissarla. Ririnkai incrociò le braccia.
-diversa? io sono io, perchè dovrei essere diversa?- chiese, cercando di capire cosa volesse dire.
-Beh...seria e alquanto indemoniata...non sembravi di certo tu.- disse. Ririnkai si avvicinò al letto e si appoggiò sul bordo.
-Seria...e indemoniata? Uhm...quando è successo?- chiese, pensierosa. Kuro la guardò incuriosita.
-Ma...non ricordi cos'è accaduto?- chiese, scioccata. Ririnkai restò pensierosa.
-Si, ho sconfitto Yami col Judgment, tuttavia non ricordo molto bene. E' stato lì che ero seria e indemoniata?- chiese, fissando il soffitto, persa nei suoi pensieri. Kuro rimase in silenzio per alcuni secondi, prima di risponderle.
-Si...è stato dopo che Yami è svenuta.- rispose. Ririnkai annuì col capo.
-Capisco...- scrollò le spalle -mah, sarà stato a causa della rabbia, inoltre c'era anche Suigintou, tutto normale.- disse, avvicinandosi all'uscio. Kuro la raggiunse.
-come sarebbe normale? Che vuoi dire? E poi perchè non lo ricordi? E' successo contro la tua volontà?- chiese, incerta. Ririnkai si bloccò sulla porta e la osservò.
-Oh, no, no, il contrario- disse -probabilmente mi sono lasciata prendere la mano a causa della rabbia del momento e sono un pò partita col cervello ma è tutto ok, sta tranquilla.- disse, voltandosi e percorrendo il corridoio. Kuroryu la seguì a ruota, pensierosa. Almeno aveva capito che quella era semplicemente una proiezione di Ririnkai adirata e piena d'odio, a quanto pare in realtà è accaduto solo per aver perso il controllo. Tuttavia era inquietante pensare che se Ririn perdeva il controllo poteva diventare una sorta di demone spietato. Decise dentro di sé che le sarebbe rimasta sempre accanto, per evitare che perdesse nuovamente il controllo.
Entrate in cucina, dove Ririnkai si era diretta perchè voleva fare colazione, furono letteralmente assaltate da Sakura che sperava nel loro arrivo.
-Una torta?!- chiese Kuroryu, osservando il ricettario sul tavolo e il grembiulino che aveva indosso la bambina.
-Esatto! La voglio portare a Yukito!- disse, saltellando allegramente per la cucina.
-E' un'ottima idea!- esultò Ririnkai, infilandosi un grembiulino anche lei e lanciandone uno a Kuro, che rimase allibita.
-Ehm..- iniziò, la bambola dai capelli castani. -vi ricordo che non sappiamo cucinare... e in più Ririnkai detesta il fuoco e ogni fonte di calore...- disse, indicando il forno.
-A quello ci penso io.- disse la badante, entrando nella cucina con un ampio sorriso.
Kaori era una bella donna in carne con i capelli corti neri e gli occhi color nocciola. Da quando era stata assunta per badare a Sakura e a dirigere le pulizie e i lavori nella casa, si era sempre comportata con dolcezza e responsabilità. Era come se fosse una madre per Sakura, perciò lei le voleva molto bene.
Quando Ririnkai la conobbe, la donna restò allibita solo per poco, poi sembrò essere contenta della sua esistenza e accettò volentieri una bambola vivente nella casa. Era una donna sognatrice che amava raccontare filatrocche e ogni tanto ricollevagava qualche avvenimento a qualcosa di magico e misterioso. Quando ci fu un'eclissi di sole, disse a Sakura che un drago cattivo aveva spento la grande stella perchè lo voleva tutto per sé, tuttavia un fantastico cavaliere delle stelle aveva sconfitto il drago, così il sole era tornato a splendere come tutti gli altri giorni.
Grembiuli addosso, cuffiette in testa e con ognuno un compito, le ragazze si misero all'opera nel preparare la torta. Kaori aveva assicurato che sarebbe stata lontana dalla cucina, sarebbe arrivata solo al momento di usare il forno. Così, le tre ragazze, erano libere e potevano combinare disastri e divertirsi nell'impresa.
-Allora, gli ingredienti ci sono...- disse Sakura, indicando tutto ciò che aveva messo sul tavolo. Un pò di tutto, però in mezzo c'era anche il necessario.
-La facciamo al cioccolato?- chiese Kuro, notando le diverse ricette.
-Ma credo di si, è la più facile dopotutto- rispose Ririnkai prendendo il cioccolato fondente.
-Uhm ok, a questo penso io.- Kuro prese un coltello e iniziò a spezzettare il cioccolato in un piatto.
-Oddio, qui dice di scaldare su fuoco!- disse Ririnkai nascondendosi dietro Sakura. Kuro rise.
-Chiamiamo Kaori-san?- chiese, ma Sakura scosse il capo.
-No, no, ci penso io! So usare i fornelli, ci ho anche fatto le uova a occhio di bue!- disse, mentre prendeva un pentolino e metteva dentro i pezzetti di cioccolato.
-Aspetta, il burro!- disse Ririnkai, infilandocelo dentro e scappando dietro Kuroryu per paura del fuoco. Sakura accese il fornello e tenne bassa la fiamma.
-Mescolo io, intanto voi pensate alle uova.- disse la bambola castana, armandosi di mestolo e mescolando la crema. Intanto, Ririnkai e Sakura, separavano i tuorli dagli albumi e li infilavano in un contenitore apposito. Alla fine, la bambola azzurra aggiunse un pizzico di sale e poi mise i tuorli in un contenitore più grande con dello zucchero, iniziando a mescolare il tutto. Sakura pensò agli albumi, montandoli con la frusta elettrica.
Kuro smise di mescolare e spense il fornello, si asciugò le mani e controllò l'operato delle due. Sakura posò il recipiente, che venne preso da Kuro.
-no, continua, non sono montati bene!- disse, inclinandolo. Spiegò a Sakura come doveva essere quando avrebbe finito e lei riprese il lavoro con grinta.
-Ma Kuro...tu che ne sai?- disse Ririnkai, poggiando il contenitore dell'impasto schiumoso. Kuroryu indicò il libro.
-Basta leggere!- risero tutte e tre.
Kaori entrò per accedere il forno, doveva essere già caldo quando avrebbero finito. Intanto le ragazze si lanciavano addosso lo zucchero, correndo per tutta la cucina come pazze, cosa che fece divertire la donna.
Appena finito l'impasto di farina e lievito, unito alla cioccolata fusa e alle creme, Kuro tappezzò il fondo di uno stampo con carta da forno e lo unse di burro. Versarono la pastella e la infilarono nel forno.
Quando Yukito vide la torta sorrise. Non avrebbe mai immaginato che quelle pesti gli avrebbero portato una torta al cioccolato. La mangiarono con gusto seduti nella camera d'ospedale. Fra pochi giorni Yukito sarebbe stato dimesso e finalmente poteva tornare a casa.
-E' squisita!- disse il ragazzo, addentandone un bel pezzo. Le ragazze si scambiarono sguardi complici e sorrisero.
-Felice che ti sia piaciuta!- disse Kuro, annuendo con aria di sufficienza. Scoppiarono a ridere.
Sakura chiese a Kuroryu se voleva accompagnarla in bagno siccome da sola aveva paura e così uscirono, lasciando Yukito e Ririnkai soli per un pò.
Ririnkai fissò Yukito con uno sguardo strano, molto triste. Gli si avvicinò e restò accanto a lui. Yukito le accarezzò i capelli e rimasero per un pò abbracciati.
-Cosa c'è?- chiese Yukito, alla bambola azzurra. Ririnkai iniziò a piangere. Yukito si voltò, mettendosi seduto difronte a lei e la fissò negli occhi. -Ririn...cos'hai?-. La piccola bambola guardò il suo medium, che le asciugò le lacrime.
-Sento un forte dolore nel cuore...- disse, abbracciandolo. Yukito la strinse a sé.
-Non temere, va tutto bene.- disse, con uno sguardo dolce. -quando starò bene, andremo a fare un pic nic in quello splendido giardino che piace tanto a Sakura.-. Ririnkai sorrise, fissando il volto del suo medium. Toccò le sue grandi mani.
-Promettimi che saremo felici, tutti insieme.- disse. Yukito si stupì per la domanda ma poi sorrise e annuì.
-Non ti renderei mai triste, Ririnkai...- disse. Poi, fissandola nei suoi profondi occhi lilla, si chinò verso di lei e le diede un leggero bacio sulle labbra. Ririnkai restò immobile, stupita. Yukito si scostò. -Sai...ti amo.- disse passandole la mano sulla guancia. Una lacrima rigò il viso della bambola. Proprio in quell'istante entrarono Sakura e Kuro di ritorno dal bagno e ritornò un'atmosfera serena e scherzosa.
Anche Yukito tornò a divertirsi, nonostante si fosse appena dichiarato e continuava a fissare Ririnkai con dolcezza. Ma la bambola azzurra rideva e scherzava solo per far credere di essere felice. In realtà sentiva ancora quel dolore. Sapeva che ben presto avrebbe capito cosa voleva dire.
Era stata un mattinata movimentata e nel pomeriggio, Ririnkai e Kuroryu, si erano ritrovate a casa di Kanaria per un té (nel caso di Ririnkai, per una coca cola).
Alla vista delle due, Micchan le strangolò con un abbraccio affettuoso (fin troppo!).
Era stata una così bella giornata che volò via come un nonnulla. Ririnkai si ritrovò a fissare un biglietto per terra davanti lo specchio in camera sua, appena tornata a casa.
Si avvicinò curiosa, ma quando lo lesse sospirò. Sapeva che sarebbe successo e forse il destino le aveva fatto passare una così bella giornata solo per compensare quello che sarebbe accaduto dopo.
Kuroryu entrò nella camera di Ririnkai ma non la trovò. Preoccupata, siccome era da dieci minuti che girava la villa alla sua ricerca, uscì ma venne raggiunta da un canto. Rimase ferma ad udire e poi notò che veniva da fuori, anzi, da sopra.
Si arrampicò sul tetto e vide Ririnkai, seduta in cima. Stava cantando al chiaro di luna, una canzone che non aveva mai sentito. A dirla tutta, non aveva proprio mai sentito Ririnkai cantare. Non immaginava avesse una voce tanto stupenda ed era anche molto intonata. Si stupiva del perchè non l'avesse mai sentita cantare. Poi si accorse di una cosa strana. La sua voce, quando si alzava, di solito usciva più spezzata e rauca. Lo ricorda soprattutto quando gridava o chiamava forte qualcuno. Non era una voce adatta ad una cantante. Ma allora com'era possibile che adesso stesse cantanto così bene, divinamente, senza che la voce uscisse rauca come succedeva sempre?
Le si avvicinò, ascoltandola.
"...
Mentre suona il pianoforte
che mi fa da amico e mi da note
di questa Ottava Sinfonia"Appena ebbe finito, Kuro batté le mani. Ririnkai sorrise.
-E' la prima volta che ti sento cantare, sai?- disse, sorridendo. Ririnkai la osservò.
-E' la prima volta che ci riesco di nuovo.- precisò, tornando a fissare la luna. Kuro si accigliò.
-Come sarebbe? Perchè non ci riuscivi?- chiese, curiosa. -Ricordo che quando urlavi la tua voce era rauca...come mai canti così bene?- chiese, curiosa di sapere anche questo.
-Perchè grazie a Melodia sono guarita.- disse. Kuro parve non capire.
-Come sarebbe...guarita da cosa?- chiese. Ririnkai rise.
-Non so cosa mi fece ingurgitare tuo padre, per ridurmi la voce così...beh, era chiaro che non sopportasse la mia voce...- disse, appoggiando il mento sulle braccia incrociate, a loro volta appoggiate sulle ginocchia. Kuro diventò seria e annuì con la testa, come se ora le fosse tutto chiaro. Ririnkai tornò a canticchiare nasalmente il motivetto della canzone cantata poco prima.
-Come si chiama quella canzone?- chiese Kuro, curiosa.
-Ottava Sinfonia.- disse Ririnkai, proseguendo il motivo.
-Non l'ho mai sentita....-disse, osservando anche lei la luna.
-Ovvio, l'ha scritta mio padre.- rivelò, smettendo di cantarla. Kuro la guardò.
-Oh...allora è proprio tua? Mi sembrava ti si addicesse molto...poi ottava...giusto...- disse Kuro, sorridendo. Ririnkai le sorrise di rimando.
-E conosci solo questa?- chiese, curiosa. Ririnkai annuì col capo, evidentemente suo padre le aveva scritto una sola canzone. Passato un minuto di silenzio, Kuro ebbe un'idea.
-Perchè non ne scrivi una tu?- disse, sorridendo. Ririnkai si voltò e la fissò. Non sapeva se era in grado o meno di scrivere canzoni però poteva sempre provarci. Sorrise.
-Se domani andrà tutto bene, scriverò una canzone per Suigintou!- disse, piena di speranze. Kuro tremò quando venne pronunciato quell'odioso nome, tuttavia si soffermò sul "se domani andrà tutto bene".
-Cosa succederà domani?- chiese, preoccupata. Ririnkai la fissò un pò e poi prese un foglietto e glielo porse. Kuro lo lesse. Era una lettera di sfida, l'ultima sfida, da parte di Yami.
Domani, alla villa delle rose, nell'N-Field.
Edited by Kirakishou - 27/9/2008, 22:16