Rozen Maiden Dangereaux, I commenti QUI

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LusHika { 7-3-08 }

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Phase 16 - Neve





Il freddo si faceva sentire, la gente indossava cappotti e cappelli di lana, la fontana aveva formato uno strato di ghiaccio sulla sua superfice. Ririnkai si domandava se avesse visto la neve, quell'anno.
La residenza invernale della famiglia Ishikawa si trovava nei pressi di una montagna. Era il primo inverno fuori casa perchè Yukito aveva deciso di passarlo nella vecchia residenza inutilizzata.
Si erano recati a fine ottobre per constatarne le condizioni e si erano dati molto da fare per rimetterla in sesto per dicembre.
Quell'inverno non era molto freddo, forse a causa delle alte temperature che erano salite negli ultimi anni.
Sakura era triste, avrebbe voluto fare un pupazzo di neve e forse non ci sarebbe riuscita.
Ririnkai era stesa sul tappeto del salotto ad osservare lo scoppiettare del fuoco nel camino. Si teneva a debita distanza, odiava il fuoco, ne aveva paura.
Mentre osservava le forme e le ombre che creava la fioca luce del fuocherello sulla parete, agitò convulsamente le gambe. Era dal ritorno a casa che si comportava nervosamente, osservò Yukito. Sapeva che era stata fuori a sbrigare degli affari ma non aveva idea di cosa avesse fatto.
Tuttavia, la bambolina azzurra, non poteva fare a meno di ricordare la vicenda del mese prima. Il combattimento con Yami e il comprendere di aver perso una sorella e di aver trovato una nemica.
Tuttavia il risveglio dei suoi poteri era stato un colpo di fortuna. Ma non era giunto da solo. Molti suoi ricordi erano ritornati, soprattutto quelli sul suo passato più lontano. Si era ricordata di quando si era ritrovata da sola e quando aveva incontrato una figura quasi principesca, una splendida fanciulla. Amava quella fanciulla perchè l'aveva presa con sé, le aveva fatto compagnia, ricordò di come, Ririnkai, con la sua splendida voce, le aveva dato conforto e amore. Si volevano bene e si vergognava di esserselo dimenticato.
Quando tornò da Kira a dirle tutti i particolari della missione, non fu in grado di guardarla in volto. Kira la scrutò curiosa, cercando di capire da cosa derivasse quel suo imbarazzo. Alla fine, Ririnkai, se ne andò senza nemmeno parlare del baule che le era stato promesso.
Non voleva restare troppo tempo con la sua sorella maggiore, non si sentiva pronta. Ricordare tutto era stato doloroso. Sapere che la persona con cui aveva parlato freddamente e senza batter ciglio, riguardo il suo baule, era la persona che più ammirava e che l'aveva salvata, era per lei fonte di dolore.
"come ho potuto dimenticarmi di lei?" si chiese con un colpo al cuore. Proprio di lei, proprio di Kirakishou, proprio della mia amata sorella che mi ha salvato al vita.
Era orribile. Kira l'aveva sempre seguita, in silenzio, aspettando che rammentasse. Forse era persino rimasta delusa dal suo comportamento distaccato quando le parlò della missione. Forse aveva capito che non contava nulla per lei per cui ricordarla era superfluo. Per Ririnkai era un tormento immane. Non ci credeva, come aveva potuto dimenticarsi della sua adorata Kira? Come poteva aver rimosso i ricordi sulla sorella con cui era stata sempre insieme? Della sorella che amava sentirla cantare e per la quale intonava gioiose melodie?
Mentre osservava le fiamme avvolta da quel pensiero, Yukito chiamò per cenare.
-Possibile che non si possa sapere da cosa deriva questo tuo sguardo afflitto?- chiese il suo medium, osservandola seriamente.
-Nulla, non ti preoccupare.- rispose la ragazza, osservando Sakura che aveva alzato il capo dal suo piatto e la stava fissando in attesa di scoprire qualcosa.
Yukito ormai conosceva Ririnkai come le sue tasche, per cui ritenne inutile continuare a insistere e ritornò a concentrarsi sul suo pollo.
-Cosa faresti..- iniziò la bambolina, addentanto una patatina -...se ti sentissi in colpa di aver dimenticato qualcosa di importante?-
Sakura si accigliò, mentre Yukito la fissò pensieroso, mentre con la testa accennò un si.
-Certo...è un bel problema. Dipende da cosa. Se si tratta di un impegno, chiederei scusa e mi impegnerai a evitare che ricapiti. Se si tratta di un avvenimento sarebbe...-
-Si tratta di una persona.- affrettò ad aggiungere Ririnkai, senza lasciare che Yukito continuasse il suo giro di supposizioni.
-Oddio...è più complicato...- rispose Yukito, il quale posò la forchetta e congiunse le mani, appoggiandovi sopra il mento e fissando la bambola seduta di fronte a sé. -Se si tratta di un vecchio amico, capita che il tempo che passa e la memoria giochino brutti scherzi. Altrimenti il troppo lavoro e stress possono essere dei fattori rilevanti.-
-Mettiamo che io so chi fosse ma che non ricordassi cosa c'era stato tra noi due...- disse Ririnkai, notando lo sguardo stupefatto di Yukito, senza comprenderne il motivo.
-Ma...si tratta di un uomo? Un ragazzo che amavi?- chiese quasi nervosamente. Ririnkai spalancò gli occhi scandalizzata da quella affermazione.
-Come?! Ma ti pare mai possibile?! No, no, si tratta di una amica!- disse subito. Yukito aggrottò la fronte.
-E che c'era stato tra te e la tua amica?- chiese preoccupato il ragazzo.
-Ma ma...- Ririnkai sembrava scandalizzata da quelle insinuazioni, aveva capito proprio male -eravamo molto unite e lei mi salvò la vita. Inoltre io le facevo sempre compagnia e...- si bloccò, pensierosa.
-E queste cose le hai tutte dimenticate? Ricordavi fosse solo una tua amica come tante altre?- chiese Yukito, che forse aveva afferrato il problema.
-Esattamente, si.- disse Ririnkai, con uno sguardo così afflitto che Yukito temeva fosse piena di sensi di colpa.
-Beh, cosa ha causato queste ...."memorie mancate"?- chiese Yukito. Di certo era impossibile non ricordarsi di una persona che le aveva addirittura salvato la vita.
-....una lunga storia...- disse la bambola, senza soffermarsi su quella domanda.
-Allora devi spiegarle questa storia. Se hai una scusante, basta chiarirla con lei e pregare perchè ti perdoni per la dimenticanza.- disse osservando i cambiamenti di espressioni sul volto di Ririnkai -Ma se è una amica così stretta, sicuramente capirà- disse infine, sorridendo per calmarla. anche Ririnkai abbozzò un sorriso.
La discussione le aveva giovato molto, di certo. Sapeva che la cosa migliore era andare a parlare con Kira per scursarsi e per farle presente che Enju le aveva tolto i ricordi. Però aveva paura. Allo stesso tempo temeva di non riuscire a parlare o che Kira la odiasse. Ebbe una visione di una Kira fredda e distaccata che la guardava da lontana con quell'occhio d'oro, che le diceva "addio, sorellina.". Sussultò, non voleva nemmeno pensarci. Ormai aveva rammentato ogni ricordo legato a Kira e rabbrividiva al solo pensiero di non poter più stare accanto a lei a cantare. Lei e Kira erano davvero molto legate. Sarebbe stato ancora così?
Sakura saltellò per tutta la casa dalla gioia, prima che Yukito la mandò a letto. Erano le 21 e le bambine doveva andare a letto, ma non avrebbe dormito molto.
"Chissà cosa stanno facendo le altre", si domandò Ririnkai, osservando Sakura che fingeva di dormire. "Anche Kuroryu, mi piacerebbe rivederla".
Quelle ore passarono veloci, Ririnkai dormiva tra le braccia di Sakura. Yukito aveva una sua stanza ma non aveva dormito. Era rimasto in salone ad osservare le luci brillare sull'albero addobbato. Il camino aveva un fuoco scoppiettante che gli dava calore. Si era troppo spaventato del fatto che Ririnkai potesse amare qualcun altro. Come mai? Dopotutto era solo una bambola. Era solo la sua bambola. Era solo lei.
Il risveglio fu causato dal suono forte delle campane della chiesa giu in città. Sakura e Ririnkai si alzarono di scatto, scendendo le scale per dirigersi nel salotto, dove Yukito si era vestito di rosso e bianco per l'occasione. Era mezzanotte e le camapane erano in festa, così come loro. La bambolina dimenticò le sue preoccupazioni e pensò ad avvicinarsi con Sakura all'albero che era all'improvviso pieno di regali.
Era un Natale speciale, perchè lo festeggiava con persone a lei care. Eppure avrebbe voluto festeggiarlo con qualcun altro.
Sakura trotterellava con il suo peluche nuovo, un panda con un bel fiocco rosa al centro. Ririnkai prese tra le mani il suo regalo e lo scartò. Era una borsettina stretta e lunga, ma abbastanza piccola, di colore azzurro e bianco, come lei.
La osservò, arrossendo, rivolgendo poi un dolce sorriso a Yukito. Sapeva che il regalo era suo ma non poteva ringraziarlo davanti a Sakura, la quale credeva che i regali fossero stati portati da Santa Claus.
Si mise la borsettina e restò pensierosa ad ascoltare la gioia della bambina alternata dalle campane della chiesa. Socchiuse gli occhi per un istante, rammentando il calore del vento, il fruscìo dei fiori, il profumo del mare, la gioia delle persone, iniziando a cantare in falsetto una canzone. Yukito e Sakura si voltarono, non avevano mai sentito Ririnkai cantare. A sua insaputa, Ririnkai, notò che in falsetto poteva riuscire a cantare, il problema era cantare a piena voce. Ma anche quella, un giorno, sarebbe ritornata.

"Dolci sorrisi, amorevoli pensieri
biscotti canditi e i ricordi di ieri
un giorno speciale sotto la candida neve
è già Natale, sale per voi un canto lieve.
Canta di gioia, canta per amore
dedica il tuo cuore a chi ami di più.
Canta di gioia, canta una poesia
c'è il Natale sulla via
che il sereno donerà."

Si bloccò, osservando alla finestra, dove Sakura era subito corsa alla fine della canzone.
-NEVE! NEVICA!- urlò felice, osservando i puntini bianchi cadere dal cielo. Tutti e tre uscirono dalla residenza e fissarono il cielo, mentre la candida neve scendeva su di loro.
Era uno spettacolo eccezionale e dava tanta armonia.
Yukito, osservando quei gioielli bianchi, capì cosa provava nel suo cuore.
Sakura saltellava allegramente, prendendo la neve con le mani.
Ririnkai lasciò che la neve si posasse su di lei, mentre col suo cuore era serena e in pace. Ora sapeva cosa doveva fare.
 
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Phase 17 - Cuore





Era decisa ad andare fino in fondo, quando si ritrovò di fronte lo specchio. Appoggiò la mano sulla fredda superficie, osservando il suo riflesso. Rifletteva uno sguardo teso e preoccupato, tuttavia decise di avanzare, penetrando lo specchio come fosse una cascata d'acqua.
Fu trascinata via da un vortice di luce e da un fiume che le scorreva intorno finchè non si ritrovò in un luogo di cristallo, come un immenso palazzo incantato. Al centro c'era una fontana dove l'acqua scorreva vivace, tutto era trasparente e freddo come il ghiaccio.
Atterrò sulla superficie riflettendo, osservando il luogo che non visitava da tempo. Aveva dimenticato l'N-Field di Kira, luogo dei loro ritrovi.
Avanzò fino a sedersi sul bordo della fontana. Ricordò quando siedevano abbracciate, mentre Ririnkai le cantava delle dolci canzone e le donava il calore dell'anima. Senza, diceva, sarebbe stata persa, in mondi illusori come lo era lei stessa.
La aveva abbandonata. aveva smesso di cantare per darle pace e un posto dove tornare. Aveva lasciato che Kira rimanesse da sola con la sua anima di ghiaccio, abbandonata nell'illusione.
Si issò, osservando il suo riflesso nell'acqua. Prima era teso, adesso era spaventato e in colpa. Scivolò per terra, coprendosi il volto con le mani e singhiozzando. Come avrebbe potuto perdonarla per il dolore arrecatole? Aveva mancato alla promessa di restare sempre insieme. A Kira non interessavano i fattori che hanno portato a svilupparsi una situazione, a lei interessava ciò che era successo e come uscire da quella situazione. Era una ragazza egoista e opportunista, agiva al solo scopo di ottenere qualcosa in cambio. Tuttavia Ririnkai la adorava, amava la sua forza, la sua dolcezza, la sua sottile follia. dopotutto anche Kirakishou era come lei, incompleta.
-Perchè piangi, onee-chan?- chiese una voce dolce e malinconica alle sue spalle. Ririnkai si costrinse a voltarsi per guardarla negli occhi. La bambola bianca aveva uno sguardo serio e triste.
Singhiozzò, aveva paura di parlare. Kira le si avvicinò e le accarezzò i capelli. - La onee-chan non deve piangere. Non ricordi?- chiese. "Ricordare cosa?" pensò Ririnkai, ma poi rammentò di una frase che Kira le pronunciava spesso e proprio in quell'istante Kira disse la stessa cosa. -La onee-chan non dovrà piangere mai più.-
Ririnkai ebbe uno scatto, voleva abbracciarla e sentire di nuovo il calore del suo corpo, quella calma e protezione che le aveva dato nel momento più brutto della sua vita, ma si trattenne. Kira la notò e le sorrise, asciugandole col dito alcune lacrime sotto l'occhio. Ririnkai si decise a parlare.
-...perdonami....perdonami onee-sama...- disse, osservandola disperata -ho mancato alla nostra promessa, ti ho lasciata sola e mi sono dimenticata di te...- disse tutto d'un fiato, per evitare ripensamenti.
Kira le accarezzò i capelli e le sorrise teneramente.
-Non è tua la colpa, ti ho già perdonata dall'inizio.- Ririnkai si issò istintivamente e l'abbracciò, mentre Kira la stringeva dolcemente a sé. -La onee-chan non ha mai smesso di amarmi, anche se è stata privata dei ricordi. Per questo non hai motivo di scusarti.-
Ririn si accoccolò al suo corpo e poté respirare il suo profumo. Ricordò i momenti felici passati insieme. Kira era la sorella a cui voleva più bene perchè le aveva insegnato molto e le aveva ridato vita quando ormai si sentiva morta. Era Kira che considerava sorella più di tutte.
-Grazie...Grazie Kira.- disse, staccandosi e baciandola sulla guancia.

Era da ormai troppi giorni che Yukito la fissava pensieroso. Il ragazzo si trovava in cucina, trafficando con alcuni documenti importanti, mentre ogni tanto osservava di soppiatto la bambolina.
-Avanti, spara.- disse Ririnkai, ormai stufa del suo comportamento. Yukito scosse il capo e tornò al suo lavoro, la bambola sbuffò.
-Possibile che non parli mai?- disse, camminando nervosamente verso la sua camera. -maledizione, se potessi penetrare il suo cuore lo capirei, ma c'è qualcosa che mi ostruisce il passaggio e senza il mio spirito artificiale non posso violare le sue difese....- aggiunse, spalancando la porta di camera sua e trovandosi di fronte una splendida bambola dai lunghi capelli castani.
Ririnkai rimase stupefatta nel vedere Kuroryu lì. Ricordò che Enju credeva fosse una sua "vittima" e quindi non sospettava che fossero alleate, a meno che Tsukineko non avesse parlato, e Tsuki è una bambola con la lingua molto lunga.
-Kuroryu!- disse, mentre la bambola l'abbracciava felicemente.
-Ririn! Non sai quanto mi sei mancata!- disse, stringendola forte a sè. Ririnkai sentì un buon profumo, era diverso da quello di Kira ma quella era la prima volta che abbracciava qualcun altro che non fosse la sua sorellona.
-Anche tu, Kuro. Ti ho pensata il giorno di Natale, non ho più avuto notizie...- disse, mentre entravano in camera e si sedevano sul letto.
-Mio Padre non sospetta di me. Tuttavia so di Yami, ha fallito e ti ha anche fatto tornare una buona parte della memoria.- aggiunse osservandola con un ampio sorriso.
-Si, infatti. Ho ricordato di Kira e ho riacquistato l'uso dell'acqua. Tuttavia c'era qualcosa di collegato che riuscivo a fare ma proprio non ricordo...- disse, portandosi il dito sotto il mento, pensierosa.
-Vedrai che ricorderai. Ora ciò che più conta è che stai bene.- Kuro osservò di fronte a sè con uno sguardo triste - se mia sorella ti avesse fatto del male, non me lo sarei mai perdonato!- concluse.
Ririnkai sospirò, sapeva che Kuro ci teneva molto a lei.
-Ah! Cosa stavi combinando in Francia per Kira?- chiese curiosa. Ririnkai si accigliò.
-Come fai a sapere che ero lì per Kira?-
-L'ha detto papà. Pare che Kira ti avesse chiesto un favore.- continuò.
-Oddio, e Enju come lo sa? Forse quel fottutissimo coniglio...- pensò Ririnkai, pensando di volerlo abbrustolire al forno con tante patatine.
-Non conta, comunque che stavi facendo?- chiese, curiosa.
-Usavo le mie abilità di trovare qualsiasi cosa e persona per trovare una bella fanciulla che a Kira interessa molto.- concluse.
-Interessa molto?!- chiese sconcertata. Poi rise.
-Ma-ma-ma-ma che diavolo vai pensando?????- chiese Ririnkai, per un attimo impaurita. Perchè quella domanda era così fastidiosa?
-Ma dai che scherzo, mica sono scema?- disse ridacchiando. Ririnkai si vergognò per essere caduta in uno scherzo del genere. Si tastò le guance, forse era arrossita.
-Ora devo andare o noteranno la mia assenza.- disse Kuroryu, salutando Ririnkai tristemente. Di sicuro preferiva rimanere lì con lei anzichè andare a casa.
-Allora ci si vede!- disse Ririnkai sorridendole per darle forza. Kuroryu osservò il dolce sorriso di Ririn e prese il volto tra le sue mani, chinandola e baciandole la fronte. Ririnkai arrossì per il gesto inaspettato.
-A presto, Ririnkai.-
Vide Kuro svanire oltre il riflesso dello specchio e sospirò. Si sentiva alquanto nervosa e misurò la stanza coi piedi, pensando a cosa fare. Siccome era agitata, decise di uscire.
Aprì le ali e spiccò il volo, diretta verso l'ospedale della città.
 
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Phase 18 - Trappola





Si avvicinò lentamente, stando attenta ad ascoltare tutto attorno per percepire la presenza della gemella, tuttavia non ce n'era traccia.
Si posò sul davanzale della stanza della medium di Suigintou, osservando se per caso Suigintou non si trovasse lì, ma vide solo la figura assopita della medium. Sorrise, era una bella ragazza e aveva aiutato sua sorella, l'aveva cambiata. Quella ragazza voleva morire, si sentiva inutile, riteneva la sua morte una liberazione, eppure Ririnkai percepiva una tristezza forte dentro di sé. Era un puro sogno quello di voler morire? Anche lei aveva desiderato la morte, poco tempo prima. Era stata travolta dalle fiamme delle tenebre, dall'odio e dall'ira. a salvarla era stata Kira e, poco dopo, Enju, togliendole i ricordi.
Eppure il suo bramare la morte era un sogno sporco di sangue. Ma non lo era per quella ragazza. Lei emanava un puro desiderio di volare via come un angelo e adesso, grazie a Suigintou poteva realizzarsi.
Un puro desiderio, un sogno ambito, un preciso scopo.
Sembrava che il suo cuore, semmai ne avesse uno, doveva scoppiare. Un forte calore la costrinse ad inginocchiarsi. Fissò ansimante la ragazza, sentiva il suo dolce profumo, osservava la sua candida bellezza ed era assetata di quel sogno puro. Ansimò, stringendosi forte il petto.
-Non...non ora...non...lei...- si disse, per calmarsi. La testa sembrava scoppiarle, sentiva un desiderio atroce e aveva fame. Si stese, sul davanzale, al chiaro della luna.
Con tutti i poteri, i ricordi, le paure, l'amore e i sentimenti, erano tornati anche i suoi problemi e i suoi fantasmi del passato.
Respirò un pò, pian piano, stranamente, il dolore passò. Forse, si disse, era perchè non aveva riaquistato tutti i suoi poteri. Era una buona cosa, almeno per ora. Si chiese se doveva proprio recuperarli.
Megu aprì gli occhi e si voltò verso la figura stesa dolente sul davanzale.
-Tenshi-san? Sei tu?- ma si accorse che quella non era il suo angelo oscuro. Tuttavia la riconobbe e le sorrise, issandosi a sedere e osservandola mentre anche lei si metteva a sedere, dolorante. - Oh, che sorpresa, Ririnkai-san. Stai bene?- chiese preoccupata.
Ririnkai le sorrise, non voleva dar a vedere del suo malore, per cui non potè fare altro che mentirle.
-Sto benissimo, non temere.- era brava a recitare. Megu le sorrise di rimando.
Seduta sul letto alle gambe di Megu, Ririnkai parlò un pò di sé e di ciò che le era capitato. A sua volta, Megu, le raccontò di Suigintou e di loro.
-La sua ala?- chiese curiosa Ririnkai. L'ultima volta non ci aveva fatto caso.
-Esatto. So che è successo durante lo scontro con una sua sorella.- concluse, pettinandole una ciocca di capelli. A differenza di Suigintou, pensò Megu, Ririnkai era molto più concessiva. Ma allo stesso tempo era pura e brillava come un diamante sotto la luce dell'astro lunare che si affacciava da fuori la finestra.
-Capisco...la Roza di Souseiseki la sta rifiutando..- disse pensierosa Ririnkai. Non voleva che accadesse, avrebbe preferito che Suigintou avesse tutte le sue Roza Mystica senza problemi. Di certo, anche la sua, pensando ciò portò una mano sul suo petto. Anche quella. -Nee, Megu...-
-si, Shiroi Tenshi?- chiese Megu, curiosa, mentre continuava a pettinarla.
-Secondo te...Suigintou mi potrebbe mai voler bene?- chiese la bambolina azzurra.
-Mi stai chiedendo se è possibile, per Suigintou, amarti?- disse sorridendo, Ririnkai annuì. -Per me, col tempo ti vorrà bene anche senza esprimerlo.-
-uh?-
-Vedi, Suigintou non è il tipo da dimostrare il suo affetto, tuttavia i tuoi sentimenti devono averla colpita sicuramente. Si ricorderà che esiste qualcuno che la ama così intensamente.- rispose, mettendo via la spazzola. Ririnkai si voltò e la osservò negli occhi.
-Io la amo davvero.- disse Ririnkai, senza smettere di guardarla.
-Ne sono sicura.- disse Megu. -devi solo pazientare e lavorare sodo per mostrarle quanto vali. Prima o poi apprezzerà i tuoi sforzi.-
Ririnkai chinò il capo, il suo cuore palpitava forte. Come si sarebbe comportata una volta di fronte a lei? avrebbero ripreso a combattere o sarebbe riuscita a parlarle con calma? Era tutta presa da questi pensieri e attendeva con ansia il ritorno della gemella, quando una luce invase la stanza, spaventando le ragazze.
-Ririnkai-san!- disse, indicando lo specchio sopra il lavandino al muro di fronte. Infatti, il grande specchio quadrato si era illuminato di una luce d'oro che aveva invaso e illuminato l'intera stanza.
Ririnkai si alzò e lo osservò perplessa. Come mai si era aperto un N-Field proprio in quel momento? Dallo shock e dalla paura della ragazza, non era una cosa normale, per cui non era Suigintou che passava di lì per tornare. Cosa doveva fare?
-Ririnkai-san! Cosa succede?- chiese preoccupata Megu. Ririnkai si alzò e volò finò ad atterrare sul lavandino, così da poter essere di fronte lo specchio. Non c'erano dubbi, era proprio un N-Field.
-Non temere, Megu, va tutto bene. E' solo un passaggio ed è meglio che vado a controllare perchè si è aperto e dove porta, per evitarti guai.- disse, voltandosi a guardarla e ammiccando. Megu la osservò tristemente.
-Stai attenta!- disse, mentre il sorriso di Ririnkai svaniva oltre la superficie chiara dello specchio, che si spense subito dopo. La ragazza congiunse le mani in preghiera, sperando che Ririnkai non si facesse male, anche se lei non sapeva cos'era quel "passaggio" di cui aveva parlato.

Oltre l'intensa luce, Ririnkai notò una lunga strada grigiastra, ove attorno non c'era nulla. Era tutto nero apparte il percorso roccioso dinanzi a sé. Decise di percorrerlo per vedere fin dove portava.
Iniziò a correre, guardardosi intorno in attesa di un mutamento del paesaggio, tuttavia era sempre tutto nero e scuro. Dopo vari minuti di corsa senza sosta, notò un punto luminoso verdignolo che si apriva pian piano davanti a sé. Continuando l'andatura, Ririnkai si ritrovò ben presto in un mondo diverso, dal cielo verde e chiaro e dai prati fioriti. Dinanzi a se la strada non era più rocciosa ma marroncina, di terriccio.
Continuò a percorrerla finchè qualcosa non sbucò da un angolo e non le finì addosso, provocando un tonfo. Entrambe caddero all'indietro, lamentandosi dal dolore.
Ririnkai osservò bene la figura davanti a sé, scoprendo con sorpresa che si trattava di Kanaria.
-ahiahiahia...ho preso una bella botta kashirah!- esclamò, massaggiandosi la fronte.
-...Kana?- disse Ririnkai, sorpresa nel vederla lì.
-Oh! Ririn!!- disse Kanaria, saltandole al collo. -è veramente una bella sorpresa kashirah!-
-Oh...anche per me!- disse Ririnkai, ricambiando l'abbraccio -ma cosa ci fai qui?- chiese, staccandosi.
-dovrei chiederlo anche a te! Ma dopotutto non ho segreti da tenere segreti kashirah!- disse, assumendo la posa da intellettuale -Kana ha visto Holie, lo spirito di Shinku, entrare nello specchio, così la seguita kashirah! Quel che si dice un piano infallibile!- concluse, con una risatina per confermare la sua intelligenza. Ririnkai sorrise.
-Ma certo. E ora dov'è?- chiese.
-Oh...l'ho persa kashirah...ero convinta fosse andata da questa parte...- disse, prendendo il binocolo e osservando in giro, prima di urlare un -OH!- che sosprese Ririnkai.
-uh, che c'è? L'hai ritrovata?- chiese, avvicinandosi a lei per poter guardare, ma non era Holie quella che Kana aveva avvistato. Di fronte loro c'era una villa, immersa in un giardino di fiori.
-La villa!- urlarono all'unisono entrambe.
-La conosci?- chiese Kanaria.
-anche tu?- chiese Ririnkai di rimando.
-Ci siamo scontrate qui con Barasuishou!- rispose Kana -e tu?-
-E' la villa di Rozen...a me mi ci han portati Laplace e Kirakishou.- disse, osservando dubbiosa la villa antica immersa nelle rose.
-Kirakishou? Ti sei fidata di lei kashirah?- chiese Kana, mentre Ririnkai ridacchiava.
-E' davvero una lunga storia...- disse, pensando a Kira. Le venne in mente il momento in cui si erano riabbracciate e quando ririnkai l'aveva baciata sulla guancia. Kana la fissò curiosa.
-Stai bene, kashirah? Sei arrossita.- disse. Ririnkai scosse la testa spaventata.
-Si si s-to benissimo! andiamo a vedere cosa c'è nella villa!- disse, in teoria non voleva affatto andarci ma doveva cambiare argomento. Si chiese perchè mai era arrossita pensando a Kirakishou.
Si incamminarono verso la villa, intanto Ririn pensò al discorso con Megu. Rimpianse di non essere riuscita a incontrare Suigintou, ma forse era meglio così.
Spalancarono il portone e si avventurarono al suo interno. Ririnkai ricordò bene dov'era andata l'ultima volta, tuttavia Kana svoltò a sinistra e Ririn la seguì curiosa, non era mai stata da quella parte della residenza.
-Davvero nostro padre viveva qui? E' davvero bello kashirah.- disse Kanaria, Ririnkai annuiva. Seguirono il corridoio e arrivarono in un'ampia ala spaziosa e vuota, illuminata dalle grandi vetrate laterali.
In quell'ampio spazio vuoto, al centro e di fronte a loro, si trovava una figura ambrata, spazientita per la troppa attesa. Ririnkai sussultò, anche Kanaria parve riconoscerla. La figura si portò indietro i boccoli corvini e osservò con un sorriso la sua preda.
-Yami!- urlò Ririnkai rabbiosa. Sapeva che questo era l'inizio di una nuova battaglia. Purtroppo per lei, però stavolta non c'erano fontane o sorgenti nelle vicinanze.
-Finalmente giunta, anche se con un ospite imprevisto.- disse ridacchiando la bambola di Enju. Kana si agitò ma non disse nulla. -tuttavia due Rozen Maiden sono meglio di una. E sono cadute proprio nella mia splendida trappola!-
-Hai aperto tu il passaggio all'ospedale! Come sapevi che ero lì? e come mi hai trovata in Francia? Insomma, sei una veggente?- chiese spazientita Ririnkai.
-Mai quanto te!- esclamò Yami, Ririnkai la fissò sconcertata -tuttavia ho una buona fonte di informazioni.- richiamò a sé la sua falce. -una gattina piuttosto utile, direi.-
Ririnkai fece una smorfia. Tsukineko non era dalla parte di nessuno, faceva solo ciò che riteneva utile per lei. Tuttavia, nell'aiutare Yami, l'aveva messa nei guai e ora si trovava in una situazione scomoda.
-Bene, mia cara inutile bambola. E ora dove prenderai l'acqua che ti serve per la tua tecnica speciale?- disse ridendo, Ririnkai lo immaginava, era quello il motivo per cui era sicura di vincere. Kana era pronta allo scontro ma quanto era forte il suo violino contro la falce e l'odio puro di Yami? -Ti farò a pezzi, proprio qui, dove un tempo, purtroppo e per sfortuna, sei stata creata.-
La battaglia stava per iniziare.
 
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Phase 19 - Roza Mystica





Yami roteò la sua falce con fare omicida. Era chiaro che Ririnkai doveva morire, nulla poteva salvarla.
La bambola ambrata si lanciò contro Ririnkai, che venne protetta dalla sorella, la quale con tempismo suonò col violino una forte melodia, che scaraventò indietro Yami.
-Non ti permetterò di toccare Ririn kashirah!- urlò, arrabbiata e tenendo stretto il violino, come se avesse paura che le cadesse dalle mani. Ririnkai osservò Yami che si rimetteva in piedi, arrabbiata. Non era giusto coinvolgere Kanaria, ma la sua paura di morire era davvero forte. Dov'era Suigintou? Dov'era Kirakishou? Perchè nessuno la salvava? Perchè si era cacciata in quella situazione? Capì quanto era inutile e debole, si accasciò al suolo depressa e demotivata. -Ririnkai...- la chiamò Kanaria, vedendola così afflitta. Yami scoppiò in una sonora risata. Aveva la situazione in pugno e nemmeno Kanaria poteva sconfiggerla.
-Avanti, ti nascondi dietro tua sorella? Che vigliacca!- urlò, cercando di smuovere l'orgoglio della bambolina alata che, tuttavia, era terrorizzata e impotente.
-sono io la tua avversaria, kashirah!- urlò Kana che nonostante la sua paura voleva proteggere Ririnkai. Riprese a suonare la sua melodia, creando una folata di vento che colpì il muro di fronte, provocando la caduta di alcuni mattoni che Yami evitò facilmente e altri li tagliò in minuscoli sassolini con la sua affilatissima falce.
Intanto Ririnkai notò tra le macerie alcuni sassi e li prese, lanciandoli verso Yami che non le badava, sperando che uno poteva prenderla in testa e farla svenire, giusto il tempo che serviva per scappare... inutile tentativo di un essere patetico che non sapeva più che fare. La sua paura era troppa e nessuna delle pietre centrò il bersaglio, anzi, Yami le scansò con facilità appena accortasi del tentativo e rise per il gesto patetico. Ririnkai strinse i pugni. Era davvero una Rozen Maiden? Era davvero una degna bambola dell'artigiano Rozen?
-Io...credo di essere una stupida e inutile bambola...- disse a Kana, che la osservò con serietà.
-Non dire assurdità, Kashirah, tu sei l'ottava Rozen Maiden!- disse, con foga.
-Davvero? E se così non fosse? E se i miei ricordi fossero un bluff, un altro trucco di Enju per farmi passare dei guai?- chiese. Kanaria la fissò sconcertata. Ririnkai aveva detto di essere una Rozen Maiden ma non c'erano prove se non alcuni suoi ricordi. E i suoi ricordi potevano essere stati manomessi. Allora non era sua sorella? Tutte quelle domande le facevano venire il mal di testa. -dopotutto non ho lo spirito, non ho la valigia, non ho nulla che possa confermare la mia identità...- concluse.
-Ma Kuroryu ne è convinta! Anche il tizio col mantello l'ha detto, kashirah!- insistette Kanaria, Ririnkai la osservò pensierosa. Il tizio col mantello... Si riferiva a Daxis, uno dei tre allievi di Rozen.
-Ma...io...- non sapeva cosa dire, intanto Yami si era nuovamente rimessa in posizione di attacco, pronta a lanciarsi sul suo obiettivo.
-Continuare a oppormi resistenza non ti porterà da nessuna parte, dolcezza!- disse, maliziosamente e con un pizzico di bastardità. Ririnkai scosse la testa, non voleva ascoltarla, era troppo occupata a pensare a cos'era lei veramente.
-Chiudi il becco!- esclamò innverosita, tornando a pensare. Così patetica, inutile, senza alcun potere. Poteva mai essere una Rozen Maiden? -se è vero quello che Daxis ha detto...- aggiunse, pensandoci su. A cosa doveva credere?
-Ne sono sicura, sei una Rozen Maiden kashira!!!- urlò Kanaria, con un'energia indiscutibile. Voleva motivare la sua amica e inoltre era sicura che lei potesse essere la misteriosa ottava.
-Non possiamo esserne sicuri!- ribadì la bambola azzurra. Possibile che Enju non le avesse mentito e che in realtà erano gli attuali ricordi come Rozen Maiden ad essere falsi, oppure era come lei aveva sempre creduto, ovvero che era una Rozen Maiden ed Enju le aveva portato via i ricordi? Da che parte era la verità? Odiava Enju, era colpa sua se aveva perso i ricordi....o forse no? Si sentì spaesata e confusa. -Però, se Enju mi avesse davvero mentito...-
Yami ascoltò nervosa il discorso. Al sentir nominare il Padre, si innervosì ulteriormente.
-ah bene!- esclamò, sfottendo -Ora è Enju, non più padre?- disse, ricordando come Ririnkai, una volta, lo chiamava Padre. Ririnkai scosse il capo.
-..non sono più sicura di nulla...- disse tristemente. .
-Ririn...- Kanaria notò i suoi occhi riempirsi di lacrime e decise di continuare lo scontro, portandosi il violino sulla spalla, pronta a suonarlo -stai tranquilla, Kana non ti abbandonerà mai !!! Mi farò coraggio e sconfiggerò Yami per te kashira!!- disse, sicura di sé.
- tu?- disse Yami, ridendo con fare di superiorità -cosa vorresti fare, stupida Rozen Maiden?- le chiese, prendendosi gioco di lei -Mi fate tutte schifo.- disse infine, disgustata. Ririnkai non ammise quel comportamento verso la sua amica.
-non osare prenderla in giro!!!!- le gridò furiosa. Decise di puntare nuovamente sul dialogo -YAMI! Ascoltami!- le gridò, sperando nella sua comprensione.
-Sta zitta, Troia!- rispose sprezzante la bambola ambrata, guardandola come se fosse un verme, con odio e rabbia che creavano una tensione schiacciante all'interno della sala.
-waaaaa Yami si è arrabbiata kashira!!! cosa facciamo Ririn??- chiese Kanaria, che aveva iniziato a tremare impaurita. Nemmeno Kana poteva fermarla. Era davvero la fine?
-io...se davvero sono una Rozen Maiden...- iniziò, ancora dubbiosa sulla sua identità -ho solo la metà dei miei poteri...- disse lasciando la frase a metà. Se solo avesse parlato a Kira del baule, se solo non se ne fosse dimenticata...poi si soffermò su Kira. Possibile che i suoi ricordi siano fasulli? Era di nuovo incerta su qualcosa che per lei doveva essere importante. Come aveva fatto a ricaderci di nuovo?
Intanto, Yami, sapeva che senza il baule non valeva nulla, a meno che non si trovava nei pressi di una sorgente. Per astuzia, aveva scelto un luogo dove non c'era nemmeno una goccia di acqua.
-gia, carina, ti manca lo spirito artificiale!- esclamò, ridacchiando. Era divertente sapere che in quelle condizioni Ririnkai era così debole e indifesa da poter essere schiacciata come un ragno.
-Nacht...geist...- sussurrò la bambolina. "Nachtgeist" era il nome tedesco dello spirito artificiale. Ah, se solo si fosse ricordata il suo nome l'avrebbe potuta evocare!
-Ririn fatti forza!!! Vinceremo noi kashira!!- intervenne Kanaria, cercando di essere ottimista per risollevarle il morale ma non ottenne gli effetti sperati. Yami roteò la falce e si rimise in posizione di attacco.
-ti ridurrò in briciole...finirai bruciata come tutte le altre!- urlò. Ririnkai ebbe una visione delle bambole inutili che venivano abbracciate e distrutte dalle lingue di fuoco e provò un profondo odio.
-TU NON PUOI NEMMENO NOMINARLE, LE ALTRE!!!!- le urlò, disgustata che una sorella parlava così a cuor leggero delle altre distrutte in quel modo atroce, solo perchè non erano soddisfacenti.
-Non ti incazzare, bastarda!- le rispose Yami, osservandola con rabbia. Però, forse, era una buona occasione. Ora potevano combattere. -Oppure...si, vieni.....- la invitò, mentre Ririnkai prendeva la prima cosa capitatale a tiro, in questo caso un bastone di legno staccatosi dalle macerie create dal colpo di Kanaria poco prima. Si avvicinò con rabbia verso Yami, brandendo solo quel pezzo di legno, pur di non starsene con le mani in mano. -VIENI!!!!- urlò spazientita Yami. Ririnkai, con un forte urlo, le arrivò di fronte e iniziò a colpirla, evitando due e o tre falciate mentre Yami evitava il suo patetico bastone. La bambola ambrata le si scagliò contro, colpendo con la falce il bastone che dopo due colpi si spezzò, mentre Yami iniziò a ridere sadicamente.
-stronza...- disse Ririnkai, senza curarsi del linguaggio volgare. Con un altro urlo, per darsi forza, Ririnkai cercò di colpirla con dei pugni e un calcio che le arrivò allo stomaco, ma non era poi così forte, costrinse solo Yami ad indietreggiare un pò, il tempo di recuperare la forza per un nuovo attacco.
-o caspiterina kashiraaaaaaaaaaaaaa!!!- esclamò Kanaria, che da spettatrice era terrorizzata per la sorte di Ririnkai, la quale stava praticamente per essere disintegrata da Yami.
Ririnkai si lanciò nuovamente al contrattacco ma Yami, che si era stufata di quella nullità, aveva voltato la falce ed era riuscita a colpirla, ripetutamente, con la base dell'arma, al petto e al viso, finchè, con il corpo del bastone, non l'aveva colpita violentemente alla schiena, facendola schiantare per terra.
-Ririnkai!!!!!- urlò Kanaria, mentre correva verso di lei. Ririnkai era stata colpita violentemente e non riusciva a rialzarsi. Sentiva il corpo pesante e aveva la vista quasi offuscata. Era doloroso.
-Ka...na...fa...male...- disse, stringendosi il petto. Era il dolore provocatole da Yami o il suo? Kanaria le strinse le mani.
-Ririnkai....tu sei una Rozen Maiden kashira....Kana....Kana ti proteggerà!!- si alzò, stavolta decisa. -Kana suonerà per te!-
Yami, che si stava riprendendo per il veloce attacco di poco fa, la squadrò ridacchiando.
-cosa vuoi fare tu?- disse, mentre Kana la fissava seria. Ririnkai però non voleva che Kana si facesse male.
-Kana....ti....prego...- la chiamò. Kana, a malincuore, mise via il violino e tornò a inginocchiarsi davanti a lei.
-Kana ti voleva difendere kashira....però....come ti senti???- le chiese, agitata e triste. Ririnkai cercò di pensare a cosa dirle. Sentiva un dolore atroce, non sapeva bene a cosa fosse dovuto, se a Yami o se a ciò che si trovava dentro di lei.
-il petto...brucia tanto....- disse, ascoltando dolorante, il fuoco che ardeva incessabile dentro di lei -se davvero io...se davvero sono una Rozen Maiden...potrò...- disse, pensando a cosa sarebbe accaduto. Kana frignò. Yami si voltò.
-che scena patetica...- disse, disgustata. La bambola azuzrra scrutò il soffritto. Lo vedeva sfocato. Tutti i suoi ricordi, i pensieri, i problemi, i sentimenti, cos'era vero e cosa era menzogna?
-se....lo sono....vedremo....la....- ma non poté continuare. Fu come se qualcuno le stesse schiacciando il petto con una pressa invisibile. Iniziò ad urlare di dolore, mentre Kana, agitata, le chiedeva cosa stesse succedendo. Le uscirono delle lacrime, soffocò, non riusciva a respirare ne a parlare. Anche le voci e i rumori si affievolirono, tutto pian piano iniziò a spegnersi, finchè una splendida luce colorata con le apparve davanti. Non la vide bene, notò solo qualcosa brillare sopra di lei, mentre Kana e Yami parvero stupite.
-co...cosa?- chiese Yami, sconcertata e scandalizzata.-.no....non è possibile...- disse. Aveva sempre agito come se lo sapesse ma in cuor suo non l'aveva mai accettato. Sperava che non fosse vero e che quando l'avrebbe scoperto, il suo più grande problema sarebbe stato quello di scusarsi con Ririnkai per averla creduta una nemica. Ma ormai non c'era più nulla a mettere in dubbio ciò. Anche Ririn aveva capito tutto, osservando la sua splendida Roza Mystica brillare sopra di lei.
-Ri...Ririn...quella è..- disse Kana, stupita. Ormai nulla poteva più metterlo in dubbio.
-....mia...Roza...Mystica...- disse, sussurrandolo con gioia, nonostante il dolore. Si, era così. Ormai anche Yami dovette ammetterlo.
-è...una Rozen Maiden????!!!!- urlò. Niente poteva riportare tutto com'era prima. Ora che la sua identità era confermata, era tutto finito. In Yami si spense la speranza di riavere ciò che aveva perso.
-...si....sono....una.....Ro...- sperava di dirlo, sperava di urlarlo al mondo intero. "Sono una Rozen Maiden". Ma le ultime parole non uscirono, solo una forte paura. La paura di finire tutto così. -Ka...na...- chiamò, con la poce voce che le restava.
Kana intanto era rimasta pietrificata e allo stesso tempo felicemente sorpresa. Quella era l'ultima prova che serviva a confermare chi era Ririnkai.
-una....una sorellina....sei la mia....sei la mia sorellina kashira!!!- disse, in lacrime.
-oh...- disse Ririnkai, osservando prima Kana e poi la sua Roza. -si...sorel...- l'ultimo filo di voce se ne andò così presto che il "la" di "sorella" lo pronunciò semplicemente muovendo le labbra. Il soffitto divenne un ammasso nebuloso e le voci si spensero del tutto. Ririnkai si costrinse a chiudere gli occhi, esausta, senza più energia, senza più vita.
Kana la osservò immobile, come se si aspettasse di vederla muoversi da un momento all'altro. Ma la Roza Mystica aleggiava sopra di lei, le bambole non potevano muoversi senza di essa. Tremò.
-....beh....quindi...è andata...?- si sforzò di chiedere Yami con calma e la solita perfidia. Si dovette trattenere molto.
-..in..- sussurrò Kanaria. -..Ririn...- ripetè, una volta, una volta ancora, sempre più forte, finchè, tremante dalla rabbia non urlò -RIRINKAI!!!-.
L'eco del grido rimbombò per tutta la sala illuminata dal bagliore della Roza Mystica. Yami e Kana erano ferme, immobili, quando una massa di rovi candidi e bianchi non uscirono dal pavimento, prendendo la Roza Mystica e il corpo di Ririnkai e trascinandoli via, all'interno di tanti altri rovi che assieme sembravano creare una culla. Nessuna delle due bambole fiatò o si mosse, restarono solo in silenzio ad osservare la scena, percependo entrambe una profonda rabbia. Forse era una bambola bianca adirata perchè la sua piccola onee-chan era stata uccisa.
 
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Phase 20 - Alla ricerca del baule (Prima Parte)





Un così dolce profumo inebriava l'aria frizzante, mentre il suono della acqua corrente di una fontana armonizzava quel luogo silenzioso. Aprendo pian piano gli occhi potè notare i cristalli e la neve che ricopriva il terreno.
"Dove sono?"
Sentiva una nostalgica canzone suonare dentro il cuore. Alcune parole le venivano sussurrate all'orecchio, ma non riusciva a comprenderle.
"Chi sono, io?"
Una mano le accarezzò il viso, dolcemente, quel tocco la imbarazzò, divenne tutta rossa.
"Chi sei tu?"
Le calde labbra sfiorarono le sue, in un tenero e dolce bacio. Profumava di fiori, un tenue odore rilassante e inoltre, le sue labbra erano calde come il sole d'estate e morbide come la neve d'inverno.
-Tu sei tu, io sono io, nel luogo dove veniamo sempre, noi.- disse, come per rispondere alla domanda che si stava ponendo.
"Io non so chi sono."
Vide quel sorriso che per un attimo sperò di catturare come in un quadro o una fotografia.
-Non ricordi? Sforzati, mia piccola rosa azzurra.- disse.
Era tutto così sfocato, i sensi potevano percepire mille volte i suoni e i profumi ma non riusciva a vedere meglio di così. La baciò nuovamente, quel calore riscaldò il cuore e la calmò profondamente. D'un tratto ricordò.
"Io ... sono una bambola? Sono una Rozen Maiden?"
Si staccò dalle sue labbra e sorrise.
-Certo che lo sei. Hai una splendida Roza Mystica, onee-chan.- rispose.
Ririnkai scosse il capo e spalancò gli occhi. Ora riusciva a vedere bene e la voce le usciva nuovamente. Si issò a sedere, sconcertata, fissando Kirakishou, seduta accanto a lei, che le sorrideva.
-Onee-sama!! che diavolo...- stava per chiedere la bambola alata, ricordando all'improvviso dello scontro con Yami e della sua Roza che aleggiava maestosa sopra di lei.
-Ho rimesso io a posto la tua Roza Mystica, non temere.- disse Kira, raggiante. Dopotutto, pensò Ririn, era stata semplicemente colpita molto forte, non aveva subito gravi danni, inoltre era stata sconfitta per un motivo non inerente all'Alice Game, per cui era ovvio che si sarebbe potuta risvegliare facilmente. Sorrise a Kira, un momento prima aveva pensato di morire, per fortuna però stava bene, grazie a lei. Si imbarazzò. Aveva creduto di non essere davvero una bambola della serie Rozen Maiden e pensava che i ricordi che avevano erano fasulli. Se ne vergognò.
-Kira...la mia Roza...era...- Ririnkai non aveva visto bene la sua Roza, solo di sfuggita e leggermente sfocata, per cui pensò di chiedere a Kira se era tutto a posto. Kira le sorrise.
-Era come tutte le altre Roza Mystica, non aveva nulla di diverso.- le rispose Kira, che aveva intuito. Ririnkai si illuminò di gioia e abbracciò la sorella di felicità. In quel momento si ricordò di un piccolo particolare...Kira l'aveva baciata! Ririnkai si staccò dalla sorella e portò le mani davanti al viso, imbarazzata. Era il suo primo bacio ed era stata proprio Kirakishou a darglielo...non che fosse dispiaciuta, più che altro ne era sorpresa.
Kira accarezzò i capelli argentati di Ririnkai con dolcezza, fissando il suo lieve imbarazzo come se sapesse perchè si era vergognata in quel modo.
-Ah certo!- disse Ririnkai, rivolgendosi alla sorella -dov'è il mio baule?- chiese, sperando che Kira lo sapesse. La bambola bianca sorrise.
-Di fronte l'ospedale c'è una vecchia chiesa abbandonata.- disse. Ririnkai annuì, allora il suo baule era lì! Doveva andare subito a riprendere i suoi poteri, così se Yami l'avesse attaccata si sarebbe potuta difendere. Purtroppo, solo quando si era già alzata, si ricordò di un particolare.
-ma...la chiesa...- iniziò, voltandosi verso Kira, perplessa -non è dove abita Suigintou?- chiese, alquanto titubante sul da farsi.
-Precisamente.- rispose Kirakishou, sorridendole.
Lo sapeva. Avrebbe comunque dovuto affrontare la sua gemella, che lo voleva o meno. Cosa doveva fare? Andarci o meno?
Si era dimenticata di Yami e Kanaria e di essere appena morta e resuscitata, inoltre di aver appena ricevuto il suo primo bacio da Kirakishou. Ciò che era la sua massima preoccupazione, ora, era come arrivare al suo baule senza incontrare Suigintou. Si sentiva troppo in imbarazzo per vederla.
-oh...beh...suppongo di non avere altra scelta...- si disse Ririnkai, osservando Kira che la fissava incuriosita. -quindi si trova nella chiesa?- domandò come se stesse sperando che la risposta fosse diversa.
-Certo- rispose Kirakishou -...o in quel che resta.- aggiunse infine.
Non le ci volle molto per capire cosa Kirakishou voleva dire con "o in quel che resta". Appena arrivata sul luogo per un'ispezione, notò una serie di ruspe e tante macerie accumulate fino a formare una piccola collinetta di detriti. La chiesa era appena stata demolita.
-...perfetto.- disse Ririnkai, alquanto seccata. I lavori di demolizione erano conclusi, dovevano solo ripulire l'area dai detriti e secondo il calendario lavorativo appeso ad una ruspa, i lavori sarebbero ripresi tra una decina di giorni. -se inizio a scavare forse lo trovo...- si disse Ririnkai. tuttavia scavare lì in mezzo era un lavoraccio, ma non aveva altra scelta. Inoltre doveva scavare quando nessuno curiosava in giro, per cui l'ideale era farlo di notte.

Quella giornata, Yukito era indaffarato nel preparare degli schizzi di qualcosa su un album. A Yukito piaceva disegnare e a volte creava dei veri e propri capolavori. Però sembrava che non stesse facendo gli schizzi di un quadro, bensì di qualcosa vagamente somigliante ad una torta. A Yukito piaceva anche cucinare dolci, soprattutto crearne i design.
Sakura trotterellava in giro per la casa, cercando gli strumenti che Ririnkai le chiedeva di portarle.
-martello.-
-eccolo!- disse la bambina dai capelli castani, mostrandole un martello di medie dimensioni che posò sul letto.
-benissimo. pinza.- disse Ririnkai, leggendo un foglio dove aveva appuntato il materiale necessario.
-trovata!- disse esultando, mostrando una piccola pinza.
-uhm...non c'è più grande?-
-vedo cosa trovo!- disse Sakura, correndo alla ricerca di una pinza più grande. Quando tornò, ne aveva trovava una molto vecchia ma bella grande. -ma perchè non usi gli scavatori?- chiese curiosa.
-Come li faccio muovere? Non esiste una ruspa a grandezza di bambola!- esclamò Ririnkai, ponendo una mascherina in una borsetta.
-uh vero...- disse pensierosa Sakura.
Ormai avevano collezionato molti oggetti e Ririnkai era prontissima per iniziare gli scavi, tuttavia doveva aspettare la notte. Vennero chiamate per il pranzo dalla governante.
-Cosa fai, fratellone?- chiese Sakura curiosa, scrutando il foglio con lo schizzo.
-Mah, nulla di che...- disse Yukito, mettendolo via. Ririnkai notò che la stava guardando. Ultimamente era davvero strano e silenzioso.
-Dai dimmelo!!!- piagnucolò Sakura, curiosa di scoprire cosa si celava dietro quel disegno.
-Segreto Segretino!- disse lui, portando l'indice accanto al naso e dicendo "shh!". Sakura rise, Ririnkai la seguì.
Alla fine del pranzo, Yukito tornò a dedicarsi al suo schizzo. Si trattava di una torta, una splendida torta a quattro strati. Immaginò come la panna dovesse formare un cerchio ripieno su un lato e come la cioccolata doveva sembrare delle goccie d'acqua. La torta era davvero stupenda e Yukito ne fu soddisfatto. Aveva in programma di mettersi a farla identica nei giorni a venire.
Al tramonto, Ririnkai lasciò la casa e si diresse all'ospedale. Era ormai calata la notte quando iniziò a spostare i massi con tutta la sua forza. Più di una volta sperò di aver intravisto un baule sotto qualche masso particolarmente pesante, tuttavia erano solo vecchie panche o libri illegibili. A volte appariva qualche uomo venuto a controllare per l'aver udito strani rumori, oppure qualche ubriaco in cerca di un tetto dove passare la notte. Tuttavia Ririnkai si nascondeva velocemente dietro una ruspa e gli ospiti indesiderati andavano via dopo pochi minuti. L'emozione di trovare la valigia sfumò quando furono le 3 e mezza di notte. Ormai si era scocciata di scavare e inoltre aveva davvero molto sonno. Decise di tornare a casa e così fece, infilandosi nel suo caldo lettino.
-Domani lo troverò....devo trovarlo!-
 
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Phase 21 - Alla ricerca del baule (Seconda Parte)





Yukito era stato fuori tutta la giornata a fare non si sa cosa. Sakura vedeva la tv nervosetta, era raro che il fratello stava via così tanto tempo.
La pioggia cadeva fitta in quel giorno d'inverno e faceva freddo. Il cielo era di un grigiastro che metteva malinconia e la città sembrava un pò più silenziosa degli altri giorni.
Ririnkai e Kanaria stavano prendendo un tè nel salotto al secondo piano. Kanaria beveva il té, mentre Ririnkai beveva la coca cola, nella tazzina del tè ovviamente.
-una ragazza?- chiese curiosa Ririnkai.
-eh già, kashirah. Era bionda e bellissima, ha detto di essere la medium di Hina!- continuò Kanaria, sorseggiando il té con espressione seria. Ririnkai la osservò un pò in silenzio e poi sbuffò.
-Eddai Kana, ti ho già chiesto scusa per non essere tornata subito da te!- disse, incrociando le braccia. Kana la squadrò torva.
-Mi sono davvero preoccupata moltissimo kashirah!!! Ti credevo davvero morta!!- le disse, arrabbiata.
-Ma io ERO morta, però Kira mi ha resuscitata!- disse agitando le braccia cercando di spiegarle la situazione.
-Non ci casco kashirah! Come ha potuto resuscitarti? Non è possibile, non eri davvero morta kashirah!-
-Certo che lo ero!!!!-
-No che non lo eri!-
-SIIIIII-
-NOOOOO-
-SISISISISISISISIIS...-
-NONONONONONON...-
-URUSAI!*- urlò Sakura, sull'uscio della porta spalancata -le vostre urla si sentono fino a Osaka!!-
Ririnkai e Kanaria chinarono il capo dispiaciute e tornarono a sorseggiare il té e la coca cola, osservando la tovaglia bianca merlettata del tavolino. Dopo aver atteso qualche minuto in giro per il corridoio, controllando che non facessero più chiasso, Sakura scese e tornò a vedere la televisione.
-...non la ricordavo così permalosa...- disse Kanaria pensierosa.
-nah, è che ha preso sul serio la storia della responsabilità raccontatele da Yukito stamane.- rispose Ririnkai, versandosi altra coca cola dalla bottiglia.
-capito kashirah. Comunque hai detto che stai cercando il tuo baule?- chiese Kana, versandosi altro té.
-già, dovrò scavare a lungo.- rispose, bevendo troppa coca cola e premendosi sul petto per farla scendere.
-...quella roba prima o poi ti ucciderà.- disse Kanaria, osservandola sconcertata.
-sono una cocacola-dipendente.- aggiunse Ririnkai, appena ripresasi e respirando la fresca aria della stanza. -morire di coca cola è il sogno di tutti.-
-...non mio kashirah..- disse Kanaria, che si chiedeva come sarebbe stato morire di coca cola.
Yukito tornò a casa verso le sette, ma Ririnkai non ebbe tempo per scoprire cosa stesse facendo, doveva prepararsi ad un'altra nottata insonne all'insegna degli scavi.
Prese la sua borsettina azzurra, regalatele da Yukito a Natale, e volò via dalla finestra, nel gelo della notte, che dopotutto amava.
-Che bella l'aria fredda invernale!- disse a non si sa chi, volando nella fredda notte gelida. Atterrò di fronte un ruspa e si guardò in giro controllando se non ci fossero umani nelle vicinanze. Sgattaiolò sotto qualche masso e finalmente si diede il via libera per riprendere gli scavi.
-uff, non mi resta che ricominciare a sperare. Magari sta sera è la mia sera fortunata!- disse, afferrando un masso troppo pesante per lei, ma cercando comunque di spostarlo, spostandolo lentamente vero sinistra. -GHYAAA SPOSTATI MALEDETTO BASTARDOOO- urlò. Il masso si spostò e Ririnkai ruzzolò in avanti, facendo un capitombolo verso il basso e ritrovandosi stesa a terra tutta sporca di polvere.
Una sonora risata ruppe il silenzio imbarazzante. Impaurita che qualche umano potesse averla vista, Ririnkai si rimise subito in piedi, voltandosi nervosamente, tuttavia non vide nessuno. Pensò fosse stato uno scherzo della sua immaginazione, o magari qualcuno che rideva lontano e a Ririnkai era sembrato invece vicino. Ma la voce parlò di nuovo.
-Non mi vedi, rottame?- chiese la voce che a Ririnkai pareva troppo familiare. Infatti si voltò verso una ruspa e lì sopra, seduta, vide la figura di Suigintou.
Non si poteva ben dire se era sbiancata dalla paura o arrossita dall'imbarazzo, tuttavia cerco di spostarsi verso un luogo ombrato, in modo che non fosse bene in vista dalla gemella.
-Cosa...cosa ci fai qui?- chiese, preoccupata la bambolina.
-Dovrei farti io questa domanda. Ti stai per caso scavando una tomba?- chiese, osservando divertita la gemella.
-No, cercavo una cosa...- disse Ririnkai, senza voglia di spiegare ogni particolare. Proprio lei doveva scoprirla?
-Oh, cosa può esserci di utile sotto le macerie di una chiesa?- chiese Suigintou, probabilmente curiosa.
-Senti...non te ne importa, chiaro? E ora lasciami in pace!- urlò la bambola azzurra, sforzandosi di non guardarla in faccia. Suigintou si innervosì.
-Come osi parlarmi così? Potrei farti a pezzi se volessi, così conciata sei assolutamente inutile, junk.- continuò, osservandola seriamente.
-Mi dispiace, ma io ho da fare...- si limitò a dire, tornando a spostare massi, stavolta più piccoli. Suigintou la seguì con lo sguardo.
-Allora, cos'è che cerchi?- chiese, tornando serena. Non aveva motivo di prendersela con quella sua sorellina patetica.
-Non lo sai che la curiosità fa male?- disse Ririnkai, non curandosi della gemella. Come riusciva a essere così fredda non lo sapeva, l'importante era non darle soddisfazione. Era difficile, siccome Suigintou la stava guardando e solo questo la metteva in imbarazzo.
-Tu vorresti farmi del male?- Suigintou si alzò e volò verso Ririnkai, la quale si accorse troppo tardi del movimento. La bambola nera la prese per il colletto e la scaraventò all'indietro, facendola cadere.
Ririnkai la osservò, imbarazzata. Suigintou la squadrò, notando la vergogna della bambolina.
-Nonostante dici di amarmi fai tutto per farmi arrabbiare. Sei davvero sicura che sia il modo giusto di comportarti con me?- le chiese, ironicamente. Ririnkai chinò il capo.
-Non...non voglio dirtelo...solo questo...- disse Ririnkai, impaurita. Cosa avrebbe fatto se le avesse detto del baule? Le avrebbe impedito di trovarlo?
Suigintou la guardò da cima a fondo. Il suo aspetto le stava facendo venire la nausea e la fissò con una smorfia.
-...così simile a me...sei disgustosa.- disse, osservandola con occhi severi. Ririnkai iniziò a tremare di dolore e si alzò di scatto, scoppiando a piangere.
-Scusami!- urlò, mentre scappava via. Suigintou la seguì con la coda dell'occhio ma non le andò dietro. Non le interessava. Piuttosto era interessante la sua rezione. Le aveva chiesto scusa. Per cosa? Perchè era un rottame? Perchè era disgustosa? Perchè le somigliava?
Stranamente, fu questo particolare a turbare l'animo di Suigintou. Sospirò e decise di tornare da Megu. Quella mattina aveva ricevuto una visita inaspettata, non l'aveva mai vista così afflitta.
Scese dal davanzale e la osservò assopita. Ripensò al suo dolore, al suo desiderio. Sospirò nuovamente.
-Megu...esaudirò il tuo desiderio.- disse, prendendo l'anello della rosa. Tuttavia una voce echeggio nella stanza, Suigintou sussultò.
-Poverina, nessuno ti ama, quanta pena che fai.-
La voce dolce e velata fu seguita da una forte luce proveniente dallo specchio, dal quale apparvero dei bianchi e candidi rovi. Suigintou li osservò stupita. "Rovi bianchi?"
-Chi..?- stava iniziando a chiedere, ma dai rovi e dallo specchio prese forma la figura di una bambola color latte, la quale si presentò subito senza indugi.
-Molto piacere... sorella mia. Io sono la più giovane delle tue sorelle, Kirakishou.-
-La più giovane?...- chiese Suigintou sconcertata, osservandola. Era la settima? Eppure la più giovane era l'ottava. Evidentemente quella bambola non sapeva l'esistenza di un'ulteriore Rozen Maiden.
Kirakishou la osservò sorridendo dolcemente. Il suo piano stava andando benissimo.

Appena arrivò a casa si precipitò in camera sua con una tale fretta che, quando si gettò sul letto a piangere, si spaventò a morte dopo aver sentito una voce chiamarla proprio accanto a lei.
-Ririnkai...- la ragazza accanto a lei la fissava preoccupata. Ririnkai osservò la persona che l'aveva chiamata. Era Kuroryu. Notò la sua espressione preoccupata e si ricordò di star piangendo, si asciugò le lacrime velocemente. Kuroryu le si sedette accanto, le asciugò le lacrime e, nonostante Ririnkai non volesse farsi vedere in volto in quel momento e perciò si divincolava, riuscì a farla star ferma e a farsi guardare. -che ti succede?- chiese, con un'espressione a metà tra il serio e il preoccupato.
-...Sui...Suigintou...- iniziò a dire, ma poi iniziò a fissare un punto dietro Kuro per cercare di non vederla.
-Suigintou. Cosa ti ha fatto?- chiese. Aveva capito che il nome "Suigintou" significava dire problemi amorosi. Non le andava giù il fatto che soffrisse così a causa di sua sorella gemella.
-nulla...nulla..- disse, osservando il pavimento, Kuroryu la strattonò e Ririnkai si stupì, tornando a fissare lei.
-nulla un corno, Ririn. Stai piangendo, non voglio vederti piangere! Tu non devi piangere!- le disse, seria. Quelle parole le ricordavano molto Kirakishou. Nemmeno lei voleva vederla piangere. Si chiese perchè tutti si preoccupavano che non piangesse.
-Per...perchè sei qui?- chiese, cercando di cambiare discorso. Kuroryu decise di risponderle.
-Yami. Appena ho saputo ciò che è successo sono scappata, tuttavia sulla strada per venire ho incontrato Kanaria che mi ha spiegato a grandi linee cos'era successo...per fortuna che stai bene...- disse, commuovendosi nell'ultima parte del discorso e abbracciando Ririnkai, con suo stupore.
-...mi dispiace...Kana ti ha detto dello scontro?- chiese Ririnkai, ricambiando l'abbraccio.
-Mi ha detto qualcosina di fretta, stava correndo via inseguendo non so cosa...- disse Kuroryu staccandosi dall'amica.
-Uhm, capisco.- disse Ririnkai, pensierosa.
-So che stai scavando per trovare il tuo baule! Domani ti vengo a dare una mano!- esclamò felicemente Kuro, riuscendo chissà come a strappare un sorriso alla bambolina azzurra.
-Da...davvero???- chiese emozionata.
-Ma certo, ovvio!- disse Kuroryu, sorridendole dolcemente. All'improvviso però, Ririnkai alzò lo sguardo scioccata. -Cosa c'è?- chiese Kuroryu, preoccupata. Ririnkai scosse il capo.
-Oddio...non vorrei che fosse...- disse pensierosa e preoccupata. Kuro cercò di farla parlare.
-Ririn! Cosa c'è? Che succede??- chiese, scuotendola un pò. Era davvero in pensiero per lei e voleva sapere cosa avesse.
-Una Roza...è stata liberata e assorbita una Roza Mystica...- disse Ririnkai.
-Oddio! tu pensi possa essere....Kana?- chiese Kuroryu, portandosi le mani sulla bocca. Ririnkai unì le mani in preghiera, sperando non fosse lei.
-Domani corro da Micchan e poi a casa di Shinku. Devo scoprire chi è la sorella che stasera ha perso l'Alice Game.-


*
Urusai = Silenzio
(l'ho usato in giappo perchè mi dà più un senso di rabbia, mi ricorda quando Jun lo grida incazzato xD)
 
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view post Posted on 27/9/2008, 20:55
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LusHika { 7-3-08 }

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Phase 22 - Dolore





Sembrava ci fosse un'atmosfera felice in casa Sakurada, quel giorno. Ma per un occhio vigile e attento si poteva percepire una certa tensione e una tristezza indescrivibile.
Ririnkai si appostò sul tetto, pensierosa. Kanaria si trovava a casa del medium di Shinku e si comportava in modo vivace e allegro, sforzandosi di essere felice e di portare gioia. Non importava, ciò che conta era che stesse bene. Diede uno sguardo all'interno e osservò tutti i presenti. Jun, la sorella Nori e tre bambole. Sembrava non mancasse nessuno, eppure mancava la sesta Rozen Maiden, Hinaichigo. Possibile fosse lei la bambola che aveva perso la Roza Mystica la sera prima? Era sicuro, doveva essere proprio lei. Percepiva la presenza di due Roza Mystica all'interno di Shinku, voleva dire che Shinku l'aveva assorbita...ma come era accaduto?Perchè avevano combattuto nonostante Shinku non fosse quel tipo di persona? Qualcosa non quadrava, così decise di fare una visita ufficiale.
Aprì la finestra del balcone e planò nel salone, lasciando di stucco i presenti seduti attorno al tavolo.
-Ririn!- gridò Kanaria, avvicinandosi a lei curiosa. -Cosa ci fai qui?- Ririnkai la fissò, prima di avanzare e sedersi al tavolo dove stavano pranzando tutti assieme.
-Che... che....diavolo ci fai tu qui???- urlò Jun in preda ad una crisi isterica. -non abbiamo bisogno di una nuova bambola, specialmente se si tratta della gemella di quella lì!- continuò, offeso. Ririnkai aspettò che Kana tornasse a sedersi prima di parlare.
-Non sono qui per combattere.- disse, con calma. Tanto non avrebbe manco potuto combatterli senza i suoi poteri.
-E lo spero bene desu- disse Suiseiseki, che l'aveva presa in antipatia dal primo momento in cui l'aveva vista. Ririnkai però fissò Shinku., lanciandola un'occhiata piena di odio. Shinku notò lo sguardo e sospirò.
-Vorrai dire "non sono qui per ucciderti", semmai.- disse la bambola rossa. Ririnkai fece una smorfia.
-Cosa ti fa pensare che sono interessata ad uccidere te?- chiese, squadrandola come se fosse un essere inferiore a lei.
-Non ci vuole molto a capire le tue intenzioni, ottava bambola.- disse Shinku, con sguardo calmo e rilassato -siccome ami Suigintou, odi me. E' un dato di fatto.- continuò. Ririnkai scoppiò a ridere. Voleva tentare una risata da sadica psicopatica ma non ne era il tipo, aveva ancora molto da imparare da sua sorella.
-Vuoi qualcosa da mangiare?- le chiese Nori, cercando di riportare un'atmosfera tranquilla. Le mise il posto, dandole un piatto di Hamburger fiorellosi. Ririnkai lo fissò sconcertata. Era un semplice Hamburger con sopra un uovo e, a parte i broccoli e le altre disgustose verdure accanto, era mangiabile.
-La ringrazio moltissimo, avevo giusto fame.- disse, iniziando educatamente a mangiare. Jun quasi cadeva dalla sedia a quella risposta.
-MA MA CHI TI HA INVITATO??- urlò, ancora più arrabbiato di prima. La bambola azzurra mise in bocca un pezzo di Hambuerger.
-Non si urla a tavola. Complimenti Signorina, è squisito!- disse rivolta a Nori, la quale la pregò di chiamarla per nome, il "signorina" la metteva in imbarazzo.
-No, ma senti, cosa sei venuta a fare qui??- continuò Jun, che si era calmato un pò.
-Controllare.- disse Ririnkai ossevrando i presenti. Sembrava che gli umani non sapessero nulla, in quanto alle bambole, Shinku doveva per forza saperlo perchè aveva assorbito la sua Roza Mystica, ma Kanaria e Suiseiseki?
-Controllare cosa, desu?- chiese Suiseiseki, sospettosa. Ririnkai la fissò. Come poteva chiedere a loro cosa fosse successo? Pensò che la cosa migliore fosse chiedere a Kanaria, per cui posò le posate e si rivolse all'amica.
-Kana. Devo parlarti urgentemente.- disse. Kanaria, stupita annuì, per cui si alzò e seguì Ririnkai nella stanza dello specchio, dove poterono parlare senza essere ascoltati.
-Hinaichigo?! ma allora era proprio lei!- esclamò Ririn, osservando la sorella maggiore. -Pensavamo fossi tu, ci siamo così preoccupate!- disse. Kanaria si commosse per la preoccupazione.
-No, no, io sto bene kashirah! Ho lottato con Shinku per prendere la Roza di Hina ma...ha scelto Shinku, kashirah...- disse, tristemente. Non per la Roza, ma per la perdita di Hina che si faceva davvero sentire.
-Lottato con Shinku? Allora per questo ieri ti trovavi nell'N-Field!- esclamò Ririnkai. -per questo pensavamo fossi tu, perchè Kuroryu ti aveva visto lì mentre veniva da me-
-Si, stavo seguendo di nuovo Holie e ho visto Shinku kashirah. Poi ho scoperto un'altra cosa..- si bloccò e fissò Ririnkai con molta preoccupazione. Ririnkai fissò Kana di rimando.
-Cosa? Parla!- però poi si ricordò anche di un'altra cosa. -ma aspetta...cosa ci faceva Shinku nell'N-Field? E perchè ha ucciso Hina?- Kana sussultò.
-Ecco...era questo kashirah...Shinku cercava solo Hina che era scomparsa...non l'ha uccisa lei, è stata Kirakishou, kashirah!- le disse. Ririnkai la fissò turbata.
-Cosa?! Kira avrebbe ucciso Hina? Ma per quale motivo?- chiese stupita. Perchè la onee-sama avrebbe fatto una cosa del genere?
-In teoria l'ha proprio divorata kashirah...e ha lasciato liberi BerryBell e la Roza di Hina...non erano quelli i suoi obiettiivi kashirah...- raccontò, preoccupata.
-divorata? Forse puntava al suo corpo...probabilmente lei voleva solo un involucro e ha scelto la più debole tra noi sorelle per poterselo procurare- disse Ririnkai, come se la cosa fosse da perdonare. Kanaria lo intuì.
-Sembra quasi che tu stia spiegando le sue azioni kashirah...ha ucciso Hinaichigo! E' pericolosissima kashirah!- disse. Ririnkai scosse la testa e pensò bene di cambiare argomento.
-Chi altri sa della cosa? Chi sa di Kira?-
-Solo io e Shinku kashirah...non l'abbiamo detto a nessuno...- disse Kana, preoccupata che Ririnkai fosse interessata a difendere la settima bambola.
-E come spiegate che Hina è scomparsa?- chiese curiosa.
-Beh...credono sia andata con la ragazza bionda francese kashirah- spiegò Kanaria. Ririnkai si stupì. Kana le aveva già menzionato quella ragazza e aveva detto che era una medium di Hina. Inoltre adesso l'aveva descritta come una ragazza bionda e francese. Tutto sembrava completare il puzzle.
-Odile?!- chiese, anche se sapeva che la risposta era quella. Quasi a confermare, Kanaria annuì, chiedendole come facesse a conoscere il suo nome. Ririnkai scosse il capo, per farle capire che non ne voleva parlare. Ora cercava di mettere a posto ciò che sapeva.
Kira le aveva chiesto di trovare una ragazza francese di nome Odile Fausset, nipote di Corrine Fausset, medium di Hinaichigo nell'era precedente. Non aveva chiesto perchè doveva farlo, l'aveva fatto e basta, tutto per riavere il suo baule, in uno scambio ecquo di favori. Tuttavia fu prima di ritrovare i suoi ricordi, quando credeva che Kira era solo una sorella che se otteneva qualcosa poteva anche aiutare. Se solo avesse ricordato prima che Kira era la sua amata sorella dal quale non si separava mai, non avrebbe avuto bisogno di pensare a farle dei favori per riavere il baule. Lei le avrebbe rivelato comunque dove si trovasse perchè ci teneva molto a Ririnkai.
Quella sera aveva scoperto che una Rozen Maiden era stata privata della Roza Mystica e questa era Hinaichigo. Kirakishou ne aveva divorato il corpo per ottenerne un involucro e aveva lasciato spirito e Roza Mystica a chiunque li volesse, in questo caso Shinku e Kanaria, la quale si sono battute per avere la Roza e alla fine la Roza stessa ha scelto Shinku.
In tutta questa storia, Jun, Nori e Suiseiseki non sapevano della morte di Hinaichigo, anche se Ririnkai si chiedeva come facesse Suiseiseki a non avvertire la presenza di due Roza Mystica in Shinku e come non avesse potuto percepire la Roza che aveva lasciato il corpo la sera prima. Però loro erano convinti che Hinaichigo fosse tornata con la nipote della sua precedente medium, Odile. Kana aveva detto che aveva un anello e che probabilmente avevano stretto un patto in sogno.
La storia era davvero complicata, ma il solo fatto che Hinaichigo è stato un completo bersaglio di Kira, significava che sua sorella stava ideando qualcosa di molto complesso e pericoloso. Ririnkai era un pezzo del puzzle. Aveva rintracciato la medium che doveva convincere tutti che Hinaichigo era andata con lei. Ma ora dove si trovava Odile? A quale scopo Kira aveva sottratto il corpo di Hina?
Dopo il ragionamento, si scambiò un'occhiata con Kana. Sapeva che Kana aveva paura per Kirakishou. Tuttavia trovava difficile spiegarle come mai lei si fidasse di Kira in quel modo. Decise di sorvolare sul problema e salutò Kanaria perchè si era fatto tardi.

Quella sera, Ririnkai avrebbe ripreso gli scavi, sperando che Suigintou non si fosse fatta viva. Sarebbe andata con Kuroryu e chissà perchè era molto agitata ma anche felice. Probabilmente perchè con Kuro aveva più speranze di ritrovarlo. Si era ripromessa di dire subito a Kuro che Kanaria stava bene e di spiegarle di Hinaichigo. Tuttavia non le avrebbe detto di Kirakishou, sapeva che anche lei si sarebbe preoccupata della settima bambola.
Attese al parco trepidante, come da programma, nascosta dietro una panchina.
Sorrise. Usava nascondersi dietro quella panchina ogni volta che Enju se la prendeva con lei. Era sempre Kuro a correrle dietro per cercarla e ormai aveva imparato benissimo dove si nascondeva. Quel luogo le arrecava brutti ricordi ma ormai era libera dalle catene di Enju. Lei era una Rozen Maiden a pieno titolo. Ricordò quella mattina a pranzo, quando Shinku le aveva parlato rivolgendosi a lei con l'appellativo di "ottava bambola". Se anche le sue sorelle la riconoscevano come tale, allora poteva sentirsi pienamente una di loro.
Tuttavia l'orologio segnò le 7 e 20 e di Kuroryu non c'era ancora nessuna traccia. Ririnkai iniziò a diventare nervosa. Era in ritardo di venti minuti, possibile fosse successo qualcosa?
-Nya Nya eccoti qua!- cantilenò un voce dietro di lei. Ririn si voltò di scatto e si trovò di fronte la bambola combina guai per l'eccellenza, Tsukineko.
-oh...sei tu. Ciao, Tsuki.- disse delusa. Tsuki le si avvicinò.
-Se cerchi Kuroryu, non verrà, nya. Nostro Padre ha scoperto tutto di voi due..- a quella frase Ririnkai sussultò e fissò Tsuki con rabbia e sorpresa -...ma è stata Yami a dirgli tutto, l'ha seguita ieri e ha visto che andava a casa del tuo medium...nya- continuò. -Tuttavia l'ha punita, nya.- concluse. Ririnkai si alzò e portò le mani davanti alla bocca, allibita.
-pu...punita?- disse, con un fil di voce. Tsuki annuì.
-Nulla che le possa far male...forse, nya.- disse, saltando sull'albero accanto alla panchina. -...solo che non potrete vedervi mai più, nya.-
Come un vetro che si infrange, lo stesso accadde al cuore della piccola bambola azzurra, che si accasciò al suolo come in trans. "Non potete vedervi mai più"...non avrebbe mai immaginato di sentire una frase del genere. Non avrebbe più potuto vedere Kuro? Cosa sarebbe successo? Come sarebbe stata la sua vita senza la sua migliore amica? E come sarebbe stata la vita per Kuro stessa?
Tsuki salutò soddisfatta, sparendo nella notte. I lampioni erano ormai l'unica fonte di luce, siccome la notte era completamente calata e non c'era la luna. Una meravigliosa notte tetra senza più luci, come il cuore di Ririnkai.
Arrivò verso il letto, barcollando, si issò e si sdraiò. Come era arrivata da sola a casa, dal parco, era un mistero. Non ricordava più nulla se non continuamente quella frase detta da Tsukineko. I suoi occhi erano umidi, stava piangendo. Non le interessava più nemmeno il baule...perchè si sentiva così?
Yukito, che stava ancora lavorando al suo progetto, vide tornare la sua bambolina in silenzio e non indagò oltre. Notò solo la sua tristezza e come fosse abbattuta. Decise di uscire, sebbene fosse tardi.
Prese la macchina e la mise in moto. Per la sua splendida torta serviva un ingrediente speciale che si trovava solo in negozi specializzati. Sapeva dove doveva andare ma per arrivarci doveva percorrere in auto un lunghissimo tragitto, partendo a quell'ora sarebbe arrivato il giorno dopo. Tuttavia voleva farlo. L'indomani doveva preparare la sua splendida torta e avrebbe così festeggiato il giorno in cui, l'anno prima, aveva incontrato Ririnkai per la prima volta. Proprio tra due giorni. E per dopodomani doveva essere pronta quella torta.
Spinse l'accelleratore, con la testa piena di pensieri e emozioni. Era da tanto che lavorava a quella torta e finalmente mancava poco. In un anno era successo di tutto. Aveva incontrato Ririnkai, aveva imparato che l'amicizia non era solo una cosa superflua e si era avvicinato ai desideri della sorella minore, che prima trattava con più freddezza. Era cambiato, ed era stato grazie a lei. Ed ora doveva ringraziarla.
Sentiva il cuore battere all'impazzata, come quella notte di Natale sotto la neve. Le avrebbe fatto una splendida sorpresa, le avrebbe dato la torta e le avrebbe dichiarato il suo amore.
Il suo cuore batteva velocemente, era preoccupato e ansioso, sapeva che si sarebbe dichiarato ad una bambola ma non importava. Non importava, lui voleva farlo. Fu questo che pensò, mentre a tutta velocità correva nella notte, prima di riprendere coscenza di sé e di notare il camion che gli sembrò sbucare dal nulla, nel cui andò a sbattere con un impatto così potente da alzare la macchina, mentre le fiamme divamparono violente.

 
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Lushia
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Phase 23 - Sonno Eterno





La notizia dell'incidente volò a velocità record, tanto che alle 23, Sakura si trovò in ospedale assieme alla loro badante, la quale parlava col dottore, con aria preoccupata.
Sakura e Ririnkai si trovavano in sala attesa, Ririnkai fingeva d'essere una bambola normale e si trovava tra le braccia della bambina in lacrime.
-Yukito...- sussurrava disperata la piccolina. Era triste e si asciugava continuamente le lacrime con la manica del vestitino. Ririnkai invece non sisforzò nemmeno di fare la bambola, era persa nei suoi pensieri, spenta e vuota. Davanti a lei scorrevano immagini e ricordi, mentre passavano poveri malati e gravi umani su barelle. C'era gente che misurava la sala a grandi passi, persone che piangevano tra di loro, mariti preoccupati per le mogli partorienti e bambini che giocavano ignari di ciò che accadeva attorno a loro. La bambola azzurra osservava il via vai di gente senza soffermarsi su. Sentiva un grande freddo all'altezza del petto, il mondo sembrava crollarle addosso. Forse il suo era un cupo destino? Per quale motivo tutti i suoi medium morivano sempre di morte tragica? Era a causa sua? Era la maledizione di accettarla come bambola che segnava il destino di quei poveri umani che stringevano un patto con lei?
Pianse, lacrime amare.
Dopo un pò di tempo passato ad attendere, Sakura si assopì sul divanetto e Ririnkai si allontanò, senza dare nell'occhio. Trovò la stanza di Yukito, la camera 138, si era impressa il numero mentre sentiva parlare la badante con il dottore.
Sgattaiolò dentro e vide la figura addormentata del suo medium, con la testa fasciata e fili attaccati a macchinari, con la mascherina sul volto.
-...E' colpa mia vero? E' come sempre colpa mia.- disse la bambola, osservandolo. Aveva perso Kuro e adesso stava per perdere anche Yukito. L'Alice Game era iniziato, Kira vi avrebbe partecipato, così come le sue altre sorelle. Non aveva il suo baule, i suoi poteri, aveva fatto una brutta figura scoppiando a piangere davanti a Suigintou e non poteva affidarsi a Kana la quale era più fragile e infantile di lei. Era una povera bambola sola al mondo e non c'era più luce nel suo mondo.
Si trascinò a casa sua, quasi seguendo l'istinto. Arrivò di fronte la porta che apriva alla camera di Yukito. Mise una mano sulla maniglia e la spinse, entrando quatta quatta. La stanza profumava di gelsomino, un odore che le ricordava Yukito. Vide un quaderno aperto sulla scrivania e vi si avvicinò, riconoscendo l'album degli schizzi. Posò la mano tremante sull'album e lo prese, sfogliandolo. Rimase stupita nel vedere dei suoi ritratti. A parte l'ultima pagina dov'era rappresentata una maestosa torta, nelle altre vi era la figura di Ririnkai in varie pose e con splendidi abiti e ornamenti. Si sedette sul letto ad ammirarli, scoppiando a piangere per il dolore.
-Yukito...tu...- passò il dito su quei disegni splendidi. "Tu mi ami?" si chiese nei pensieri. Se fosse stato così, allora sarebbe stato meglio per lui morire. Scosse il capo, non voleva minimamente pensarci. Poteva superare quell'amore innamorandosi di una bella umana che gli avrebbe dato la felicità che meritava, non era necessario morire per non soffrire. Ririnkai pensava al suo dolore, al suo amore non corrisposto e a come sarebbe stato facile morire per dare la sua Roza Mystica a Suigintou, così facendo non avrebbe sofferto mai più.
Ma se Yukito l'amava, cosa poteva fare? Ma perchè pensarci, dopotutto? Ora non poteva fare altro che pensare al suo stato. Era colpa sua se era in quelle condizioni, era colpa sua se Kuro stava subendo, in quel preciso istante, punizioni durissime. Ed era colpa sua se Suigintou si sentiva male al solo guardarla o al solo sapere di avere una gemella, un essere così simile a lei. Lei, proprio lei che si crede l'unica e la sola.
-E' perchè esisto...- si disse, nuovamente. Posò l'album sulla scrivania e spalancò l'armadio del ragazzo, trovando subito ciò che cercava. Una valigia blu notte che Yukito usava quando partivano per andare a trascorrere le festività nelle varie residenze degli Ishikawa.
La estrasse ed entrò di corsa in camera sua, trascinandola. Prese la borsetta che Yukito le regalò a Natale e si fermò davanti l'enorme specchio. Era pronta a quel momento, lo era sempre stata. Sapeva anche dove voleva andare e come finire tutto in fretta. Per fortuna nessuno sapeva nulla di ciò che lei aveva programmato se le cose sarebbero precipitate in quel modo.
Lo specchio si illuminò e la bambolina azzurra lo varcò.

Quando ne uscì, si trovava in una casa antica e ormai disabitata. La conosceva, aveva abitato lì per molto tempo con la sua precedente medium.
La casa si trovava nella periferia di un villaggio freddo situato al nord del Canada, tra la neve e i ghiacci. Era l'ultimo dei tanti villaggi rurali, oltre era impossibile costruirne per via delle rigide condizioni. Eppure, a pochi passi, c'era il luogo che Ririnkai amava più d'ogni altro: l'Alaska.
Scese le scale malridotte e osservò il dipinto rovinato nel soggiorno, sopra ad un antico mobile in legno. Ritraeva una splendida donna con i capelli albini lunghi e legati in uno chignon posto sul capo, aveva inoltre degli occhi di un limpido azzurro e indossava un vestito lungo con una pelliccia. La donna non era affatto anziana, poteva avere non più di quarant'anni.
Ririnkai la fissò, nostalgica. Non si era mai sposata, non aveva mai avuto figli. Amava viaggiare e scriveva delle splendide poesie. La sua morte fu un tragico squarcio nell'anima della piccola Ririnkai.
-..Diana..- sussurrò. Non riusciva a staccare gli occhi da quel quadro, come se Diana potesse apparire da un momento all'altro, sorridendo, citando qualche massima o raccontando una leggenda appresa da antiche tribù.
Quando calava il sole, la portava sulle sue gambe e le raccontava sempre cose fantastiche viste nei suoi viaggi. La sua saggezza le davano le sembianze della vecchia nonna saggia del villaggio, tuttavia lei era più giovane. Era solo l'anima di una donna con tanti sogni a parlare. Tanti sogni che andarono in frantumi, quando si ammalò all'improvviso di una malattia di cui la bambola non sapeva il nome. Restava sempre a fissare il vuoto, come se la sua anima l'avesse abbandonata. Non rideva più, non parlava più, si muoveva solo su una carrozzella e la badante l'aiutava a mangiare e a fare i bisogni. Era come diventata un vegetale. Non sapevano come guarirla e anche se correva l'anno 1967, non c'erano automobili nel villaggio, né nei villaggi vicini, per permetterle di spostarsi in un ospedale. Erano soli e isolati dal mondo. E dopo tre mesi che si era ammalata, il suo cuore cessò di battere e Ririnkai si addormentò con lei.
Uscì dai suoi ricordi e dalla casa, dirigendosi a nord, oltre le lande di ghiaccio, diretta in un luogo lontano e sconosciuto che solo la sua memoria poteva ricordare di aver visto. Un'antica costruzione sopra una caverna di ghiacci, una torre senza nome. Nessuno sapeva com'era stata costruita nè a quale scopo, tuttavia a Ririnkai non interessava. Sarebbe servita almeno al suo di scopo.
Vagò nel freddo gelido e nella bufera per molte ore e molti giorni. Aveva perso il conto di quanto tempo era stata lontana. Se fosse stata una sua sorella, si sarebbe già scaricata. Non potevano allontanarsi troppo dal loro medium. Tuttavia Ririnkai era speciale, così come Kirakishou. Kira era perennemente sveglia e sottraeva energia dai medium ovunque si trovasse. Ririnkai aveva la facoltà di raccogliere l'energia degli esseri viventi e della natura attorno a lei tramite le sue ali. Non avrebbe nemmeno bisogno di un medium, tuttavia le serve per essere caricata, così, alla fine, si arriva sempre con lo stringere il patto.
Dopo molti giorni di cammino nel vento artico, la bambola, che non soffriva il freddo perchè si sentiva parte di esso, arrivò all'antica costruzione.
-Bene...ero sicura di ricordare la strada...- disse al vento, prima di rimettersi in marcia, verso la costruzione.
Si trattava di un'altissima torre di ghiaccio le cui fondamenta ad arco sembravano il soffitto di una caverna. Stalattiti e stalagmiti regnavano sovrane in quel luogo, l'interno scolpito rivelava come quel luogo fosse opera dell'uomo, e non della natura. Più avanzava, più si trovava davanto un paesaggio diverso. Al centro della grotta vi erano delle scale e lì si diresse, salendo i gradini ghiacciati fino a sbucare in un corridoio. Scopita nel ghiaccio ma assomigliante ad un palazzo reale antico anche se spoglio, quella costruzione dormiva tra i venti gelidi chissà da quanti anni.
Ririnkai si avviò verso la camera centrale, una stanza di ghiacci e con un pavimento di neve, vuota ed enorme. La bambola posò la valigia e la aprì, sospirando. Avrebbe voluto avere il suo baule, ma ormai qualsiasi cosa andava bene. Fuori la tempesta incalzava, per fortuna all'interno il suono era ovattato e il freddo era minore, anche se a Ririnkai questo non importava.
Si infilò nella valigia e, dopo aver dato un piccolo sguardo al luogo, chiuse la lampo dall'interno. Era tutto nero e buio, i suoni esterni erano ancora più tenui. Sentiva solo il suo respiro che scoppiettava a contatto con la temperatura esterna. Si ricordò del tepore del suo baule e chiuse gli occhi, assopendosi, sicura che nessuno l'avrebbe più trovata...
Purtroppo, una Rozen Maiden rimane tale. La speranza fu, ovviamente, vana.
 
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Phase 24 - Medium





Nero, solo e profondo nero. Era tutto ciò che era presente nel suo sogno. Si rifiutava di essere sveglia e adesso si rifiuta di sognare. Era disperata, depressa, con manie suicide. Un rottame, un essere inferiore, inutile. Perchè suo Padre l'aveva creata? A quale scopo?
Sarebbe voluta restare in quell'oblio oscuro abbracciata per sempre al suo destino, eppure così non fu.

La piccola Sakura, una bambina con i capelli castani tagliati a caschetto, stava seduta sul bordo del suo lettino, agitando nervosamente i piedi. Dopo ciò che era successo a suo fratello Yukito, era rimasta talmente sconvolta da essere così egoista da pensare solo a se stessa. Eppure non era l'unica a soffrire, fu ciò che capì quando la piccola Ririnkai era scomparsa. Non era a casa sua, non era a casa di Kanaria, sembrava dissolta nel nulla. Aveva pregato Kana, impegnata tra l'altro con le ronde alla ricerca della settima bambola, di aiutarla a ritrovarla. Ma anche se non glielo diceva Kana l'avrebbe aiutata comunque, dopotutto era molto affezzionata a Ririnkai.
Si trovava proprio lì in attesa di ricevere notizie da Kanaria. Era triste e alquanto confusa. Non capiva come mai le stavano succedendo così tante cose strane una dietro l'altra, eppure era usolo una bambina delle elementari...
Lo specchio si illuminò quanto prima, rivelando la figura di Kanaria tutta trasandata, che appena mise piede nella stanza pensò bene di aggiustarsi il fermaglio merlettato e di assumere una posizione composta.
-KANA!- urlò Sakura, alzandosi dal letto con un salto, arrivando di fronte la bambolina gialla.
Kana la fissò, con un sorrisino che fece brillare gli occhi della bambina.
-Trovata? TROVATA???- urlò portando le sue mani sulle spalle della seconda bambola. Kana anniì e Sakura sorrise più di quanto avesse mai fatto nell'ultima settimana.
-Un coniglio mi ha mostrato la strada, kashirah.- disse Kanaria, con fare da saputella. Sakura la guardò strana e allo stesso tempo incuriosita.
-Coniglio?- ripeté, pensando al coniglio di Alice nel Paese delle Meraviglie. Kana sghignazzò e non aggiunse altro.
-Vuoi venire con me a prenderla?- chiese, osservando la bambina che gia aveva afferrato la sua borsetta ed era pronta per partire. -Ehm, no. Devi metterti qualcosa addosso che fa freddo kashirah!- aggiunse.
-Freddo? Non trovo faccia così freddo...- disse Sakura, osservando Kana con sguardo interrogativo.
Dopo essersi infilata un giubbotto pesante, attraversò lo specchio con Kana e la seguì spaventata. Non era mai stata in un luogo del genere, così strano e così buio. all'inizio era tutto nero, poi vide tante scene passare accanto a lei, scene quotidiana della vita di altre persone. Poi si ritrovò a correre un su un prato fiorito e poi ancora su un ponte esteso sopra un burrone dove sotto scorreva lava bollente. Erano mondi fantastici? E tutto questo all'interno di uno specchio! Per Sakura era magnifico, aveva sempre creduto nelle fiabe e nei luoghi dove avvenivano fantastici combattimenti tra cavalieri e draghi.
Quando trovò una luce immensa in cui Kanaria disse di entrare, si ritrovò d'un tratto in un enorme salone. Era uscita da un muro di ghiaccio adesso brillante di luce, probabilmente collegato con il mondo di poco fa.
-Ririnkai è qui, kashirah, seguimi!- le disse Kanaria, avviandosi lungo quel corridoio strano. Sembrava un palazzo antico di ghiaccio. Quale antica popolazione di eschimesi potevano vivere in un luogo del genere? Si domandò perchè era deserto, eppure gli umani avrebbero dovuto sequestrarlo come bene archeologico o qualcosa di simile. Poi un'idea le si affacciò nella mente. Possibile che quel luogo fosse tutt'ora sconosciuto? Si trovava in un posto probabilmente disabitato da millenni ed era la prima umana a varcare quelle mure, anzi, quei ghiacci, dopo così tanto tempo. Era entusiasmata e non vedeva l'ora di dirlo a Yukito, assieme alla notizia che Ririnkai era viva e stava bene. Ma dopotutto le bambole non potevano morire, no?
Persa nei suoi pensieri si accorse di vedere qualcosa di anomalo. In mezzo ad una enorme sala c'era la valigia di suo fratello. Come poteva essere lì? Forse era un miraggio, ma mentre lo pensava Kana si era avvicinata alla valigia.
-Aiutami a portarla a casa!- disse, osservando preoccupata la valigia. Sakura capì, lì dentro ci doveva per forza essere Ririnkai addormentata, la dimensione combaciava.
Mentre trascinavano quella valigia percorrendo a ritroso la strada verso casa, Sakura notò una figura buffa. Un uomo, o almeno los embrava per la grandezza, con il viso da coniglio. Pensò ad una maschera di carnevale e poi si ricordò che Kana le aveva detto che era stato un coniglio ad indicarle la strada verso Ririn. Notò che le stava seguendo, forse per accetarsi che fossero arrivate a casa sane e salve?
Appena prima di varcare la soglia che le aveva portare nel mondo dello specchio, notò che il coniglio era sparito. Alzò le spalle e varcarono la luce.

Aprì gli occhi, costretta a svegliarsi dalle preghiere delle due che la stavano scrollando. Le notò. Sakura, la sorella del suo medium e Kanaria, sua sorella maggiore.
-RIRINKAI!- urlò Kanaria, abbracciandola, stessa cosa fece Sakura, in lacrime e felice.
La bambola azzurra le osservò con sguardo serio e severo. Perchè l'avevano svegliata? Come avevano fatto a trovarla? Si era appena addormentata e adesso si era subito svegliata. O forse no. Senza sogni, poteva essersi addormentata cento anni fa ma sembrava sempre che fosse stato due secondi fa. Però Sakura era la stessa, per lei non erano passati più di due giorni.
-Perchè...- disse, nonostante avesse poca voglia di parlare. Kanaria scoppiò quasi a piangere.
-Ti abbiamo cercata ovunque, eravamo così tristi kashirah...- disse, osservandola con uno sguardo malinconico. Sakura si limitò ad annuire col capo.
-e non pensate a cosa provavo io?- aggiunse Ririnkai, osservando il soffitto. Si trovava stesa sul suo letto e Kana e Sakura erano sedute accanto a lei.
-Non è il modo migliore di risolvere le cose!- disse Sakura, rimproverandola. -Anche Yukito te lo dirà, anzi, andiamo subito da lui!- disse, scendendo dal letto. Ririnkai la guardò senza capire.
-Già, era preoccupatissimo kashirah!- esclamò Kanaria, tirando Ririn per un braccio, costringendola ad alzarsi a sedere. Yukito...preoccupato per lei? Significa che stava bene?
-come...come sta?- chiese, nel modo più delicato possibile. Sakura la guardò, sorridendo.
-Oh, sta molto bene, è fuori pericolo!- disse.

Quando lo vide, seduto sul letto giocando con il Nintendo DS per passare il tempo, fu come se un lampo avesse illuminato il suo cielo.
Sakura entrò nella stanza e la richiuse, aprendo la valigia che si era portata appresso e facendone uscire fuori la bambolina azzurra, che si avvicinò lentamente al letto d'ospedale dove si trovava ora. Yukito la fissò, con forse tanta felicità da essere quasi imbarazzato. Posò la console e tese la mano sinistra verso Ririnkai, la quale si avvicinò quel tanto che basta per essere sfiorata.
Yukito la osservò, accarezzandole il viso. Era una sensazione immensamente bella. La sua splendida bambola stava bene. Quei giorni passati a pregare che stesse bene, la persona che più contava per lui.Tremò, era così bella, come sempre. Voleva stringerla a sé ma si trattenne.
Ririnkai lo osservò, mentre sentiva la sua mano sfiorarle la guancia. Era felice che non fosse morto, qualcosa di emozionante la pervase. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stata così felice, ma tutto perchè era sicura che l'avrebbe perso, a causa sua. Come tutti, anche lui sarebbe morto solo perchè era il suo medium.
Era troppo felice e nonostante volesse nascondere un profondo dolore, cercò di pensare solo a lui, in quell'istante, quando balzò in braccio e lo abbracciò. Yukito la strinse. Era calda e morbida. Era la sua bambola, la sua splendida Ririnkai. La persona che amava.
Ririnkai nascose il viso imbarazzato nel pigiama di Yukito. Era il suo medium, nulla di più. Però, un medium così caro e dolce, un medium innamorato, un medium che, per fortuna, era ancora vivo. Però lui era Yukito e l'avrebbe ricordato per sempre.
 
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Lushia
view post Posted on 27/9/2008, 21:09




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Phase 25 - La bella addormentata





La lieve brezza pomeridiana contribuì a cullare il ragazzo dai capelli corvini, che si addormentò quasi subito, seguendo a ruota la sorellina Sakura, addormentatasi una decina di minuti prima mentre gli leggeva una storiella di un libro di favole che aveva portato in ospedale pensando facesse piacere, al fratello, che gli raccontasse le fiabe come lui faceva con lei quando era malata.
La piccola era seduta su una sedia, chinata sopra il libro che si trovava sul letto del ragazzo. Yukito si trovava seduto ma appoggiato a due cuscini, per cui non si trovava in una posizione fastidiosa per il sonno.
Ririnkai era seduta sul davanzale, scrutando il cielo ancora azzurro e il sole che tra qualche ora sarebbe andato a dormire, anche lui.
Da qualche parte, nelle vicinanze, doveva trovarsi Suigintou, accanto alla sua medium. Si trovavano nella stessa situazione, dopotutto. Anche il medium di Ririnkai era steso su quel letto d'ospedale, forse non dalla nascita come Megu, eppure ora erano li e Yukito aveva sfiorato la morte.
Alcuni passi risuonarono rumorosi nel corridoio, qualcuno stava per entrare. La bambola volò subito sopra al letto ai piedo di Yukito, seduta come una normale bambola, quella che Sakura portava sempre con sé quando andava a trovare Yukito. Dovevano fare così, Ririnkai non poteva entrare dalla finestra, volando, o la sorella avrebbe potuto accorgersi di lei, e ciò che non voleva era proprio che Suigintou sapesse dello stato del suo medium.
Due infermiere vestite con un camice bianco e rosa, entrarono nella stanza, per controllare che sia tutto a posto. La prima, una donna non molto giovane, osservò la bambina e sorrise, mettendole sulle spalle una coperta per non farle prendere freddo, dopotutto erano ancora in pieno inverno.
L'altra donna, una bella ragazza dai capelli rossicci, chiuse la finestra che si trovava semi aperta per far cambiare l'aria. Si avvicinò sospettosa al letto e osservò il flacone delle medicine. Per fortuna Yukito era un bravo paziente. Mentre stava per andarsene, si fermò davanti a Ririnkai che si comportava come una semplice bambola, tentando di non batter ciglio.
-E' inquietante, non trovi?- chiese a bassa voce l'infermiera più anziana, che stava sistemando dei fiori sul comodino. "Inquietante sarai tu.." pensò Ririnkai, offesa.
-Ma no! Perchè mai?- chiese la ragazza, che guardava la bambola con ammirazione.
-Ma dai, sembra che ti stia fissando! Fa paura!- rispose la donna, preoccupata, fissando la bambola con un brivido. "Devo tenere gli occhi fermi, è ovvio che sembra che ti stia fissando!" pensò nuovamente la bambolina.
-Oh dai, ha gli occhi di qualsiasi altra bambola, allora dovresti aver paura di tutte?- disse sorridendo, sfiorando i morbidi capelli argentei. "Se ha paura di tutte, figuriamoci se si ritrovasse una Rozen Maiden a casa.." pensò Ririnkai.
-Infatti non sopporto le bambole. Le detesto!- esclamò la donna. "...Se ti fosse capitata Suigintou, saresti andata al manicomio." Ririnkai cercò di non ridere. -Da piccola decapitavo sempre le mie e le appendevo ai mobili!- aggiunse, sconvolta. "ommioddio, una pazza assassina, staresti bene con Suigintou, allora!" chissà come si tratteneva dallo scoppiare a ridere.
-Ma guarda che abitino carino!! Così assolutamente Kawaii!- disse allegra la ragazza. "Questa tipa mi ricorda Micchan, ma è simpatica."
-Ma se è orribile! Ma dico io, come le vestono ste cose? Abitini pucciosi, abiti da sposa, mai dei jeans o una tuta.- disse la donna, avviandosi verso l'uscita, mentre l'altra infermiera la seguiva sospirando. "Stai messa bene, cara mia...ma dico io, UNA BAMBOLA DI PORCELLANA IN JEANS O IN TUTA???" la bambola azzurra ringraziò il cielo per averla fatta rimanere seria fino a quando le infermiere non fossero uscire dalla porta, poi scoppiò in una sonora risata, soffocata dal piumone del letto dove si era gettata per evitare che sentissero ridere fino a fuori.
Sollevò il capo. Sia Sakura che Yukito erano profondamente addormentati, forse per via della stanchezza. Si alzò dal letto e saltò verso il davanzale, spalancando la finestra. Sapeva che avrebbe corso il rischio di essere vista da Suigintou, ma non ne poteva più di stare lì senza far nulla, per cui spiccò il volo e curiosò nelle camere di altri pazienti ricoverati, con la dovuta indiscrezione.
Qualche piano in su, in una stanza con la finestra spalancata, c'era una ragazza dai capelli castani che abbracciava un ragazzo non molto carino ma che aveva sul viso una dolce espressione. Forse erano innamorati. Alcune parole d'amore, infatti, vennero pronunciate dai due ragazzi mentre si stringevano le mani, felici di essere ancora insieme a vivere quei momenti.
-...ti giuro, se non ti fossi salvata io...io...ti avrei seguita.- disse il ragazzo, con uno sguardo tristissimo, mantenendo le mani dell'amata.
-No, ti prego Kimihiro, non dire così! Se fossi morta avrei voluto che tu trovassi un'altra persona che ti avesse reso felice!- disse la giovane. Era un pò in sovrappeso, però non si notava poi molto. Aveva un bel viso, delicato e sorridente. Non importa che non fosse bella, quell'amore, certi pensieri e certe parole la rendevano più bella di qualsiasi fotomodella. Quella frase li fece abbracciare dalla gioia, dopodichè si baciarono, così Ririnkai preferì togliere il disturbo.
Volando lungo la facciata est, sentì quella frase rimbombarle nella mente. La ragazza avrebbe vegliato su di lui dopo la morte, e avrebbe voluto che lui trovasse la felicità. Come poteva desiderare una cosa del genere? Non era gelosa? Ma, se fosse morta, non ci sarebbe stato motivo d'essere gelosa. Forse quello significava pensare prima alla persona amata e poi a se stessi.
Si fermò ad un'altra finestra, dove vide un uomo anziano addormentato. Non c'era nessuno con lui, forse non aveva parenti oppure era stato appena ricoverato e i parenti venivano da lontano. Così solo faceva pena e tenerezza....forse sarebbe morto e i nipoti non avrebbero potuto dargli l'ultimo saluto...
Tornò a svolazzare, pensierosa. Per le bambole la morte non esisteva, potevano solo vivere finchè non si distruggeva il loro corpo. Era forse una condanna?
Volando, notò un'altra stanza, ma non era intenzionata a fermarsi, se non che non fu attirata dall'idea di aver visto di sfuggita qualcosa di inconcepibile. Tornò sui suoi passi, atterrando sul davanzale di quella finestra. E la vide con certezza, mettendola a fuoco. Una fanciulla bionda e dalla carnagione chiara, che dormiva. Se non aveva una sorella gemella o una sosia, quella ragazza doveva essere proprio Odile Fausset, la ragazza francese che aveva trovato per Kira. Dopotutto aveva scoperto che era tornata a prendere Hinaichigo...ma Hina era stata sconfitta, dopotutto. Al dito, inoltre, aveva un anello della rosa. Lo osservò con curiosità. Di chi mai poteva essere? Eppure, se Hina era stata sconfitta, l'anello sarebbe dovuto andare in pezzi.
C'era qualcosa di anomalo in quella situazione, per cui decise di cercare spiegazioni. Aprì l'N-Field sullo specchio sopra al lavandino di quella camera e ci si infilò.
Appena superato l'immenso bianco denominato "bianco di 9 secondi fa", finì...addosso a qualcuno, come al solito. Ormai era un dato di fatto che gli N-Field fossero affollati, ed era anche noto che Ririnkai doveva per forza finire addosso a qualcuno.
Si rialzò massaggiandosi la testolina, notando la persona con cui si era scontrata. Era convinta che fosse stata Kanaria, come al solito. L'altra certezza, dopotutto, era che il "qualcuno" su cui finiva addosso era sempre Kana. Tuttavia quella non era Kanaria e la sua figura fece rabbrividire Ririnkai.
La bambolina con i codini si alzò, sistemandosi il vestito rosso e blaterando qualcosa sulle buone maniere e sul chiedere scusa, che Ririnkai evitava di sentire siccome era troppo impegnata a pensare come staccarle la testa e farlo sembrare un incidente.
-Allora? Cosa ci fai qui?- chiese Shinku, osservandola curiosa. Ririnkai, suo malgrado, dovette ricomporsi e risponderle, siccome non aveva tempo da perdere con lei.
-Cercavo qualcuno...tu che ci fai?- chiese, giusto per dire qualcosa. In verità non le fregava nulla di cosa facesse.
-Cercavo la settima bambola.- rispose Shinku, preoccupata. Ririnkai spalancò gli occhi. Sapevano di Kira? -tu l'hai mai vista? E' tutta bianca e una rosa sboccia nell'orbita vuota dell'occhio destro.- aggiunse. Ririnkai si spaventò ulteriormente, non solo sapeva di lei, ma l'aveva anche vista!
-ehm...no...non sapevo ci fosse...insomma, fosse sveglia..- disse, cercando di far finta di nulla.
-Capisco, tuttavia, dopo la tua apparizione, era ormai scontato che la settima si facesse viva.- aggiunse. Ririn la osservò con sguardo interrogativo -Mancava solo lei, e ha fatto la sua comparsa. Ora tutte e 8 le Rozen Maiden sono sveglie, il vero Alice Game è già iniziato, portandosi via già due delle nostre sorelle.- concluse, osservando lo sguardo di Ririnkai. Ma lei non si tradì, era una brava attrice, sapeva fare bene la parte dell'ingenua.
-E infatti una è proprio in te, Shinku.- disse, riferendosi alla Roza Mystica di Hinaichigo.
-Sei brava e attenta, hai percepito la presenza di due Roza Mystica dentro di me. Si, infatti l'altra è Hinaichigo.- disse, confessandolo. -E' stata uccisa dalla settima bambola.- Ririnkai già lo sapeva. Kira aveva bisogno di un corpo e aveva preso quello di Hina.
-Capisco, quindi Kira...- non continuò la frase. Rimuginava sul piano di Kira.
-...Kira? Chi è Kira?- chiese Shinku, perplessa. Ririnkai la fissò stralunata. Non aveva capito che parlava di Kirakishou? Oppure non sapeva il nome della settima bambola? Non poteva tradirsi.
-E'...la mia medium. Stavo pensando a lei perchè sta un pò male, scusa se ho interrotto la discussione...- disse, fingendosi imbarazzata. Shinku sorrise lievemente.
-Non ti preoccupare. Mi spiace per la tua medium....- disse -tuttavia sta attenta alla Rosa Bianca, è davvero pericolosa.- aggiunse. Ririn si accigliò.
-Rosa Bianca?- chiese.
-Si, la settima bambola. Siccome non ne conosciamo il nome, la chiamiamo così. Mi raccomando.- disse Shinku. Ririnkai intuì che quindi stava per fare una sciocchezza nel chiamare Kirakishou. Per fortuna se n'era uscita con una scusa del genere e Shinku non aveva capito che Ririnkai conosceva la settima bambola. -Se dovessi vederla non affrontarla, chiamaci.- Shinku non mutò la sua espressione seria ma tranquilla. Anche conoscendo l'odio che Ririnkai provava verso di lei.
Ririnkai sospirò, stava per andarsene ma Shinku la chiamò.
-Un'ultima cosa.- disse. Ririnkai la fissò, attendendo. -sta attenta alla tua medium. Quella bambola imprigiona le volontà degli umani, lo ha fatto con il medium di Souseiseki e con la medium di Hinaichigo.- concluse Shinku, andando via. Ririnkai cercò di focalizzare ciò che le era appena stato detto. Il medium di Souseiseki e di Hinaichigo erano stati imprigionati? Ma il medium di Hinaichigo era Jun. Ah, certo, c'era Odile. Lei era stata imprigionata? Come? E perchè Kira avrebbe fatto una cosa del genere?
Era talmente disperata dal volere subito una risposta, eppure non riusciva a trovare Kira. Nonostasse stesse vagando nell'N-Field ormai da un tempo indefinito, incontrava solo scie di ragnatele fatte di rovi. Possibile che fossero opera di Kira? Che cosa diavolo stava architettando?
Decise di smettere con le ricerche e uscì dall'N-Field, attraversando il bianco e poi lo specchio, atterrando sul lavandino.
-Accidenti, sono troppo nervosa...- disse, fissando il suolo, preoccupata e pensierosa.
-....e tu che ci fai qui?- chiese una voce, alla sua sinistra. La bambola azzurra si voltò di scatto. Notò la ragazza assopita nel letto, aveva i capelli corvini. Non era di certo Odile. Il suo sguardo si posò però sulla figura appollaiata per terra ai piedi del letto. Era Suigintou, che la fissava esterreffatta.
-Suigintou! Come ci sono finita nella camera di Megu-chan?- chiese, osservandosi in giro come disorientata. Suigintou si accigliò.
-...Megu-chan? Da quando chiami la mia medium con tanta confidenza?- chiese, adirata. Ririnkai, alla parola "medium", si voltò verso la sorella.
-Ma che dici? Megu non è la tua medium, non le hai dato l'anello...- disse, osservando la gemella, la quale fece una smorfia. -...hai fatto il patto?- chiese, scioccata.
-E anche se fosse?- rispose Suigintou, scocciata. Ririnkai scese dal lavandino e si avvicinò alla sorella.
-Come? Com'è possibile? Quando è accaduto?- chiese, preoccupata. Megu rischiava di morire, così. Suigintou, invece, parve molto infastidita, e si alzò.
-Non sono cose che ti riguardano.- disse, con una certa voglia di concludere quella discussione, ma Ririnkai insistè.
-Ma perchè hai cambiato idea?- chiese, osservando la gemella. Suigintou, che si era rotta le scatole, le rispose pienamente per farla star zitta.
-Perchè la mia settima sorellina è comparsa all'improvviso e mi ha offerto la sua Roza Mystica in cambio della mia medium. Ora sei soddisfatta?- chiese, ironicamente.
 
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view post Posted on 27/9/2008, 21:10
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LusHika { 7-3-08 }

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Phase 26 - Gelosia





Ririnkai fissò Suigintou sconvolta. Kirakishou era comparsa da Suigintou e le aveva promesso la Roza Mystica in cambio di Megu...voleva farle fare la fine degli altri medium?
-Quando...quando hai visto Kira?- chiese, incerta sulla domanda da fare.
-Oh quindi la conosci anche tu?- chiese con il solito accento ironico. Poi, parve rifletterci qualche secondo. -...apparve dallo specchio la stessa sera che scappasti via piangendo come una mocciosa.- disse, apostrofando quel "mocciosa". Ririnkai si illuminò.
-La sera in cui una Roza Mystica è stata rilasciata!- esclamò, ricordando che Kirakishou assorbì il corpo di Hinaichigo, lasciando la sua Roza che venne presa da Shinku.
-oh, l'hai percepita anche tu. Non sei così JUNK come credevo, allora.- esclamò Suigintou ridacchiando. Ririnkai scosse il capo.
-Che vuol dire che ti ha offerto la sua Roza Mystica?- chiese, preoccupata e incerta sul significato di quella situazione. Suigintou si stava scocciando, ma rispose.
-Mi ha offerto la sua Roza e quella di tutte le altre in cambio della mia medium, siccome a lei non servono... o almeno così dice- spiegò Suigintou. Poi osservò Ririnkai che era sconcertata e ridacchiò -certo che il suo modo di dichiararsi è stato molto meno patetico del tuo!- disse, scoppiando a ridere.
Ririnkai osservò la gemella ridere, riflettendo. Kira era andata da Suigintou e le aveva offerto la Roza e quella delle altre sorelle...quindi anche quella di Ririnkai! Ma perchè lo aveva fatto? Perchè le serviva Megu se non allo scopo di ottenere energia per l'Alice Game? Se voleva che vincesse Suigintou, bastava semplicemente darle le Roza Mystica. Eppure qualcosa non quadrava. Suigintou rideva, la stava prendendo in giro. Dopotuto non era una dichiarazione....o forse si? Possibile che anche Kira amasse Suigintou? E se davvero fosse così, cosa avrebbe fatto? Gliela avrebbe portata via?
Ririnkai si sentì un nodo alla gola. Suigintou corteggiata da un'altra sorella, significava che Ririnkai aveva una rivale...ma Suigintou stava avvantaggiando Kira, significava che la settima bambola aveva più chance di lei?
Eppure era dolorosa anche la prospettiva che Kira si dichiarasse a Suigintou, che scegliesse di dare la sua vita a lei. No, non poteva essere, la sua adorata Kira l'avrebbe abbandonata per Suigintou...
Erano due pensieri diversi, da una parte gelosa di Kira, da un'altra gelosa di Suigintou. Entrambe le prospettive si rivelavano orribili. E anche Ririnkai iniziò a credere di essere malata.
Si voltò, senza guardare in faccia Suigintou, cosa che quest'ultima non apprezzò per nulla. Anche se la chiamò ripetutamente, Ririnkai aveva già abbandonato la camera e volava via nel freddo cielo invernale.
Durante il volo, mentre il sole tramontava, le passarono davanti mille immagini orribili.
Da una parte c'era Kira con la sua Roza Mystica in mano, che sorrideva teneramente a Suigintou. Quasi provò l'impulso di urlarle dietro "Stai lontana da Suigintou!".
Dall'altra, c'erano Suigintou e Kira che ridevano assieme e Kira si voltava verso di lei dicendole "addio, onee-chan.". In quell'istante, avrebbe gridato "Non abbandonarmi, onee-sama, ti prego!"
Eppure si sentiva così confusa.
Senza neanche rendersene conto, era arrivata al parco, per cui planò e si appollaiò sulla panchina, a piangere.
Kira chissà dov'era e stava facendo chissà quale casino, coi medium imprigionati e le ragnatele negli N-Field, e voleva dare le Roza Mystica a Suigintou. Si sentiva tagliata fuori da tutto, come se lei non facesse parte delle Rozen Maiden, come se quella storia non fosse anche la sua.
-possibile che tu pianga sempre?- chiese una voce, proprio di fronte a lei. Alzò il capo che teneva chino e la fissò, chiedendosi se non si trattava della sua immaginazione. La figura le accarezzò il viso, Ririnkai rabbrividì al tocco. -sono finalmente riuscita a liberarmi e ti trovo a piangere? Ma ricordi come si fa a sorridere o devo reinsegnartelo io?- disse, abbozzando un sorriso. Ririnkai si asciugò li occhi con la manica e la fissò, cercando di rimanere impassibile. Ma questo era impossibile, perchè riprese a piangere più di prima, gettandosi tra le braccia della sua migliore amica.
Kuroryu sorrise e la strinse a sé.
-Dai, non piangere.- disse dolcemente. Ririnkai sollevò il capo e la guardò nei suoi splendidi occhi grigi.
-come...come hai fatto?- chiese accarezzandole i capelli castani. Non ci credeva che fosse davvero lì.
-Tsukineko. Mi ha fatta scappare e ora...sono libera.- disse, sghignazzando. Ririnkai si accigliò, per una volta Tsuki aveva fatto qualcosa di utile.
-E Tsuki? E Enju? E Yami?- chiese, preoccupata.
-Tsuki è scappata anche lei ma ormai non so dov'è...sarà in cerca del suo destino...- disse, osservando il tramonto -il padre non ne ho idea, è spesso via, Yami, dopo che mi avevano segregata in quella che era la tua camera, aveva iniziato a comportarsi come la regina del mondo...- disse abozzando una smorfia. Ririnkai rise, era proprio da lei.
-E ora?- chiese, curiosa di sapere quale sarebbe stato il suo prossimo piano.
-Beh, per ora ha solo in testa di ucciderti...- disse, preoccupata. Ririnkai si strinse di più a Kuro.
-...e tu? Cosa farai?- domandò, con la paura che andasse via. Kuro le accarezzò la chioma argentata.
-...beh si vedrà. Perchè non iniziamo con il ritrovare il tuo baule? Ormai è diventato il baule-fantasma!- esclamò scoppiando a ridere. La bambolina azzurra non resistette e rise anche lei. Kuro sapeva donarle sempre il sorriso.
-Ah!- disse Ririnkai staccandosi da Kuro e osservandola tristemente.- Yukito si trova in ospedale!- disse, ricordandosi che doveva tornale là. Kuro assunse un'espressione più preoccupata.
-Ospedale? Che è successo? Come sta?- chiese, seria. Ririnkai scosse il capo.
-sta bene, sta bene! E' fuori pericolo! Incidente stradale...- disse, pensierosa. Kuro sospirò.
-Grazie al cielo, mi stavo preoccupando. - disse, accarezzando il capo di Ririnkai. -beh....andiamo a trovarlo, no?- disse. Ririnkai aggrottò la fronte. Sakura ormai doveva già essere tornata a casa accompagnata dalla badante. Forse si chiedeva perchè Ririnkai non era lì al momento del suo ritorno. Tuttavia sapeva che Ririnkai era in grado di badare a sé stessa, per cui non diede peso alla dimenticanza e accettò volentieri la proposta di Kuro.

Entrate nella stanza di Yukito, il ragazzo le fissò, sorridendo.
-Oh, eri con Kuro! Sakura era preoccupata!- disse il ragazzo, mentre Ririnkai si siedeva vicino a lui.
-Mi spiace, ma ho avuto molti casini...chu...- disse, pensierosa. Kuro la fissò, doveva ricordarsi poi di chiederle di quali casini parlava.
-Beh, l'importante è che non vai di nuovo a suicidarti...- disse Yukito, con un tono di voce a metà tra lo scherzoso e il preoccupato. Kuro si voltò verso il ragazzo dai capelli corvini. Ririnkai fissò Yukito sconvolta.
-Ma ma Yukito cosa dici?!- chiese la bambolina azzurra, ridacchiando -che sciocchezze vai dicendo? Su, su!- disse, ma Kuro era già sospettosa.
-Yukito, cosa significa? Che ha fatto?- chiese, sovrastando le parole di Ririnkai. Yukito fissò Kuro, non aveva timore nel confessarle l'accaduto, dopotutto, come amica di Ririnkai, sarebbe stata attenta che non si fosse cacciata nei guai.
-E' così, si era rinchiusa in un valigia sperduta nell'Alaska o qualcosa di simile, beh si voleva ammazzare...- raccontò ignorando la bambolina che cercava di farlo tacere. Kuro spalancò gli occhi, Ririnkai non capiva bene se fosse sconvolta, arrabbiata, delusa o preoccupata. Di certo non era felice. Doveva rimediare al guaio che aveva causato Yukito.
-No...ecco...beh, è stato un momento, sai...volevo...- ma le sue parole terminarono con un profondo urlo, perchè con velocità, Kuroryu, l'aveva sonoramente schiaffeggiata.
La bambolina alata rimase per qualche istante ferma a fissare l'amica, con la guancia rossa e dolorante. Kuro aveva un'espressione indecifrabile, era adirata, furiosa, sembrava che da un momento all'altro sarebbe potuta saltarle addosso e picchiarla.
-Tu, stupida idiota. Possibile che tu sia così vigliacca? Solo perchè ti è avverso il destino, decidi di porre fine alla tua vita? Credi sia una giusta soluzione? La morte non è MAI una soluzione, anche se noi bambole non moriamo.- gridò, con rabbia. Ririnkai era pietrificata, Yukito ascoltava in silenzio. Kuroryu era forte, non aveva paura di esprimere ciò che si sentiva. Le stava dicendo in faccia tutto ciò che pensava di lei in quel momento, probabilmente per darle forza. Eppure lui non sarebbe riuscito ad essere severo. Per l'accaduto, non l'aveva nemmeno sgridata, anzi, appena tornata l'aveva abbracciata per la felicità. Forse era troppo permissivo o forse non riusciva ad essere severo. Era una grave mancanza. Per una persona come Ririnkai, serviva un carattere duro e deciso che la svegliasse dai suoi sogni e che la spronasse. Yukito era decisamente troppo debole.
Continuò ad osservarle. Ririnkai era sul punto di piangere, Kuroryu non batteva ciglio. Probabilmente, anche se la piccola fosse scoppiata in lacrime e si fosse messa in ginocchio implorando pietà, per il suo bene, Kuroryu l'avrebbe ignorata con facilità.
Provò una forte rabbia nel sentirsi così inferiore a quella bambola dai lunghia capelli castani. Lei sembrava essere così sicura e forte e Ririnkai stava bene con lei. Si, era geloso. Era geloso perchè sapeva che Ririnkai sarebbe stata bene con Kuro e non con lui. Lui era un umano che prima o poi sarebbe morto, lei era una bambola che sarebbe vissuta fino a che il suo corpo non fosse andato in pezzi, e chissà fra quanti secoli sarebbe accaduto.
-...scusate, mi sento un pò stanco, vorrei dormire.- disse il ragazzo, invitando le bambole ad uscire. Si sentiva afflitto, voleva solo dormire e non persarci più. Ririnkai fissò Yukito, che si era accucciato sotto le coperte, con uno sguardo perplesso. Cosa stava accadendo? Kuro le tirò un braccio.
-Non vedi che vuole dormire? andiamo, su.- disse, trascinadola fuori dalla finestra, verso le macerie della chiesa, accanto all'ospedale.
Insieme ricominciarono gli scavi, dopotutto ormai era già calata la notte e non c'era nessuno in giro. Spostarono alcuni massi, Kuroryu prese la sua frusta e la scaraventò con forza su alcune pietre che si frantumarono, così da essere più leggere per essere spostate.
-Allora, di che casini parlavi prima?- chiese Kuro, mentre schioccò la sua frusta su una pietra enorme. Ririnkai, che stava trascinando via un masso, si fermò e la fissò. Fece per aprire bocca ma Kuro la anticipò -se stai per dirmi una fesseria, risparmiamela. Voglio la verità.- e fu molto convincente, perchè Ririnkai rinunciò a pensare a cosa inventarsi e disse ciò che sapeva.
-Kirakishou ha offerto a Suigintou la sua Roza Mystica e tutte le altre in cambio della sua medium....- disse. Kuro si accigliò. -inoltre pare che Kira assorbe i poteri dai medium..- concluse.
-Hai una sorella davvero interessante. Da ciò che dice Tsuki, è molto pericolosa.- disse, riprendendo a rompere massi enormi e pesanti.
-Ma Tsuki sempre in mezzo, è?- chiese, stranamente c'era un velo di sottile gelosia nel tono di Ririnkai, eppure la domanda era scherzosa. Kuro, inoltre, rise.
-E' una spia coi fiocchi.- disse, mentre in un masso si aprivano delle crepe. Diede un'altro colpo di frusta e si ruppe del tutto. -mentre quando parli tu è Suigintou ad essere sempre in mezzo.- disse, spostando i massi spezzati. Ririnkai parve offesa.
-E' la mia gemella, che devo fare? E poi io la amo...- disse, mentre Kuro fece rotolare via il masso con più forza del dovuto, tanto che questi si schiantò contro una ruspa. Fissò Ririnkai, non aveva notato l'eccesso di forza, era impegnata col suo masso che stava spostava lentamente. Sentiva una forte rabbia nel suo cuore. Ogni volta che lei pronunciava il nome di sua sorella, così come ogni volta che diceva di amarla...perchè provava tanta gelosia?
Spostò anche l'altra parte del masso spaccato, mentre Ririnkai aveva appena trascinato via una pietra particolarmente grande e tornava sul punto dove stava scavando.
-....Ririnkai.- chiamò, Kuro. Ririn si voltò verso di lei con sguardo interrogativo. Kuro tirò fuori qualcosa da sotto alcune pietre, dove stava scavando. Apparve un manico, marrone, con decorazioni in oro. Ririnkai lo fissò sbigottita. Kuro tirò più forte e riuscì a strappare da sotto le macerie una buona metà di quello che era, senza alcun dubbio, il baule di Ririnkai.
La bambola azzurra, col cuore che le batteva forte, si avvicinò lentamente a Kuro, che cercava di tirarlo fuori definitivamente, ma una voce le richiamò e si voltarono.
La figura di una bambola adirata, con in mano una falce, le osservava da sopra il manico di una ruspa.
-Oddio..- esclamò Kuro, guardando la sorella -ci mancava solo Yami.-
 
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Phase 27 - Melodia





La bambola dai capelli corvini fissò con freddezza la sorella maggiore. Fino a pochi giorni prima, Kuro era rimasta chiusa a chiave nello sgabuzzino dove dormiva Ririnkai, ma a causa di Tsukineko era riuscita a scappare, tradendo suo padre. Yami amava suo padre, più di qualunque altra cosa. Come potevano, Kuroryu e Tsukineko, aver abbandonato la persona che le aveva create? Come avevano potuto voltargli le spalle? In quegli istanti, quando Kuro si trovava in quella stanza, aveva sperato più di una volta che potesse tornare sui suoi passi, daltronde era sempre sua sorella. Ma ha scelto di scappare da Ririnkai. E ora, non aveva più sorelle, era sola. Ma non le importava, perchè le bastava avere suo padre.
-Allora, sei venuta ad attaccar briga?- chiese Kuro, anche lei con enorme freddezza. Yami la fissò male.
-Togliti dai piedi, non mi interessi tu.- disse la bambolina, puntando la falce verso Ririnkai, che rimase in silenzio. Kuro si avvicinò a Ririnkai e le si parò davanti, brandendo la frusta contro Yami.
-Se vuoi toccarla, devi prima uccidere me, cara sorellina.- Ririnkai rimase stupita da quel gesto e Yami iniziò a tremare per la rabbia.
-...T-tu....TRADITRICE!- urlò furiosa, saltando dal braccio meccanico della ruspa e lanciandosi verso Kuro con la sua falce affilata che brillava al chiaro di luna, una luna piena che sembrava fare da spettatrice a quell'incontro tra bambole.
Con un balzo, Kuro si lanciò senza complimenti incontro alla sorellina, brandendo la sua frusta e schioccandola contro Yami che, con la falce, la bloccò, tirandola a sé. Trasportata dallo strattone che Yami le aveva dato, Kuro sfruttò la forza di spostamento per arrivarle vicino rapidamente e sferrarle un potente calcio in volto, che la ragazza non poté schivare perchè aveva le mani impegnate a tenere la falce e la corda della frusta.
Indietreggiò, lasciando andare la frusta di Kuro e tastandosi il volto con le mani, per controllare di avere ancora il naso integro. Appena accertatasi di non avere nulla di rotto, riprese la sua falce e si mise in posizione di difesa, cercando di individuare l'avversario. Kuro si trovava a pochi passi da lei, mentre rimetteva in sesto la frusta e subito dopo averla individuata, lei schioccò un colpò sul terreno, creando una violenta scossa. Le macerie e l'ospedale tremarono a causa del terremoto, Yami traballò dal masso dov'era atterrata e si mantenne forte per evitare di cadere. Ririnkai cadde all'indietro e si osservò intorno. Quella violenta scossa avrebbe attirato di sicuro umani.
Ma Kuro non era l'unica ad avere poteri tanto pericolosi, Yami alzò in alto la falce e richiamò una potente scarica elettrica che lanciò, sotto lo stupore delle altre due bambole, contro Kuro.
Data la sorpresa, Kuro fu colpita, anche se riuscì per tempo a spostarsi di qualche metro dal punto di impatto.
Yami ridacchiò, e preparò una scarica elettrica che avvolgesse la sua falce. Stavolta, se Kuro veniva colpita o graffiata, avrebbe preso anche una scossa di parecchi volt.
La bambolina dai capelli castani radunò la sua frusta e la lanciò a mò di corda, afferrando i piedi di Yami e trascinandola verso le macerie. Yami tagliò la corda della frusta, che ricrebbe subito dopo. Tuttavia lanciò la falce a mò di boomerang verso il braccio di una ruspa, la quale lo tagliò come fosse burro, lasciandolo cadere. Kuro non si spostò in tempo e fu investita dal braccio. Ririnkai si alzò rapidamente e corse verso il luogo in cui era caduto il pezzo della ruspa, ma Yami le lanciò incontrò una scarica di energia che per fortuna la sfiorò, strappandole solo la gonna.
-KURO! KUROO!- urlò la bambola azzurra, in direzione dei rottami, ma Yami le si stava scagliando contro per non perdere tempo e lei indietreggiò impaurita, non sapendo come contrastare la bambola. C'era acqua nei paraggi? Nulla, nemmeno l'ombra di una fontanella o una pozzanghera, non aveva piovuto.
Kuro probabilmente sarebbe morta e lei non poteva aiutarla, senza contare che non si sarebbe nemmeno potuta aiutare da sola, con Yami che la stava per attaccare. Eppure il suo baule era così a pochi passi...
Ad un certo punto tentò il tutto per tutto, si voltò stupita verso un punto indefinito della zona, dietro Yami, ed esclamò.
-Oh! Enju?!- disse, voltandosi prontamente, mentre Yami si stava girando sconcertata per l'avvistamento del padre.
Ririnkai tirò fuori dalle macerie più vicine due tubi di ferro e pensò che poteva arrangiarsi, per cui, mentre Yami si voltava, offesa e più arrabbiata per la presa in giro, Ririnkai le era già vicina e la colpì, roteando su se stessa e sferrando prima un colpo con il destro verso il busto e di seguito col sinistro verso il viso, centrandola con tutti e due i colpi. Siccome i tubi erano di ferro le procurarono parecchio dolore, e Ririnkai pensò di insistere. Mentre Yami era indietreggiata, cadendo a sedere, la bambola azzurra le sferrò altri due violenti colpi al capo, con poca forza, come se non volesse davvero farle del male.
Nonostante fossero colpi poco potenti, la bambola ne risentì e si accasciò, forse svenuta, forse morta.
Ririnkai la fissò con ira e odio, aveva fatto del male a Kuro, dopotutto. si voltò e corse in direzione di Kuro, che doveva trovarsi sotto le macerie, ma notò con grande felicità che proprio Kuro era appena risalita da sotto quel cumulo e si stava districando da tutti i pezzi. A parte l'essere un pò sporca di polvere, pareva star bene. Ririnkai la abbracciò.
-Stai bene...- disse, in lacrime. Kuro le sorrise, stringendola a sé.
-Certo, ci vuole ben altro per uccidermi.- le disse, accarezzandole i capelli.
-Yami...è svenuta...è morta, non lo so..- disse Ririnkai osservando Kuro negli occhi. Kuro sembrò un pò triste, ma una voce le riportò alla realtà.
-Uhm, che scontro patetico.- disse una voce che Ririnkai riconobbe subito. Kuro si voltò verso Yami, la quale stava togliendosi la polvere dal vestito e, barcollante per i duri colpi, riprendeva la sua falce. Ririnkai invece osservò più in alto, verso un'altra ruspa, dove, seduta, c'era Suigintou, che le osservava con interesse.
-E dovrai usare qualcosa di più utile che due tubi di ferro, se vuoi vincere, mio caro riciclo.- disse la prima bambola, ridacchiando tra sè e sè. Ririnkai strinse forte i tubi. Non le interessava cosa dicesse Suigintou, lei non aveva altro modo di difendersi, cos'altro poteva fare?
Yami fu subito pronta allo scontro, per cui si lanciò verso le bambole. Kuro brandì nuovamente la sua temibile frusta e la scagliò con forza verso l'avversaria, mancandola per un pelo ma causando una nuova scossa, decisamente più debole della prima.
La bambola le scagliò invece una carica elettrica che la costrinse ad un rapido salto all'indietro. Ma appena atterrata, notò che Yami si era gettata verso Ririnkai, pronta a colpirla, mentre lei aveva portato i tubi di ferro dinanzi a sé e si era preparata a riceverla.
Kuroryu pensò subito di intercettare il colpo di Yami e di pararsi tra le due prima che arrivasse a Ririnkai, nel tentativo di proteggerla. Tuttavia, una scarica di piume nere la bloccò. Si fermò, osservando il punto da dove era arrivate. Suigintou, ora, era alzata e la fissava con serietà.
-Non ti intromettere, lo scontro riguarda solo loro due.- disse, fissando prima le due, che adesso si contrastavano da vicino, poi Kuro, che la fissava con odio.
Era qualcosa di anomalo, avrebbe voluto distruggerla, ucciderla, farla a pezzi, con tutto il suo cuore. Voleva sparisse, che non fosse mai esistita. Ripudiava l'esistenza di quell'essere meschino, sadico e bastardo che continuava a far soffrire la sua adorata Ririnkai. Tremò, adesso aveva capito, stava comprendendo i suoi sentimenti.
-Troia.- le urlò, con tutto l'odio possibile. Suigintou la fissò di stucco.
-Cos'hai detto?!- le chiese Suigintou, arrabbiata.
-Sei una troia.- rispose Kuro, con tutto l'odio che ardeva dentro di lei. Suigintou tremò per la rabbia e per l'essere stata offesa in quel modo da una bambola inutile e inferiore. Tuttavia stette calma e lasciò passare, dopotutto non le interessavano i commenti di quella stupida bambola. Decise di stare al suo gioco.
-E perchè mai?- chiese, ora incuriosita.
-Perchè probabilmente Yami ammazzerà tua sorella gemella e tu non farai nulla per salvarla.- le disse, guardandola negli occhi.
-Se non saprà difendersi da una bambola così inutile, allora meglio che sparisca.- disse, portando le mani dietro la schiena -dopotutto mi fa schifo avere una sorella gemella così stupida e inetta.- concluse. Nonostante il suo continuo ripetere che era un riciclo e un rottame, stavolta l'aveva definita sorella gemella. Che avesse accettato il destino di averla come gemella?
-Non ti importa proprio nulla di lei?- chiese Kuro, tuttavia sospirò e aggiunse -continui a farla soffrire...e lei continua a venirti dietro...proprio non capisco perchè proprio una come te...-. Suigintou la osservò incuriosita, ma poi scoppiò a ridere, divertita. Kuro la fissò accigliata.
-Ma certo! Sei gelosa!- esclamò, ridacchiando per la situazione davvero divertente. -ti dà fastidio che lei ami me, vero?- disse, osservandola con un perfido sorriso.
Intanto, Yami aveva sferrato una falciata verso il petto di Ririnkai che non era riuscita a parare, la forza del colpo l'aveva scaraventata all'indietro.
Con enorme sforzò, cercò di rimettersi in piedi, mentre Yami si stava avvicinando pericolosamente verso di lei.
Suigintou e Kuroryu si voltarono verso le due, notando solo ora la situazione pericolosa. Suigintou si innervosì, forse perchè non avrebbe voluto che Ririnkai morisse in un modo tanto disonorevole. Avrebbe disonorato le Rozen Maiden, avrebbe disonorato lei che era (suo malgrado) la gemella maggiore. Si morse il labbro, arrabbiata. Doveva davvero intervenire?
Kuro non perse tempo a pensare, si lanciò verso Yami con la sua frusta. La bambola si spostò e si concentrò su di lei.
Suigintou parve più sollevata. Almeno non avrebbe creato malintesi intervenendo lei stessa per salvare la vita a quel rottame di sua sorella. Ririnkai riuscì ad issarsi, osservando prima Yami e Kuro e poi Suigintou.
Sua sorella stava assistendo alla scontro, avrebbe riso di lei, avrebbe mostrato a tutti quanto fosse inutile ed incapace. Fu pervasa dalla rabbia, prese i tubi che erano solo un pò graffiati e si gettò verso Yami, proprio mentre questa aveva colpito Kuro alle gambe, facendola ruzzolare via. Le arrivò vicino, soprendendola per l'iniziativa, facendo roteare i tubi e scagliandoli con tutta la forza il destro con la punta verso il centro della schiena, il sinistro, dopo aver ripreso controllo dell'ecquilibrio, verso il capo, stavolta però parato dalla falce elettrizzata della bambola dai capelli corvini.
Kuro osservò la bambola inferocita mentre tremava per l'impatto con il tubo che si strusciava pericolosamente sulla falce. Suigintou osservò interessata e incuriosita, non aveva mai visto Ririnkai arrabbiata, tuttavia le interessava l'esisto dello scontro.
E proprio mentre Yami la respingeva all'indietro, preparando una forte scossa elettrica da mandarle, Ririnkai, che ormai aveva perso il controllo e desiderava solo sconfiggere Yami, gettò via i tubi di ferro e porto le braccia stese di fronte a sé.
Kuro e Suigintou la osservarono curiose, Yami non capì il motivo del suo gesto.
-MELODIA!- urlò Ririnkai.
Le macerie traballorono per pochi secondi, finchè il baule marrone con decorazioni in oro non si spalancò, scaraventando via, nelle quattro direzioni, i massi che lo tenevano ancora intrappolato. Dall'interno di questo, apparve una lucetta color acquamarina che si levò in alto per un pò, per orientarsi, dopodichè volò dritto verso la bambola azzurra, disegmando un cerchio davanti a lei e creando dal nulla una forma luccicante.
Kuroryu fissò sbigottita lo spirito artificiale di Ririnkai, Yami rimase paralizzata a guardare, Suigintou cercò di osservare quale fosse l'arma di Ririnkai. Quando la luce azzurrina scomparve, dando posto a contorni ben definiti, Ririnkai poté stringere con le sue mani l'arma che il suo spirito artificiale le aveva appena creato, uno splendido specchio circolare con decorazioni in oro e ghiaccio, con in cima un fiocco azzurro fermato da sonaglini e in fondo un fiocchetto arancione fermato da una rosa d'oro.
Ririnkai lo portò di fronte a sé, come se volesse che Yami ci si specchiasse.
-Illusion.- disse. La parola echeggiò, finchè, all'improvviso, tutto ciò che c'era attorno non sparì nel nulla e si ritrovarono in un luogo oscuro e senza via d'uscita.
 
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LusHika { 7-3-08 }

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Phase 28 - Judgment





Yami si voltò, confusa. Cos'era successo? Dove si trovava? Non capiva cosa potesse essere successo, siccome fino a poco fa si trovavano sopra le macerie, accanto all'ospedale.
Anche tutte le altre erano sparite, non c'era proprio nulla, solo nero e silenzio, come se fosse diventata sorda e cieca. Fece un verso, tanto per vedere se potesse parlare e se si sentiva, e effettivamente il suono uscì e echeggiò nel vuoto.
-EHI!!!- urlò, innervosendosi. -EHI!!! C'è nessuno???????- continuò. Ma nessuno le rispondeva, vedeva solo nero e sentiva solo l'eco delle sue grida. Era possibile si trattasse di un N-Field? Forse Ririnkai ne aveva aperto uno con quel suo strano specchio, eppure non ricordava di esserci entrata.
Fece qualche passo, corse, continuò ad urlare. Ora si sentiva troppo agitata, cosa avrebbe dovuto fare? Era sola, disperata, probabilmente non sarebbe più uscita di lì...
-Ma che diavolo vado a pensare?- si disse. Eppure non ne era convinta. Lei sarebbe rimasta sola...nessuno le avrebbe voluto bene...ma lei era già sola, però le bastava suo padre!
"Non ci sarà più nemmeno tuo padre. Sei sola." sentì dentro di sé, come un fulmine a ciel sereno.
-Non è vero, lui mi ama!- urlò, autoconvincendosi.
"Stupida. Non ricordi che se n'è andato senza dirti nulla?" Yami scosse il capo.
-Tornerà, tornerà, lo so!- si strinse, mentre sentiva il suo respiro affannoso.
"Ti ha abbandonata perchè hai fallito." Yami si morse un dito.
-Lui mi ama, ama me, solo me!- disse, urlandolo nell'oscurità.
"Perchè...perchè non vuoi metterti l'anima in pace? Sei sola." continuò, il dolore si contorceva come un serpente, all'interno della ragazza.
-PADRE!!!- urlò, lasciando cadere la falce a terra.
"Padre! Dove sei? Perchè mi hai lasciato da sola?" Yami iniziò a piangere, disperata.
-Perchè, perchè sono sola?- si asciugò alcune lacrime con la manica.
"Perchè, perchè tutti mi abbandonano?" strinse forte i pugni.
-Mi odiano, mi odiano tutti.- osservò un punto vuoto dinanzi a sè, vuoto come tutto, del resto.
"Sono crudele, ho solo cercato l'amore di mio padre sopra qualsiasi cosa" tremò.
-E' vero, volevo solo lui...- rimase così, imbambolata.
"Ho scelto lui, ho tradito chi mi voleva bene, ho perso ogni cosa per il mio egoismo" si inginocchiò, senza forze.
-Si, sono egoista...ho solo tentato di diventare importante per lui...- si tirò convulsamente la gonna.
"Quale sarà la mia punizione?" osservò il buio che la avvolgeva.
-vagare nell'oscurità...per sempre?- le lacrime tornarono a rigarle il viso.
"Tu non hai visto quanto dolore hai causato a chi davvero ti amava" osservò senza più prestare attenzione, come se fosse inanime.
-...dolore...- bisbigliò.
"Non hai visto cos'avevi accanto a te e che ora hai perso. Che tu non possa più vedere." chiuse gli occhi, come se avesse ubbidito alla sentenza.
Li riaprì però subito dopo, avendo sentito un rumore. Ririnkai era di fronte lei, con uno sguardo gelido. Tutta la rabbia e la volontà ritornarono in Yami, che si rialzò, puntandole la falce contro.
-Tu! E' colpa tua! E' tutta colpa tua!- le disse, tremando per la rabbia.
-Più grande sarà la tua rabbia, più grande sarà la tua debolezza.- disse. Yami le si scagliò contro, menandole un colpo con la falce, che non la colpì, come se lei fosse immateriale, trasparente. -Questo è il tuo inferno, non il mio.- aggiunse. Yami ricominciò a piangere, ma dall'odio e dall'esasperazione.
-PERCHE' SEMPLICEMENTE NON MUORI??- le urlò continuando a tremare.
-Perchè io non posso morire.- disse, sicura di se stessa, con lo stesso sguardo gelido. Yami la fissò bene. Non poteva essere Ririnkai quella...
-Dove siamo? Riportami indietro!- disse, guardando il buio attorno a sè.
-Come ti ho già detto, questo è il tuo inferno. Qui espierai le tue colpe, anima peccatrice.- disse la bambola azzurra, aprendole candide ali che si illuminarono di un'abbagliante luce bianca che avvolse le due e tutto il buio presente.
Appena riaprì gli occhi, Yami si ritrovò in una sorta di via di un paese sconosciuto, dove le case e le abitazioni erano in rovina.
-Dove...dove siamo?!- si chiese, osservando in giro. Ririnkai era sempre di fronte a lei.
-Questa è la via dei dannati. Devi percorrerla passando attraverso le tue colpe e i tuoi tormenti, per essere purificata.- disse, voltandosi e indicando la fine della via, verso un'abitazione che assomigliava alla casa dove abitava Enju, in periferia. Yami si illuminò a quella vista, iniziando a correre verso la direzione indicatele da Ririnkai.
Era davvero lontana, tuttavia stava correndo da un bel pò, per cui si fermò e si voltò. Ririnkai si trovava ancora laggiù, dove la aveva lasciata. Sospirò. Credeva che l'avrebbe seguita ma invece si trovava lì ferma come una stupida. Ma ora, l'unica cosa che le importava era di rivedere suo padre, per cui corse più in fretta verso l'abitazione.
-Corri, corri, piccola anima in pena. Corri e distruggiti, brucia.-
Arrivò così vicino alla casa da poterne sfiorare la porta, però appena toccata, questa svanì, assieme a tutta l'abitazione e a tutta la città attorno.
-COSA?!- urlò, con rabbia. -PADREEEE!- disse, con le mani sul capo per la disperazione.
-Yami.- chiamò, una voce maschile. Yami alzò lo sguardo e vide suo padre, il suo amato padre, davanti a lei, che la guardava con amore.
-...Pa...PADRE!!- disse, allungando le mani, come se volesse toccarlo. Enju divenne serio.
-Vuoi toccarmi...con quelle tue sporche mani?- chiese. Yami si bloccò, osservando suo padre tremante.
-Pa...dre?- Enju assunse un'espressione adirata.
-Non ti vergogni, Yami?- chiese. Yami lo osservò scioccata. -Hai fatto del male a Kuro, hai distrutto Bara, solo per egoismo. Non ti vergogni, Yami?- chiese, nuovamente.
-...io...- Enju incrociò le braccia.
-Che essere disgustoso. E saresti una mia bambola? Sei ridicola, avrei dovuto farti a pezzi o bruciarti come le altre.-
Yami crollò al suolo come se i fili che la muovevano fossero stati tranciati. Osservò suo padre senza realmente vederlo.
-Si, dovrei bruciarti come le altre sorelle sbagliate che non hai mai avuto, quelle di cui ridevi per aver fatto questa fine.- disse, osservandola con occhi freddi. -persino io piangevo perchè non avevo altra scelta, ma tu ridevi- Yami scosse il capo.
-Pa-padre...i-io n-non..- si morse le dita della mano, piangendo.
-Basta, non mi interessa una bambola ignobile come te. Sparisci e non tornare più.- disse, voltandosi.
Yami gridò così forte che ci fu un eco spaventoso. Si strusciò, cercando di raggiungere Enju con le mani, ma era troppo lontano da lei.
Si voltò, osservandola. Alcune fiammelle apparvero accanto a Yami, lei non le notò proprio.
-L'avevo detto. Le anime peccatrici che non si redimono, bruciano all'inferno.- disse, Ririnkai.
-Brucia, come le sorelle per le quali non hai avuto compassione- dissero, all'unisono, Ririnkai e Enju.
Le fiamme avvamparono, sommergendo la bambola dai capelli corvini, che urlò si contorse dal dolore e continuò a chiamare suo padre.
La figura di Enju svanì. Nel vuoto e nell'oscurità apparvero delle visioni, immagini, che Yami, ancora coscente, poteva vedere.
Kuroryu, che le diceva addio. Tsukineko, che le diceva addio. Suo padre, che le diceva addio.
-Addio, addio, Yami. Brucia all'inferno.- disse Ririnkai, con sguardo vuoto, come se non fosse nemmeno viva.
Yami continuò ad urlare, a contorcersi. Sentì sciogliersi, i vestiti che si erano ormai consumati in cenere, i capelli che erano quasi tutti bruciati, il corpo che pian piano si inceneriva. Le grida erano cessate, la bambola aveva perso coscienza per l'enorme dolore.

Kuro non si spiegava cosa fosse successo, così come Suigintou. Ciò che videro, fu solo Ririnkai che aveva detto "Illusion" portando lo specchio verso Yami, e la bambola corvina cadere a terra, svenuta.
-Che...diavolo le è successo?- chiese Kuroru, osservando Ririnkai. Si spaventò. Gli occhi di Ririnkai erano vuoti, come se non fosse viva. -Ririn! Che hai? Rispondi!- disse, avvicinandosi a lei. La bambola azzurra si voltò verso Kuro, rispondendo alla sua domanda.
-Ha solo avuto la sua punizione.- disse. Kuro scosse il capo.
-Punizione? Ma come? Cosa le hai fatto?- chiese, preoccupata. Dopotutto le aveva solo puntato contro lo specchio e subito dopo, Yami, si era accasciata al suolo.
-Io mi sono limitata a collegare la sua coscienza con il suo cuore.- disse Ririnkai, osservando Kuro. -E' stata lei a crearsi da sola le torture che l'hanno annientata.- concluse.
-Torture?!- urlò, non capendo nulla di ciò che Ririnkai diceva.
-Le paure, dai sensi di colpa, dai rimorsi, dal terrore. Più grandi sono questi aspetti, più dolorose e orribili sono le torture a cui si va incontro.- disse Ririnkai, volandosi, dirigendosi verso il baule spalancato.
Suigintou ascoltò la spiegazione con interesse. -Il mio compito è solo quello..- non terminò la frase, si fermò davanti al baule. Kuroryu si innervosì.
-quello?- chiese Kuro curiosa e preoccupata. Ririnkai si voltò, sorridendo in un modo che spaventò Kuro. Sembrava un demone.
-...quello di distruggere l'anima, ovviamente.-
 
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Lushia
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Phase 29 - Yukito





Aprì gli occhi, nel buio del luogo in cui si trovava. Ricordava di essere arrivata chissà come a casa, stremata e di essersi coricata. Allungò il braccio sopra di sé, cercando di toccare qualcosa, sfiorò una superficie piatta e spinse.
Si sollevò, aprendo una fessura dinanzi la faccia della bambolina, che si issò a sedere. Si trovava seduta nel suo baule, mentre il suo spirito artificiale le volava accanto, preoccupata per la salute.
-Sto bene, Melodia.- disse, alzandosi ed uscendo. Mentre chiudeva il suo baule, una voce la richiamò alle spalle.
-Ririnkai...come stai?- chiese Kuroryu, avvicinandosi a lei e osservandola con attenzione. Se fosse cambiata in quel modo, avrebbe preferito che non trovasse mai il suo baule. Eppure, guardandola adesso, il suo sguardo e la sua espressione erano quelli di sempre.
-Buon giorno, Kuro.- disse, voltandosi verso di lei e sorridendo dolcemente, come al solito. -sto bene...oerchè me lo chiedi?- chiese, aggiustandosi il vestito. Era da molto che non riposava nel suo baule, si sentì molto meglio. -ah, parli del baule? ieri ero molto stanca ma oggi sto bene.- disse. Kuro si accigliò.
-ieri eri diversa.- disse, senza smettere di fissarla. Ririnkai incrociò le braccia.
-diversa? io sono io, perchè dovrei essere diversa?- chiese, cercando di capire cosa volesse dire.
-Beh...seria e alquanto indemoniata...non sembravi di certo tu.- disse. Ririnkai si avvicinò al letto e si appoggiò sul bordo.
-Seria...e indemoniata? Uhm...quando è successo?- chiese, pensierosa. Kuro la guardò incuriosita.
-Ma...non ricordi cos'è accaduto?- chiese, scioccata. Ririnkai restò pensierosa.
-Si, ho sconfitto Yami col Judgment, tuttavia non ricordo molto bene. E' stato lì che ero seria e indemoniata?- chiese, fissando il soffitto, persa nei suoi pensieri. Kuro rimase in silenzio per alcuni secondi, prima di risponderle.
-Si...è stato dopo che Yami è svenuta.- rispose. Ririnkai annuì col capo.
-Capisco...- scrollò le spalle -mah, sarà stato a causa della rabbia, inoltre c'era anche Suigintou, tutto normale.- disse, avvicinandosi all'uscio. Kuro la raggiunse.
-come sarebbe normale? Che vuoi dire? E poi perchè non lo ricordi? E' successo contro la tua volontà?- chiese, incerta. Ririnkai si bloccò sulla porta e la osservò.
-Oh, no, no, il contrario- disse -probabilmente mi sono lasciata prendere la mano a causa della rabbia del momento e sono un pò partita col cervello ma è tutto ok, sta tranquilla.- disse, voltandosi e percorrendo il corridoio. Kuroryu la seguì a ruota, pensierosa. Almeno aveva capito che quella era semplicemente una proiezione di Ririnkai adirata e piena d'odio, a quanto pare in realtà è accaduto solo per aver perso il controllo. Tuttavia era inquietante pensare che se Ririn perdeva il controllo poteva diventare una sorta di demone spietato. Decise dentro di sé che le sarebbe rimasta sempre accanto, per evitare che perdesse nuovamente il controllo.
Entrate in cucina, dove Ririnkai si era diretta perchè voleva fare colazione, furono letteralmente assaltate da Sakura che sperava nel loro arrivo.
-Una torta?!- chiese Kuroryu, osservando il ricettario sul tavolo e il grembiulino che aveva indosso la bambina.
-Esatto! La voglio portare a Yukito!- disse, saltellando allegramente per la cucina.
-E' un'ottima idea!- esultò Ririnkai, infilandosi un grembiulino anche lei e lanciandone uno a Kuro, che rimase allibita.
-Ehm..- iniziò, la bambola dai capelli castani. -vi ricordo che non sappiamo cucinare... e in più Ririnkai detesta il fuoco e ogni fonte di calore...- disse, indicando il forno.
-A quello ci penso io.- disse la badante, entrando nella cucina con un ampio sorriso.
Kaori era una bella donna in carne con i capelli corti neri e gli occhi color nocciola. Da quando era stata assunta per badare a Sakura e a dirigere le pulizie e i lavori nella casa, si era sempre comportata con dolcezza e responsabilità. Era come se fosse una madre per Sakura, perciò lei le voleva molto bene.
Quando Ririnkai la conobbe, la donna restò allibita solo per poco, poi sembrò essere contenta della sua esistenza e accettò volentieri una bambola vivente nella casa. Era una donna sognatrice che amava raccontare filatrocche e ogni tanto ricollevagava qualche avvenimento a qualcosa di magico e misterioso. Quando ci fu un'eclissi di sole, disse a Sakura che un drago cattivo aveva spento la grande stella perchè lo voleva tutto per sé, tuttavia un fantastico cavaliere delle stelle aveva sconfitto il drago, così il sole era tornato a splendere come tutti gli altri giorni.
Grembiuli addosso, cuffiette in testa e con ognuno un compito, le ragazze si misero all'opera nel preparare la torta. Kaori aveva assicurato che sarebbe stata lontana dalla cucina, sarebbe arrivata solo al momento di usare il forno. Così, le tre ragazze, erano libere e potevano combinare disastri e divertirsi nell'impresa.
-Allora, gli ingredienti ci sono...- disse Sakura, indicando tutto ciò che aveva messo sul tavolo. Un pò di tutto, però in mezzo c'era anche il necessario.
-La facciamo al cioccolato?- chiese Kuro, notando le diverse ricette.
-Ma credo di si, è la più facile dopotutto- rispose Ririnkai prendendo il cioccolato fondente.
-Uhm ok, a questo penso io.- Kuro prese un coltello e iniziò a spezzettare il cioccolato in un piatto.
-Oddio, qui dice di scaldare su fuoco!- disse Ririnkai nascondendosi dietro Sakura. Kuro rise.
-Chiamiamo Kaori-san?- chiese, ma Sakura scosse il capo.
-No, no, ci penso io! So usare i fornelli, ci ho anche fatto le uova a occhio di bue!- disse, mentre prendeva un pentolino e metteva dentro i pezzetti di cioccolato.
-Aspetta, il burro!- disse Ririnkai, infilandocelo dentro e scappando dietro Kuroryu per paura del fuoco. Sakura accese il fornello e tenne bassa la fiamma.
-Mescolo io, intanto voi pensate alle uova.- disse la bambola castana, armandosi di mestolo e mescolando la crema. Intanto, Ririnkai e Sakura, separavano i tuorli dagli albumi e li infilavano in un contenitore apposito. Alla fine, la bambola azzurra aggiunse un pizzico di sale e poi mise i tuorli in un contenitore più grande con dello zucchero, iniziando a mescolare il tutto. Sakura pensò agli albumi, montandoli con la frusta elettrica.
Kuro smise di mescolare e spense il fornello, si asciugò le mani e controllò l'operato delle due. Sakura posò il recipiente, che venne preso da Kuro.
-no, continua, non sono montati bene!- disse, inclinandolo. Spiegò a Sakura come doveva essere quando avrebbe finito e lei riprese il lavoro con grinta.
-Ma Kuro...tu che ne sai?- disse Ririnkai, poggiando il contenitore dell'impasto schiumoso. Kuroryu indicò il libro.
-Basta leggere!- risero tutte e tre.
Kaori entrò per accedere il forno, doveva essere già caldo quando avrebbero finito. Intanto le ragazze si lanciavano addosso lo zucchero, correndo per tutta la cucina come pazze, cosa che fece divertire la donna.
Appena finito l'impasto di farina e lievito, unito alla cioccolata fusa e alle creme, Kuro tappezzò il fondo di uno stampo con carta da forno e lo unse di burro. Versarono la pastella e la infilarono nel forno.
Quando Yukito vide la torta sorrise. Non avrebbe mai immaginato che quelle pesti gli avrebbero portato una torta al cioccolato. La mangiarono con gusto seduti nella camera d'ospedale. Fra pochi giorni Yukito sarebbe stato dimesso e finalmente poteva tornare a casa.
-E' squisita!- disse il ragazzo, addentandone un bel pezzo. Le ragazze si scambiarono sguardi complici e sorrisero.
-Felice che ti sia piaciuta!- disse Kuro, annuendo con aria di sufficienza. Scoppiarono a ridere.
Sakura chiese a Kuroryu se voleva accompagnarla in bagno siccome da sola aveva paura e così uscirono, lasciando Yukito e Ririnkai soli per un pò.
Ririnkai fissò Yukito con uno sguardo strano, molto triste. Gli si avvicinò e restò accanto a lui. Yukito le accarezzò i capelli e rimasero per un pò abbracciati.
-Cosa c'è?- chiese Yukito, alla bambola azzurra. Ririnkai iniziò a piangere. Yukito si voltò, mettendosi seduto difronte a lei e la fissò negli occhi. -Ririn...cos'hai?-. La piccola bambola guardò il suo medium, che le asciugò le lacrime.
-Sento un forte dolore nel cuore...- disse, abbracciandolo. Yukito la strinse a sé.
-Non temere, va tutto bene.- disse, con uno sguardo dolce. -quando starò bene, andremo a fare un pic nic in quello splendido giardino che piace tanto a Sakura.-. Ririnkai sorrise, fissando il volto del suo medium. Toccò le sue grandi mani.
-Promettimi che saremo felici, tutti insieme.- disse. Yukito si stupì per la domanda ma poi sorrise e annuì.
-Non ti renderei mai triste, Ririnkai...- disse. Poi, fissandola nei suoi profondi occhi lilla, si chinò verso di lei e le diede un leggero bacio sulle labbra. Ririnkai restò immobile, stupita. Yukito si scostò. -Sai...ti amo.- disse passandole la mano sulla guancia. Una lacrima rigò il viso della bambola. Proprio in quell'istante entrarono Sakura e Kuro di ritorno dal bagno e ritornò un'atmosfera serena e scherzosa.
Anche Yukito tornò a divertirsi, nonostante si fosse appena dichiarato e continuava a fissare Ririnkai con dolcezza. Ma la bambola azzurra rideva e scherzava solo per far credere di essere felice. In realtà sentiva ancora quel dolore. Sapeva che ben presto avrebbe capito cosa voleva dire.

Era stata un mattinata movimentata e nel pomeriggio, Ririnkai e Kuroryu, si erano ritrovate a casa di Kanaria per un té (nel caso di Ririnkai, per una coca cola).
Alla vista delle due, Micchan le strangolò con un abbraccio affettuoso (fin troppo!).
Era stata una così bella giornata che volò via come un nonnulla. Ririnkai si ritrovò a fissare un biglietto per terra davanti lo specchio in camera sua, appena tornata a casa.
Si avvicinò curiosa, ma quando lo lesse sospirò. Sapeva che sarebbe successo e forse il destino le aveva fatto passare una così bella giornata solo per compensare quello che sarebbe accaduto dopo.
Kuroryu entrò nella camera di Ririnkai ma non la trovò. Preoccupata, siccome era da dieci minuti che girava la villa alla sua ricerca, uscì ma venne raggiunta da un canto. Rimase ferma ad udire e poi notò che veniva da fuori, anzi, da sopra.
Si arrampicò sul tetto e vide Ririnkai, seduta in cima. Stava cantando al chiaro di luna, una canzone che non aveva mai sentito. A dirla tutta, non aveva proprio mai sentito Ririnkai cantare. Non immaginava avesse una voce tanto stupenda ed era anche molto intonata. Si stupiva del perchè non l'avesse mai sentita cantare. Poi si accorse di una cosa strana. La sua voce, quando si alzava, di solito usciva più spezzata e rauca. Lo ricorda soprattutto quando gridava o chiamava forte qualcuno. Non era una voce adatta ad una cantante. Ma allora com'era possibile che adesso stesse cantanto così bene, divinamente, senza che la voce uscisse rauca come succedeva sempre?
Le si avvicinò, ascoltandola.

"...
Mentre suona il pianoforte
che mi fa da amico e mi da note
di questa Ottava Sinfonia"


Appena ebbe finito, Kuro batté le mani. Ririnkai sorrise.
-E' la prima volta che ti sento cantare, sai?- disse, sorridendo. Ririnkai la osservò.
-E' la prima volta che ci riesco di nuovo.- precisò, tornando a fissare la luna. Kuro si accigliò.
-Come sarebbe? Perchè non ci riuscivi?- chiese, curiosa. -Ricordo che quando urlavi la tua voce era rauca...come mai canti così bene?- chiese, curiosa di sapere anche questo.
-Perchè grazie a Melodia sono guarita.- disse. Kuro parve non capire.
-Come sarebbe...guarita da cosa?- chiese. Ririnkai rise.
-Non so cosa mi fece ingurgitare tuo padre, per ridurmi la voce così...beh, era chiaro che non sopportasse la mia voce...- disse, appoggiando il mento sulle braccia incrociate, a loro volta appoggiate sulle ginocchia. Kuro diventò seria e annuì con la testa, come se ora le fosse tutto chiaro. Ririnkai tornò a canticchiare nasalmente il motivetto della canzone cantata poco prima.
-Come si chiama quella canzone?- chiese Kuro, curiosa.
-Ottava Sinfonia.- disse Ririnkai, proseguendo il motivo.
-Non l'ho mai sentita....-disse, osservando anche lei la luna.
-Ovvio, l'ha scritta mio padre.- rivelò, smettendo di cantarla. Kuro la guardò.
-Oh...allora è proprio tua? Mi sembrava ti si addicesse molto...poi ottava...giusto...- disse Kuro, sorridendo. Ririnkai le sorrise di rimando.
-E conosci solo questa?- chiese, curiosa. Ririnkai annuì col capo, evidentemente suo padre le aveva scritto una sola canzone. Passato un minuto di silenzio, Kuro ebbe un'idea.
-Perchè non ne scrivi una tu?- disse, sorridendo. Ririnkai si voltò e la fissò. Non sapeva se era in grado o meno di scrivere canzoni però poteva sempre provarci. Sorrise.
-Se domani andrà tutto bene, scriverò una canzone per Suigintou!- disse, piena di speranze. Kuro tremò quando venne pronunciato quell'odioso nome, tuttavia si soffermò sul "se domani andrà tutto bene".
-Cosa succederà domani?- chiese, preoccupata. Ririnkai la fissò un pò e poi prese un foglietto e glielo porse. Kuro lo lesse. Era una lettera di sfida, l'ultima sfida, da parte di Yami.
Domani, alla villa delle rose, nell'N-Field.

Edited by Kirakishou - 27/9/2008, 22:16
 
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view post Posted on 27/9/2008, 21:14
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LusHika { 7-3-08 }

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Phase 30 - Ottava Sinfonia





La villa delle rose sembrava essere più inquietante e tetra, quel giorno.
Ririnkai non aveva dormito affatto bene come il giorno prima, era stata tormentata da incubi e pensieri fino al mattino. Kuroryu era invece preoccupata e persa nei suoi pensieri. Osservò Ririnkai, sembrava anche lei nervosa, eppure pensava che con i poteri di cui era dotata, sconfiggere Yami sarebbe stato uno scherzo. In un modo o nell'altro non era così, l'aveva capito da quando aveva parlato con lei la sera prima, sul tetto.
Avanzarono, l'una accanto all'altra.
-Credevo che dopo la lezione che le avevi dato, non si sarebbe più fatta viva.- disse Kuro, delusa. Ririnkai chinò il capo. Aveva sperato anche lei che finisse così, tuttavia, Yami si era ripresa e avrebbe voluto vendicarsi a tutti i costi. Era il momento della verità.
Prima di raggiungere la grande sala dov'erano attese, Kuro prese il braccio di Ririnkai, costringendola a voltarsi e a guardarla negli occhi.
-Ti giuro che ti proteggerò.- disse, seriamente. Ririnkai arrossì, abbozzò un sorriso e riprese a camminare, raggiungendo così la sala grande, dove l'ultima volta che si erano scontrate, Ririnkai aveva perso la vita.
Yami era al centro, seduta per terra a fissare un punto indefinito. Aveva le occhiaie, sembrava stanca, sembrava piena d'odio. Appena vide entrare le ragazze, si issò, barcollante, stringendo la sua falce.
Ririnkai e Kuroryu la osservarono preoccupate. Perchè continuava a combattere?
-Yami...non credi sia l'ora di finirla?- chiese Kuroryu, ferma con Ririn sull'uscio. Yami non la guardò nemmeno.
-Ormai non ho più nulla da perdere.- disse, con una voce bassa e sussurrante. Non sembrava al massimo di sé e Ririnkai non avrebbe mai potuto combattere con una morta vivente. Dopotutto Yami doveva essersi ridotta così a causa di ciò che le aveva fatto con il Judgment. Si chiese cosa, in quel momento, l'aveva spinta ad usarlo.
Yami stese la falce davanti a sé, indicando Ririnkai.
-E' te che voglio.- disse, mentre Kuro le si parò davanti, impedendole la vista della nemica.
-Come ti ho già detto, se vuoi farle del male dovrai uccidermi.-. Kuro era seria, Yami era vuota e piena d'odio. Ririnkai non sapeva chi delle due le faceva più paura.
Kuroryu prese la sua frusta e si lanciò verso Yami senza troppi complimenti. Yami le andò incontro, iniziando la battaglia decisiva.
Roteò la falce, tagliando via alcuni ciuffi di capelli, mentre Kuroryu si abbassava e le faceva uno sgambetto. Proprio mentre stava per colpirla con la frusta, però, rotolò lateralmente, venendo solo presa dallo spostamento d'aria che fu causato dall'impatto della frusta con la terra, che, come succedeva ogni volta, aveva creato una scossa così potente da far vibrare la villa.
Yami atterrò, riprendendo equilibrio, lanciandosi di nuovo verso la sorella maggiore, pronta a falciarla, mentre Kuro era pronta a frustarla.
Ririnkai evocò Melodia e richiamò a sé lo specchio delle acque, che puntò verso Yami. Le due continuarono lo scontro senza problemi, mentre Ririnkai, ad occhi chiusi, si concentrava il più possibile.
Una frustata, altra scossa. Una falciata, una carica d'energia elettrica che per poco non centrò Ririnkai, la quale si spostò per tempo.
-non va....- si disse Ririnkai, abbassando lo specchio. Non ci poteva riuscire, non a fare il Judgment. Con quello avrebbe annientato Yami, ma lei non voleva. Non aveva abbastanza odio e inoltre per la piena potenza serviva che ci fosse anche lei...scosse il capo, doveva agire in qualche altro modo.
Yami colpì Kuro allo stomaco, lanciandola verso il muro.
-cavolo!- urlò Riirnkai, correndo da Kuro, la quale si rialzava barcollante. -Kuro...- disse, mentre la aiutava a rialzarsi.
-Sto bene, non mi ha fatto nulla- disse Kuro, osservando Yami. Ririnkai si strinse a lei, Kuro si voltò verso la bambola azzurra, stupita.
-Kuro...Yami è più potente..- disse, trattenendo la bambola castana -sta molto attenta, ti prego.- concluse. Kuroryu le sorrise.
-Ho detto che ti avrei potretta, non vengo meno alle promesse fatte.- disse, tornando a fissare Yami e scansando Ririn con delicatezza. La bambola alata fissò quella corvina.
Yami sembrava malridotta ma in realtà era spinta dall'odio, una forza molto potente, per cui non contava quanto fosse a corto di energia, Yami era potente.
Kuroryu si rimise in posizione di attacco e le si lanciò contro, bloccandole un braccio con la corda. Riuscì per cui a scaraventarla per terra, con forza.
Tuttavia non era l'ora di cantar vittoria, anche lei, come Kuro poco prima, si rialzò, pronta allo scontro.
Corsero entrambe l'una verso l'altra e ripresero il duro scontro, che per il momento sembrava essere alla pari.
Ririnkai strinse lo specchio, nervosa. Cosa le stava impedendo di combattere? Non voleva affrontare Yami, ma non ne capiva il motivo. Quando poi venne nuovamente colpita da Kuro, Ririnkai vide sul suo volto un'espressione sofferente, come se combattesse perchè non aveva più nulla. Ricordò delle visioni nel suo Judgment, Yami amava Enju e avrebbe combattuto per lui fino alla fine. Era per lui che si trovava lì a combattere, per amore.
L'amore, un sentimento così crudele da spingere una povera bambola a lottare contro sua sorella. La stessa cosa a cui erano andate incontro le Rozen Maiden.
Loro combattevano per far nascere Alice, ma chi era in realtà la ragazza perfetta? Era così casta, pura, innocente, perfetta. Poteva mai, questa divina creatura, nascere dall'odio e dall'assassinio? No, era impossibile. Non era quello l'Alice Game, Ririnkai lo aveva capito già da molto.
Nella sua ricerca della perfezione aveva imparato ad apprezzare la luce di un mondo senza macchia, lo scenario del sole che sorgeva sul mare, il sorriso di un bambino che passeggiava con i genitori. Era quella la bellezza.
-Yami, finiscila!- gridò Kuro, mentre schivava una falciata. -Tanto, se affronterai Ririn non ne uscirai viva!- disse, cercando di farle rammentare lo scontro dell'ultima volta.
Yami tremò, ma continuò a combattere. Mossa solo dall'odio, come Ririnkai la volta scorsa.
Ririnkai tremò anche lei, non poteva affrontarla. Ma poi ad un tratto capì. Yami non era in sè, era persa, probabilmente avrebbe voluto agire diversamente, forse avrebbe voluto dire qualcosa, ma non poteva farlo perche il suo odio e il suo amore bruciavano dentro il suo cuore. Era impossessata dalla sua stessa oscurità.
Ririnkai la fissò stupita, ricordò quando l'oscurità l'aveva avvolta e la stava distruggendo. La morte di Diana l'aveva così scioccata che distrusse tutto ciò che aveva attorno. Uccise degli umani e distrusse le case. La casetta dove abitava la sua medium, in Canada, era andata in rovina perchè l'aveva distrutta lei. Vide l'odio, la morte, la sofferenza, corrodere il suo animo. Fu allora che Enju plagiò la sua mente e la salvò. Almeno questo glielo doveva, poteva essegli solo grata di averla salvata, anche se per il suo scopo.
Pianse. Ricordò di quanto stava soffrendo per la perdita della sua precedente medium. Andava sempre a finire così, eppure la sua anima gridava come se chiedesse aiuto, come se supplicasse di essere aiutata. C'era sempre e solo una persona ad aiutarla, tuttavia, nell'epoca precedente, arrivò per primo quel costruttore.
Non poteva lottare con una Yami impossessata dalle tenebre. Non avrebbe accettato che l'ultimo scontro fosse combattuto da una sostituta della sua avversaria.
Una lacrima le rigò il viso, scendendo fino a bagnare la superfice dello specchio delle acque che si illuminò. Come una goccia che, modellandosi, prendeva forma, apparve un oggetto simile ad un microfono, azzurro. Ririnkai tese la mano e questo emise una melodia, che attirò l'attenzione delle due contendenti, le quali si fermarono.
Kuroryu fissò esterreffatta la scena, Yami rimase spenta e vuota come prima.
La melodia era sempre quella, tuttavia, Ririnkai, iniziò a cantarla con il suo amore.
"Ascoltala, questa è la voce che richiama la luce che è nascosta nel tuo cuore. Non sei perduta, puoi ancora ritornare. Cerca quella luce e lascia che le bianche ali ti avvolgano, resuscitandoti".

"Perciò cantai mia questa lode
che mi fa guardare sempre in avanti
e cercherò sempre quel raggio di luce
Mentre suona il pianoforte
che mi fa da amico e mi da note
di questa Ottava Sinfonia"


Kuro non capì cosa stava succedendo. Ririnkai era sospesa a mezz'aria e cantava con un microfono abbagliante. Le sue bianche ali era distese ed emanavano una calda luce, così come la sua voce, così distesa e tranquillizzante.
Una lacrima rigò il volto di Yami, la quale osservò Ririnkai, ascoltando la nostalgica melodia. Era una sciocchezza, perchè si batteva con tanta ferocia? Eppure doveva farlo. Però aveva dei nobili avversari e non poteva trattarli come se fossero solo ombre.
La luce che emanava Ririnkai avvolse il cuore di Yami, liberandolo dalle tenebre. Ora era padrona di sé, era ritornata. Chinò il capo, asciugandosi le lacrime.
-Che stupida.- si disse. Ma le lacrime continuarono ad uscire, una dopo l'altra, finchè non si accasciò a terra, piangendo.

Edited by Kirakishou - 27/9/2008, 22:15
 
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